Leggere Che fatica essere uomini (e sopportarli) di Anita Cainelli è stato, più che piacevole, un vero e proprio spasso. Davvero una lettura che consiglio a tutti, non solo alle donne anche se il libro potrebbe sembrare vagamente di parte. Parte femminile, ovviamente. Anita Cainelli come anticipa il titolo dedica il suo libro al genere maschile, anzi per meglio dire ai “generi maschili”.
Che fatica essere uomini (e sopportarli) è infatti una vera e propria indagine sulle varie tipologie maschili: un saggio umoristico sull’altra metà del cielo, vista da una prospettiva femminile.
Ricordo di aver letto tempo fa una serie di saggi umoristici di questo tipo, opere di successo dell’indimenticato Antonio Amurri più noto come paroliere ed autore televisivo, maestro di satira ed ironia impareggiabile soprattutto nel descrivere le varie tipologie di mogli, mariti o suocere: Come ammazzare la moglie (il marito, la suocera), e perché, sono libri ingiustamente dimenticati che hanno fatto sorridere e riflettere intere generazioni. Che fatica essere uomini di Anita Cainelli mi ha, fin dalle prime pagine, riportata allo stile di Antonio Amurri e in qualche modo anche alle sue tematiche, con le ovvie differenze.
Ironico, pungente, spassoso, irriverente ma profondamente vero, mi basterebbero questi aggettivi per descrivere il libro di Anita Cainelli.
L’ironia imperante in Che fatica essere uomini (e sopportarli) è senza dubbio l’arma migliore sfoderata dall’autrice nel descrivere il carattere e gli atteggiamenti standard dei suoi “tipi umani” di sesso maschile. Un’ironia leggera, sottile, intelligente che non scade mai in eccessi che sa coinvolgere il lettore divertendolo e, nello stesso tempo, facendolo riflettere sulle verità di quanto afferma.
Anita Cainelli: l’ironia e la riflessione di Che fatica essere uomini (e sopportarli)
Anita Cainelli è nel contempo anche pungente perché sa individuare con arguzia quei lati deboli del sesso maschile e femminile, sa sviscerarli ed analizzarli con quel realismo disincantato che non risparmia dardi e frecciate ad entrambi i sessi. E se il titolo, Che fatica essere uomini (e sopportarli), potrebbe far pensare ad una scrittura di parte, la lettura del saggio umoristico smentisce la prima impressione in quanto l’ironia pungente dell’autrice colpisce sì, in larga parte le tipologie maschili ma non risparmia neanche quelle femminili.
Irriverente senza mai scadere nella volgarità, Anita Cainelli sciorina difetti palesi e nascosti dei tipi umani presi in esame e li porge al lettore con grazia e leggerezza. La sua è un’analisi che si rivolge principalmente al sesso maschile è vero, ma non esclusivamente: come anticipato sopra, parecchie frecciate colpiscono anche dall’altra parte. La donna, in senso lato, cui Anita Cainelli rivolge la sua attenzione e i suoi dardi è compagna, moglie, amica, amante, spesso anche mamma, psicologa supporter nonché sopportatrice votata al martirio a tutti gli effetti per quel maschio che fa fatica ad essere uomo.
Il risultato di tutto il saggio è un vero e proprio spasso: Anita Cainelli sa dosare sono molto bene analisi, battute intelligenti e sagacia che strappano più di di un sorriso. Il contenuto dell’intero libro induce comunque alla riflessione perché quanto l’autrice asserisce in Che fatica essere uomini (e sopportarli), è assolutamente vero: Anita si rivela un’attenta analista della vita reale e delle tipologie maschili, con in più ed è un valore aggiunto, una bella capacità di saper raccontare attraverso una scrittura leggera ma non superficiale, unita ad una bella dose di ironia.
Perché è affascinate parlarne in modo ironico ma con un pizzico di serierà e (sana) disperazione che noi donne abbiamo sempre a portata di mano…
Se mi è piaciuto Che fatica essere uomini (e sopportarli)? Penso si sia capito! Unici piccoli nei, se proprio devo essere sottile e puntigliosa, qualche piccolo refuso qua e là e in certi passaggi, ma molto rari sottolineo, la tendenza di Anita Cainelli a dare qualche piccola lezione di morale, quasi volesse far prendere coscienza alle donne che, a contatto con il loro uomo-tipo, tendono maternamente a sopportare troppo.
Simpatica, infine, anche se non originalissima, l’idea di ispirarsi e riportare all’inizio di ogni capitolo stralci di brani tratti dai testi di Max Pezzali ex leader degli 883 che, evidentemente, l’autrice ha trovato pertinenti. Anche il tiolo del libro, Che fatica essere uomini, riprende una strofa del famoso e datato brano di Sergio Endrigo, L’Arca di Noè. Sarà probabile che Anita Cainelli, oltre ad amare la scrittura, ami anche molto la musica e le canzoni?