La data è impressa nella memoria di tutti noi: quell’11 settembre 2001 non potrà mai essere dimenticato, non solo dagli americani. L’attacco alle Torri Gemelle di New York ha marchiato indelebilmente i ricordi, segnando una svolta nella storia. C’è un prima e un dopo le Torri Gemelle. E in mezzo ci sono quegli attimi della mattina dell’11 settembre, segnati da video, fotografie, diapositive dell’orrore che ci hanno fatto sentire da lontano la paura vissuta da chi era lì fisicamente, l’odore della polvere, il senso di impotenza di fronte ad una tale tragedia. Oggi sono passati 20 anni da quella tragedia, di cui abbiamo vissuto anche le conseguenze.
L’attentato dell’11 settembre 2001
Giorni impressi nella memoria collettiva che scardinano le certezze di un’intera civiltà e aprono scenari diversi agli occhi attoniti e increduli di chi, ancora, si chiede perché. L’11 settembre è e resterà, uno di quei giorni.
La memoria collettiva di un popolo, di una nazione, di un continente o se vogliamo dell’intero pianeta, registra e conserva nel tempo, giorni fausti o infausti, giorni di festa o di lutto, giorni di liberazione o di oppressione, giorni che, in ogni caso hanno cambiato il corso della storia.
L’11 settembre è nella memoria collettiva mondiale, un giorno di sconfitta per l’occidente e la sua civiltà: le certezze occidentali si sgretolano sotto l’azione di due aerei-bomba, scagliati contro il simbolo del capitalismo mondiale, le ormai tristemente famose Twin Towers del World Trade Center. Un mito che crolla e con lui, crollano le finte certezze di un’intera civiltà. L’inattaccabile mito americano cade sotto i colpi dell’integralismo islamico di Al-quaeda. Da quell’11 settembre in poi, niente in occidente è stato più come prima.
Cosa accadde
Devono ancora scoccare le 9 in una mattina di fine estate, a New York. Un aereo di linea sorvola Manhattan a bassissima quota, attirando gli sguardi dei passanti. In qualche secondo, la curiosità si trasforma in orrore: il velivolo si schianta sulla torre nord delle Twins Towers, i grattacieli gemelli che svettano a oltre 400 metri nello skyline dell’isola newyorchese. È questione di neppure 20 minuti e ne arriva un altro a colpire la torre sud, prima che entrambe collassino e avvolgano la zona in una nuvola di fumo che ricorda quella di un’esplosione.
È l’11 settembre 2001 e gli Stati Uniti stanno vivendo il primo attacco sul loro suolo dai tempi di Pearl Harbour: il nine eleven, come lo chiamano negli Usa seguendo la scansione dei mesi sul calendario anglosassone. L’attentato più sanguinoso nella storia Usa e un trauma che si sarebbe ripercosso sugli equilibri globali. Fino a oggi.
I libri per capire l’11 settembre 2001
Si è discusso e molto si è scritto sull’argomento. A tentare o meglio a dare un’interpretazione plausibile dell’accaduto, ad illuminare un evento sul quale luce e chiarezza ancora latitano, provano da anni diversi scrittori, con inchieste e ricerche, ipotesi e romanzi. Ne citiamo alcuni che, riteniamo, diano un quadro più o meno completo di quanto accaduto: Le altissime torri. Come al-Quaeda giunse all’11settembre di Lawrence Wright, edito da Adelphi, indagine storica sulle origini di al-Quaeda, attraverso la figura del padre fondatore della Jihad.
Altro testo, curato da Baritono e Vezzosi, edito da Carocci, Oltre il secolo americano? Gli Stati Uniti prima e dopo l’11 settembre, scritto 10 anni dopo l’attentato, riflette sulla politica e la storia statunitense analizzando gli anni compresi tra la presidenza Clinton e la presidenza Obama.
11 settembre 10 anni dopo, firmato da N. Chomsky edizioni Il Saggiatore, dà una versione aggiornata sulla morte di Osama Bin Laden. NY 11 settembre 2011 edito da Mondadori Comics, originale versione fumettistica e fotografica, ripercorre le vicende storiche sfociate nell’attacco terroristico più grave di sempre.
Anche la romanzistica ha dato il suo non indifferente contributo, diversi i romanzi editi sull’argomento, ne citiamo alcuni dei più letti: Secondo aereo di Martin Amis, edizioni Einaudi, L’uomo che cade di Don De Lillo, mostro sacro della letteratura americana contemporanea, Terrorista di J. Uptide. Storie, tutte, di varia e comune umanità travolta da una tragedia che sconvolse lo scorrere normale dei giorni.
Quando si riportano interi stralci di articoli altrui, pubblicati in precedenza da questo stesso sito e per ovvi motivi non se ne vuole citare l’autrice, sarebbe opportuno usare almeno il “virgolettato”, giusto?