Non c’è dubbio, caro iCrewer, che viviamo in un periodo storico davvero complesso. Prima due anni di pandemia, ora la guerra… diciamo che il morale non può che essere sotto le suole delle scarpe, che dici? E sai cosa rende il tutto ancora più difficile? Le fake news.
Si tratta di un termine che ultimamente viene usato a destra e a manca, anche con accezioni di significato non sempre corrette (non si può definire fake news tutto ciò che non vogliamo considerare vero), ma riguardo al quale è sempre bene fare chiarezza, visto la quantità di danni che queste notizie false, queste bufale, possono causare.
Facciamo, però, un passo indietro, e iniziamo dal principio.
Cosa sono le fake news?
Le categorie di pseudo informazioni che rientrano in questo macro insieme sono parecchie e, ti avviso, destreggiarsi tra di esse non è così semplice (anche perchè se fossero facilmente smascherabili, non sarebbero un problema così grave). Ad accomunarle è soprattutto il mezzo di trasmissione: il web, molto spesso tramite i social media.
Nel campo degli articoli – sia giornalistici, sia amatoriali – viene considerato come “notizia non accurata” uno scritto il contenuto non sia certificabile, sia completamente inventato, oppure sia manipolato per trasmettere l’informazione più congeniale all’autore, piuttosto che la verità.
Vi sono poi, fake news legate a immagini e video che vengono modificati, truccati e poi rimessi in circolazione. E non dobbiamo dimenticare post, tweet, o video-messaggi che dichiarano il falso.
Questi prodotti artificiosi vengono poi immessi in quel mare di dati che è Internet e il loro viaggio come vettori di disinformazione ha inizio. Più questi contenuti vengono visti, postati, condivisi e letti, più acquistano visibilità e sempre più utenti finiranno per incapparci.
I motivi per cui vengono create le fake news sono molteplici: si va dal complottismo alla propaganda politica; dalla ricerca di visualizzazioni al tentativo di raggiungere velocemente la notorietà; e immagino che sia opportuno citare anche il sempre attuale desiderio di creare caos, di scatenare il panico, per poi trarne vantaggio.
Negli ultimi anni, i casi più emblematici di pubblicazione in massa di fake news riguardano prima di tutto il Corona Virus – con annessi vaccini, possibili metodi di guarigione, cifre di ogni genere e via dicendo – e la campagna elettorale dell’ex presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump. Per quanto riguarda l’attuale guerra in Ucraina, invece, non si parla solamente di notizie false, ma anche della vera e propria difficoltà di reperire informazioni attendibili, visto che la Russia, ad esempio, ha serrato in modo ferreo la morsa della censura su tutti i mezzi di comunicazione.
Tuttavia, non devi pensare che questo tipo di bufale sia stato inventato soltanto nell’era della tecnologia. Se ti è mai capitato di vivere in paesi medio-piccoli (o se hai mai giocato a “Il telefono senza fili”), allora saprai di certo che il passaparola e il chiacchiericcio riguardo ai fatti altrui è quasi uno sport nazionale, e che, una volta che le notizie giungono all’orecchio del diretto interessato, possono anche essere diventate completamente false – sempre che siano state vere in partenza.
Un esempio storico davvero sbalorditivo di fake news risale ai primi anni dell’Ottocento. Nel 1814, proprio mentre la guerra contro Napoleone infuriava, un colonnello giunse a Dover con una notizia sconvolgente: l’imperatore francese era morto. Le voci giunsero veloci fino a Londra e, sebbene non fossero ancora state verificate, molti gentiluomini vi fecero affidamento, investendo in Borsa e facendo scelte che si rivelarono essere alquanto azzardate, finendo per perdere tutto. Perchè Napoleone era ancora vivo e vegeto.
Quindi sì, l’abitudine di diffondere false informazioni arriva da lontano, ma non per questo va mantenuta.
Come smascherare le fake news?
Le legislazioni di vari Paesi, così come i maggiori social network, hanno adottato misure restrittive per cercare di prevenire la diffusione di bufale, o quanto meno rintracciarle il prima possibile. Ci sono, però, degli accorgimenti che ognuno di noi può prendere, per assicurarsi di essere davanti a informazioni veritiere.
Prima di tutto, è buona cosa fare controlli incrociati: se una sola fonte riporta un determinato dato, forse non è così attendibile. Bisogna, poi, considerare bene dove il contenuto è stato pubblicato: si tratta di una piattaforma autorevole? Ad annunciarlo è stata una voce verificata e verificabile? Mi raccomando, controlla sempre molto bene che loghi, siti web e nomi siano precisi e corretti, perchè è sufficiente una piccola modifica a un marchio registrato, per trarre in inganno uno sguardo superficiale.
Per questo sarebbe bene cercare sempre di rintracciare la fonte primaria della notizia, soprattutto per quanto riguarda fatti particolarmente importanti e di rilievo. Ciò non toglie che, come in ogni ambito della vita, sia buona cosa applicare il nostro senso critico e non credere ciecamente, fino a quando non avremo fatto delle ricerche e ci saremo assicurati dell’effettiva veridicità del tutto.
Se, poi, ti dovesse capitare di smascherare una fake news, porta alla luce il fatto, soprattutto riguarda temi di rilevanza collettiva.
Se ti interessa questo argomento, ti lascio qualche consiglio di lettura: Fake news: sicuri che sia falso? Gestire disinformazione, false notizie e conoscenza deformata di Andrea Fontana, Fake news. Cosa sono e come imparare a riconoscere le false notizie di Fake news. Guida per smascherarle di