Immagina di trovarti in una selva oscura, smarrito e confuso, proprio come Dante Alighieri nei versi immortali della Divina Commedia. Ma cosa succederebbe se ti dicessi che Dante potrebbe essersi trovato realmente nei Monti Sibillini, nelle Marche, quando ha iniziato il suo celebre viaggio? Incredibile, vero? Eppure, un documento recentemente scoperto sembra confermare questa affascinante possibilità.
Dante nei Sibillini
Secondo un documento che verrà presto pubblicato in esclusiva sul settimanale Sette del Corriere della Sera, Dante sarebbe stato in missione segreta sui Monti Sibillini. La rivelazione arriva dalla coppia di autori Rita Monaldi e Francesco Sorti, noti per la loro trilogia su Dante, “Dante di Shakespeare”. Questo documento aggiunge un nuovo tassello alla vita del grande poeta fiorentino, suggerendo che fosse impegnato in corrispondenze giudiziarie proprio nei giorni in cui ambientava il suo viaggio nell’aldilà.
La scoperta di Monaldi e Sorti
“Finora avevamo diversi documenti che nominano esplicitamente Dante, ma molti sono copie realizzate più tardi”, spiegano Monaldi e Sorti. Ora, però, un registro di lettere risalente al 1299-1300, scoperto nell’archivio del Comune di San Ginesio (Macerata), rivela il nome del poeta in modo chiaro e indiscutibile. Questo documento medievale è uno dei pochi originali che nominano Dante prima del suo esilio.
Jacopo Alighieri e le Marche
Nel loro terzo volume, Monaldi e Sorti avevano già riportato alla luce documenti che mostravano la presenza di Jacopo Alighieri, figlio di Dante, nelle Marche meridionali. Tra Fermo e l’abbazia cistercense di Chiaravalle di Fiastra, la connessione con la famiglia Alighieri si fa sempre più chiara. Questa nuova scoperta non fa che rafforzare l’idea che il poeta avesse legami profondi con questa regione.
Un caso di omonimia? non proprio
La scoperta di questo documento risale a più di mezzo secolo fa, quando un francescano, scorrendo un registro di lettere, trovò il nome di Dante. Pensò si trattasse di un caso di omonimia e mise da parte la scoperta. Solo con la digitalizzazione degli archivi è stato possibile confermare che il poeta menzionato è davvero il poeta. Questo raro documento è prezioso non solo per la connessione con lui, ma anche per il contesto storico in cui è stato trovato, dato che molti archivi marchigiani sono andati perduti nel tempo.
La scoperta del poeta sui Monti Sibillini ci offre una nuova prospettiva sulla vita del poeta e sulle sue possibili ispirazioni. Cosa ne pensi? Pensi che queste nuove informazioni possano cambiare il modo in cui vediamo la Divina Commedia?
Sei pronto a esplorare ulteriormente le connessioni storiche e i luoghi che hanno influenzato uno dei più grandi poeti della storia?