Francesco Gallina è un autore torinese, nato nel 1971. Affascinato fin dalla tenera età da tutto ciò che rappresenta arte e fantasia, frequenta l’Accademia Albertina di Belle Arti, ma la passione per la scrittura lo conduce a comporre racconti e poesie ispirate alla vita e alle sue emozioni. Vivere è infatti il titolo di una sua raccolta di poesie di cui adesso scopriremo insieme i contenuti.
Per la sua raccolta, pubblicata il 5 ottobre 2020 da Dragonfly Edizioni, Francesco Gallina sceglie un titolo, Vivere, che è insieme inclusivo di tanti concetti ma, nello stesso tempo, generico. Mi spiego: vivere è un verbo che racchiude tutti gli aspetti della vita, dal suo nascere al suo finire. Ciò che intercorre fra i due estremi è la vita stessa con le sue gioie e i suoi dolori: cosa non semplice da racchiudere in una sola raccolta di poesie.
Probabilmente Francesco Gallina adottando il titolo Vivere, ha voluto dare alla sua raccolta un significato personale più specifico, inserendo nei suoi scritti ciò che per lui rappresenta il vivere o una porzione di esso: Vivere di Francesco Gallina è essenzialmente una raccolta di pensieri, a volte sereni, altre malinconici, altre ancora profondi, emotivi e passionali. Ad onor del vero amore e passione sono gli argomenti principali di tutta la raccolta. È il suo vivere quindi, fatto di emozioni intense, ad essere raccontato nelle 160 pagine del libro.
Sappiamo che la poesia è racconto di emozioni profonde, di pensieri vaghi, di sentimenti straordinari e di azioni ordinarie, di tristezze e felicità, di malinconie e angosce, di gioie e passioni: in Vivere di Francesco Gallina questi contenuti si trovano in abbondanza. Il lettore è condotto all’interno delle sue emozioni e passioni più intime e pagina dopo pagina scopre che in fondo il sentire può essere comune: sappiamo bene quanto i sentimenti umani siano uguali per tutti. È il modo di raccontarli che cambia e fa la differenza.
Ora mi chiedo e ti chiedo, caro lettore, la poesia è solo emozione? So che non è una domanda consueta. Lo so perché chi frequenta occasionalmente la poesia, non si cura di indagare sulle regole di base che questo genere letterario possiede. Sempre ad onor del vero, spesso non se ne cura neanche chi la scrive o crede di scriverla. Non ti meravigliare, caro lettore, di queste affermazioni: le regole in poesia ci sono anche se molto elastiche ed adattabili. Sto parlando dell’abc della poesia: metrica, figure retoriche e tutti quei tecnicismi che la regolamentano e la distinguono dalla prosa.
Vivere di Francesco Gallina, poesia o pensieri e riflessioni?
Ora lungi da me voler essere rigida e schematica: amo la poesia perché è libera e consente a chi la frequenta di esprimersi come meglio ritiene, perché può fare a meno di regole prestabilite che, in certi casi, le fanno perdere spontaneità e pathos ma… Il ma c’è e bisogna tenerne conto. Escludiamo rime, metrica, cadenze e figure retoriche cosa resta? Restano i contenuti e il modo di porgerli al lettore.
Detto questo, torniamo alla raccolta di Francesco Gallina, Vivere. La raccolta non manca di contenuti anche se, di frequente, nel corso della lettura appaiono ripetitivi. E allora perché la premessa che hai letto sopra? Se ti stai ponendo questa domanda ti rispondo subito. Nella raccolta di Francesco Gallina è proprio il modus di scrittura che non può, a mio avviso, essere definito poesia. E ribadisco, come sempre che una recensione è soltanto un parere personale, in questo caso il mio che, ovviamente, lascia il tempo che trova.
La scrittura di Francesco Gallina in Vivere non può essere definita poesia, pur essendo densa di contenuti, perché manca di originalità nell’esposizione ma soprattutto manca di immagini e accostamenti inusuali fra le cose, manca di quegli elementi originali che provocano stupore in chi legge: in una parola che può sembrare retorica ma è vera, manca di lirismo. E non parlo di forme arcaiche, di termini enfatici o di rime: parlo dell’essenza, del nucleo centrale della poesia.
Ribadisco e mi ripeto: non basta andare spesso a capo o mettere qualche rima ogni tanto per definire poesia ciò che non lo è, come non basta scrivere di sole-cuore-amore-fiore-cielo-mare-luna-passione-amore mi manchi-uccelli che volano-e-onde che si infrangono sulla riva. Mi scuso se sono ripetitiva, so che mi capita spesso di ribadire gli stessi concetti parlando di poesia ma, forse, non sono mai abbastanza ricordati. O forse la mancanza di conoscenza fa scambiare lucciole per lanterne. E mi ri-scuso per il tono usato ma certe cose vanno dette così come si percepiscono e senza edulcoramenti.
Vivere di Francesco Gallina è una raccolta di pensieri, belli, profondi, passionali, romantici, riflessivi, malinconici… E potrei ancora trovare mille aggettivi per definire i brani in essa contenuti, ma non mi sento di definirli poesia. Sono pensieri in prosa poetica quelli che l’autore condivide con il lettore: pensieri nei quali ci si può ritrovare ma non chiamiamoli poesia. Soprattutto per non far torto ai poeti veri.