Arrivano a Firenze i primi innovativi modelli di barriere antisfondamento; non più normali blocchi di cemento, bensì fioriere a forma di lucchetti e libri
Dopo gli attacchi terroristici verificatisi in Spagna, in particolare dopo l’attentato di Barcellona del 17 agosto, anche l’Italia si è trovata costretta ad alzare i livelli di guardia e a prendere provvedimenti per rendere le strade più sicure. Il Comune di Firenze è stato uno dei primi ad attivarsi.
Riempire una città con enormi blocchi di cemento, oltre a essere un pugno in un occhio, è un costante e invasivo memento del clima di agitazione che serpeggia ormai in tutto il mondo
Per questo, era già stato proposto di sostituire le barriere con massicce fioriere o con alberi poggiati su enormi vasi. Sicuramente già un ottimo modo per non far somigliare una città a una trincea. Ma Firenze ha voluto fare di più.
A settembre il Comune ha indetto il bando #Florencecalling, rivolto a tutti: scuole, aziende, architetti, studi indipendenti, internal designer. Una Call for Arts a livello internazionale. L’obiettivo? Progettare barriere che possano “coniugare l’idea di sicurezza con quella di bellezza e cultura“. Cercare, quindi, di sostituire i dissuasori di cemento con barriere altrettanto funzionali, ma con un tocco di bellezza in più. Un modo per non blindare la città, rendendola sicura senza però stravolgerne l’assetto urbanistico e artistico. Un progetto importante per il capoluogo toscano, città che ha dato i più grandi e famosi artisti e celebre in tutto il mondo come “culla del Rinascimento”.
“La nostra risposta all’odio del terrorismo è nell’arte e nella bellezza”, ha dichiarato il sindaco Dario Nardella, “non possiamo permettere ai terroristi di allontanarci dai luoghi pubblici, dai nostri spazi aperti e bellissimi, dalle nostre piazze storiche. Non vogliamo trasformare le nostre piazze in zone ansiogene e imbruttite da barriere e blocchi di cemento. Per questo, con l’architetto Boeri, lanciamo questa consultazione di bellezza: Firenze chiama, ed è una chiamata alle arti rivolta a tutto il mondo”.
Così sono nati i “Cubooks“
In moltissimi hanno risposto all’appello, tanto che sono stati presentati 52 progetti; fioriere a forma di simbolo della pace, enormi massi lisci e lucidi, fino ad arrivare a fantasiosissime barriere a forma di animale. Ma è stato uno il progetto vincitore. Nato dalla collaborazione degli architetti Roberto Pagnano e Isabella Pessina con il designer Nicola Russo, prevede fioriere a forma di lucchetti. Quest’idea ha già trovato finanziatori e molti prototipi sono stati installati per le strade cittadine.
Poche settimane fa, un altro progetto ha attirato l’attenzione dell’Amministrazione fiorentina. Giunti Editore ha, infatti, deciso di donare al Comune di Firenze il progetto “Only culture can stop terrorism“: barriere antisfondamento a forma di libro. I cosiddetti “Cubooks“.
Blocchi cubici di cemento armato chiaro, di lato tra 50 e 100 centimetri, raffiguranti un insieme di volumi. L’idea alla base del progetto degli artisti Lorenzo e Simona Perrone è chiara: “Solo la cultura può fermare il terrorismo“.
“La nostra convinzione che la lotta al terrorismo passa anche dalla cultura – ha detto il sindaco Dario Nardella – comincia a prendere sempre più concretezza. Mi fa piacere che creativi e imprenditori decidano di investire su questo tema e mi auguro che altri privati possano dare una mano a Firenze e alla sua sicurezza coniugandola con la bellezza”.
In conclusione, un progetto estremamente interessante e con un forte messaggio sottinteso; quello di non lasciarsi ricattare dalla paura e dalla violenza. Come Dostoevskij fa dire al Principe dell’Idiota: “La bellezza salverà il mondo”. Ed è proprio con questa che si può combattere il terrore. A pensarci bene, una filosofia molto vicina a quella che negli anni ’70 si opponeva alle guerre e alla minaccia atomica.