Caro iCrewer, passano i giorni e ci avviciniamo al Natale, e per celebrarlo vorrei farvi leggere la celebre poesia di Clement Clarke Moore, The night before Christmas o meglio La notte prima di Natale.
La poesia è conosciuta anche con il titolo Una visita di Babbo Natale in inglese A Visit from St. Nicholas. La poesia è stata pubblicata per la prima volta nel 1823 in forma anonima, solo successivamente attribuita a C. C. Moore. Secondo un’altra teoria, Moore ha plagiato il lavoro di Hanry Livingston.
Pare che Livingston avesse composto il poema già tra il 1804 e il 1805. La poesia sarebbe stata poi udita da una donna, diventata in seguito l’istitutrice dei bambini di Clement Clarke Moore: sarebbe stata lei a farla conoscere a quest’ultimo. Il manoscritto originale di Livingston sarebbe invece andato perduto in un incendio intorno al 1840.
La notte prima di Natale
La poesia La notte prima di Natale descrive una Vigilia di Natale in una casa degli Stati Uniti, con i bambini a letto che hanno lasciato le calze appese in attesa dei regali da parte di San Nicola/Santa Claus o Babbo Natale.
Per la prima volta vengono citati i nomi delle renne di Babbo Natale. Nella versione tradotta in lingua italiana della storia per ragazzi La notte prima di Natale, i nomi delle otto renne di Babbo Natale sono: Fulmine, Ballerina, Donnola, Freccia, Cometa, Cupido, Saltarello e Donato. I nomi in inglese sono: Dasher, Dancer, Prancer, Vixen, Comet, Cupid, Donder e Blitzen.
Ecco il testo, pronto per essere letto ai bambini:
Era la notte prima di Natale e tutta la casa era in silenzio,
nulla si muoveva, neppure un topino.
Le calze, appese in bell’ordine al camino,
aspettavano che Babbo Natale arrivasse.I bambini rannicchiati al calduccio nei loro lettini
sognavano dolcetti e zuccherini;
La mamma nel suo scialle ed io col mio berretto
stavamo per andare a dormire
quando, dal giardino di fronte alla casa, giunse un rumore
Corsi alla finestra per vedere che cosa fosse successo,
spalancai le imposte e alzai il saliscendi.La luna sul manto di neve appena caduta
illuminava a giorno ogni cosa
ed io vidi , con mia grande sorpresa,
una slitta in miniatura tirata da ott minuscole renne
e guidata da un piccolo vecchio conducente arzillo e vivace;
capii subito che doveva essere Babbo Natale.Le renne erano più veloci delle aquile
e lui le incitava chimandole per nome.
“Dai, Saetta! Dai, Ballerino!
Dai, Rampante e Bizzoso!
Su, Cometa! Su, Cupido! Su, Tuono e Tempesta!
Su in cima al portico e su per la parete!
Dai presto, Muovetevi!”Leggere come foglie portate da un mulinello di vento,
le renne volarono sul tetto della casa,
trainando la slitta piena di giocattoli.Udii lo scalpiccio degli zoccoli sul tetto,
non feci in tempo a voltarmi che
Babbo Natale venne giù dal camino con un tonfo.
Era tutto vestito di pelliccia, do capo a piedi,
tutto sporco di cenere e fuliggine
con un gran sacco sulle spalle pieno di giocattoli:
sembrava un venditore ambulante
sul punto di mostrate la sua mercanzia!I suoi occhi come brillavano! Le sue fossette che allegria!
Le guance rubiconde, il naso a ciliegia!
La bocca piccola e buffa arcuata in un sorriso,
la barba bianca come la neve,
aveva in bocca una pipa
è il fumo circondava la sua testa come una ghirlanda.
Il viso era largo e la pancia rotonda
sobbalzava come una ciotola di gelatina quando rideva.
Era paffuto e grassottello, metteva allegria,
e senza volerlo io scoppiai in una risata.
Mi fece un cenno col capo ammiccando
e la mia paura spari,non disse una parola e tornò al suo lavoro.
Riempì una per una tutte le calze, poi si voltò,
accennò un saluto col capo e sparì su per il camino.
Balzò sulla slitta, diede un fischio alle renne
e volò via veloce come il piumino di un cardo.
Ma prima di sparire dalla mia vista lo udii esclamare:
Buon Natale a tutti e a tutti buona notte!