Caos, anime ribelli di Ilaria Soragni è un romanzo che ha una duplice funzione, ovvero quella di far tornare indietro nel tempo gli adulti che lo leggono e quella di far sì che i giovani si immedesimino nei protagonisti di questa storia che sa di vita reale.
Caos, anime ribelli: perché questa non è solo la storia di Michele
Questa non è solo la storia di Michele, questa è la storia di tutti coloro che vivono dentro questo romanzo, ma anche di chi lo legge e ci si compenetra.
La cover del libro di Ilaria Soragni è delicata e significativa: in primo piano una ragazza i cui capelli biondi svolazzano nel vento mentre il sole la irradia, alle sue spalle un ragazzo del quale non vediamo il volto. Non si guardano, si danno le spalle, ma entrambi percepiscono la loro presenza come un qualcosa di imprescindibile.
Michele è un giovane diciottenne che ha deciso di non proseguire con gli studi e di trovare un’attività lavorativa. Attorno a lui di dipanano le vite di tutti gli altri personaggi, prima fra tutte quella del suo fidato e inseparabile amico di infanzia: Andrea.
«Osservava il paesaggio davanti a sé annoiato, diciotto anni nello stesso posto, con la stessa visuale delle stesse colline e con le stesse persone che vivevano nella sua stessa città.
Aveva iniziato a percepire quel senso di inadeguatezza qualche mese prima, esattamente il giorno del suo diciottesimo compleanno.»
Ma questa non sarà solo la loro storia, sarà anche la storia di Victoria, Leonardo, Beatrice, Pietro e dei loro genitori sempre presenti e sempre pronti a tendere la mano ai loro figli per aiutarli, anche se alle volte quegli stessi genitori saranno costretti, per il bene dei loro figli, a prendere delle scelte dure sulle quali sarà difficile tornare indietro.
Il libro inizia con un antefatto, i capitoli sono di lunghezza diversa fra loro ma mai troppo lunghi. La narrazione è in terza persona e ti proietta nelle vite di ciascuno dei personaggi di questa storia. Il ritmo narrativo si svolge lentamente, vi sono delle scene che mostrano un po’ più di azione e suspense, ma in generale tutto avviene senza fretta.
Forse – e personalmente – avrei gradito in certi momenti un po’ più di dinamicità nel racconto delle vicende.
La scrittura di Ilaria Soragni è fluida, la lettura scorre sulle parole, il linguaggio è pulito, lineare, il libro è ben scritto. Le parti descrittive si alternano bene a quelle dialogate, vi è un perfetto bilanciarsi fra le stesse.
I personaggi sono tutti descritti in maniera che tu te li possa immaginare anche se l’autrice non ne fa una descrizione fisica analitica: lei ci regala particolari, dettagli che però te li fanno figurare e ciò rende tutto più d’impatto.
Ho apprezzato veramente tanto le similitudini usate dall’autrice per dare maggiore forza alle situazioni descritte nel libro
«Iniziarono a girare intorno a lui, quasi come se fossero bambini che ballavano.»
Caos, anime ribelli: perché ognuno di noi è stato un giovane adolescente, a volte ribelle, il pensiero di Ilaria Soragni
Questa storia va letta, e quindi guardata, dal punto di vista dei giovani, degli adolescenti che siamo o che siamo stati. Se tu che leggi sei un genitore, prova per un attimo a dismettere questi panni e indossare quelli di tuo figlio adolescente o di qualcuno dei protagonisti.
Ciascuno di loro, infatti, si trova alle prese con quella età dove non si è più bambini, ma non si è nemmeno troppo adulti, la fase della confusione, dell’insoddisfazione che si unisce alla voglia di evasione, di conoscere nuovi luoghi e di lasciarsi alle spalle quelli che sono i pensieri di un diciottenne.
Quella fase degli amori che vorresti ma che respingi per paura di soffrire, la fase dei colpi di testa e di quei gesti che potrebbero far perdere le staffe ai genitori.
Bisogna quindi leggere questa storia con gli occhi di quei ragazzi, senza giudicarli e senza puntare il dito, piuttosto occorre invece comprenderli e pensare che non è mai facile crescere, non è mai facile capire cosa si vuole essere nella vita, soprattutto se ti senti quasi un pesce fuor d’acqua rispetto a tutto il resto delle persone.
Michele e Andrea, seppur diversi, mi sono piaciuti entrambi. Uniti da quel sentimento che è l’amicizia vera, amicizia che ha subìto degli alti e bassi, ma che si è mostrata essere l’arma vincente per i due ragazzi. Non si sono mai persi davvero, perché quel filo conduttore che li unisce non si è mai spezzato.
Michele, in particolare, è un ragazzo riflessivo e molto sensibile che percepisce questa sua sensibilità quasi come un limite, un qualcosa che lo porta a soffrire, perché egli ha paura di soffrire, soprattutto quando i suoi occhi azzurri incontrano quelli neri e grandi di Victoria. In quel momento si sente rinascere e pervadere da nuova vita, ma al contempo si allontana da quel sentimento che, in fondo, teme.
«La prima cosa che vide davanti a lui fu una valanga di capelli biondi, raccolti in una coda ma con molti ciuffi che si posavano sul viso arrossato di una ragazza giovane.
La ragazza aveva gli occhi neri puntati saldamente sulla figura di Michele, teneva le mani appoggiate ai fianchi e aveva l’espressione di chi si sarebbe lamentato di nuovo di lì a pochi secondi.»
Andrea sembra essere quello più forte, colui che non si lascia scalfire da nulla, ma in realtà anche esso ha un animo sensibile ed è, soprattutto, sempre pronto a correre in soccorso dell’amico fraterno.
«Perché quando i due amici erano insieme sembrava parlassero una lingua tutta loro, in un mondo dove vivevano da soli.»
Victoria è speculare a Michele, entrambi sentono quella urgente necessità di stare insieme ma si trattengono, quasi si respingono, riusciranno entrambi a superare le loro paure?
«Paura, quella bestia sempre affamata che si nutriva di lui. Non sapeva che si nutriva anche della bella ragazza seduta davanti a lui.
Michele a volte credeva di essere sepolto sotto terra vivo, combatteva e si ribellava contro strati di paura umidi e freddi, ma non sapeva che anche Victoria perdeva spesso il sonno per quanto era assorta nei suoi pensieri.»
Mi è piaciuto anche il ruolo rivestito, quindi disegnato da Ilaria Soragni, dai genitori dei ragazzi che, alle volte con dolcezza, altre con fermezza e severità, hanno guidato questi ragazzi aiutandoli a crescere e far capire loro che nella vita ciò che conta è essere sempre se stessi senza reprimere il proprio modo di essere, che va bene commettere delle ragazzate ma bisogna, in generale, lasciarsi sempre guidare dal buon senso.
Caos, anime ribelli di Ilaria Soragni è un libro da leggere, una storia che mi ha commossa, ho vissuto le vicende dei protagonisti assieme a loro quasi fossi lì.
«Michele rise e capì che lo avrebbe fatto davvero. In ogni caso era contento, era come se dopo un’apnea durata mesi finalmente avesse tirato un respiro profondo. Era come se la sua vera personalità stesse tornando finalmente e lentamente in lui, ed era una sensazione bellissima.»