Inizio la recensione di Chiamami Melly di Alessandra Fortunato con un’affermazione che potrebbe far sorridere l’autrice stessa: se fosse un film sarebbe una commedia all’italiana. Facendo i complimenti all’autrice per come è riuscita a far convivere vari elementi in una trama semplice e lineare ti porto nel mondo di Melly. Senza troppo divagare, con un solo elemento a fare da perno per tutta la trama e che diventa la chiave di lettura solo sul finale.
Melly e Giorgio, Melly e la nonna, Melly e il suo passato: qui tutta la trama di questo romanzo targato Queen Edizioni.
Alessandra Fortunato porta un po’ di Sicilia Milano
Perché ho definito Chiamami Melly commedia all’italiana? Semplicemente perché mi ha fatto tornare alla mente quei film in cui il protagonista arriva a Milano con un carico di speranze e aspettative per il futuro. Se leggi questo libro in modo superficiale, per i primi capitoli l’idea è proprio questa. Poi Alessandra Fortunato inserisce elementi che fanno fare un salto di qualità al libro.
Melly è una giovane assistente alla poltrona in uno studio dentistico; porta con sé un dolore che non ha mai rivelato a nessuno ma che sarà il punto d’incontro con Giorgio. La descrizione del suo carattere la fa apparire fin troppo ingenua a volte, sempre alla ricerca del consenso e dell’appoggio di qualcuno. Fino alla fine non ho trovato una svolta importante che la fa crescere, una presa di posizione netta. Sembra sempre travolta dagli eventi e che le sue azioni siano solo reazioni. Non per questo il personaggio non mi è piaciuto, anzi è ben strutturato ed interagisce in modo corretto e differente a seconda di chi ha di fronte.
Poi abbiamo lui, Giorgio Valenti, il dottor Valenti che sembra guardare tutti con distacco ma che si mostrerà essere il più adorabile di tutti. Figo, sì lui è proprio un gran figo, vorrei vedere te, cara iCrewer, se lo incontrassi. Il suo personaggio ha un’evoluzione che interpretiamo attraverso i suoi gesti, anche quando alcuni riusciamo solo ad intuirli e ci saranno più chiari verso la fine del libro.
Tra Milano e la Sicilia, con una puntatina in altri luoghi europei, Alessandra Fortunato ci descrive gli spazi tramite pochi dettagli ma che sono quelli giusti per farci capire ed apprezzare l’atmosfera.
La cover è molto carina e riprende i contenuti del testo anche se forse sembra far pensare a un libro leggero ed in fondo non lo è, infatti va a toccare delle corde sensibili sia per chi ha subito che per chi ama.
Chiamami Melly, che poi cosa significherà questo titolo? Lo scoprirai leggendo, è un libro che ti consiglio: per un lieto fine, per sorridere, per riflettere.
Che bella recensione 😘