Oggi caro iCrewer ti porto a spasso, letteralmente parlando, per il web, perchè ti propongo un booktour di un libro.
Di cosa sto parlando? Del blogtour, o meglio del blog book tour, un modo già noto ai più ed un buon metodo per ottenere una diffusione maggiore del libro, raggiungendo centinaia di lettori standosene comodamente a casa. Ti mostro tutto il tour:
Sappiamo bene cosa sia un tour, una serie di appuntamenti scadenzati che promuovono un evento, in questo caso le “tappe” sono incentrate su un argomento specifico del libro scelto, perchè possa ottenere una visualizzazione maggiore.
Personalmente ho scelto di presentarti:
LA BAMBINA SENZA CUORE – posti e luoghi
Una storia? Una fiaba? Una favola? Comunque tu voglia classificarlo, dopo averlo letto, è un romanzo speciale e particolare.
La mia è una segnalazione specifica perchè mi occuperò delle ambientazioni.
Prima di procedere eccoti la sinossi:
“Whisperwood, 1890. Lola, dodici anni, si risveglia nella buca di neve in cui è stata sepolta. Non ricorda nulla. Sul suo petto una ferita aperta, testimone di un gesto efferato. Whisperwood, 1990. La vita di Nathan, quattordici anni, cambia la sera in cui decide di infrangere il coprifuoco che vige a Whisperwood. L’incontro con Lola, la pallida fanciulla che abita in un cimitero in rovina con un angelo di marmo, un gargoyle e un poeta dall’animo inquieto, sconvolgerà la sua esistenza per sempre.”
Un fantasy dark, pieno di mistero dalla prima all’ultima pagina, e se sei amante delle atmosfere un po’ cupe, fa al caso tuo.
Dove ci troviamo?
Whisperwood, 16 febbraio 1890
Nella luce cupa del pomeriggio, l’elegante landau avanzava scricchiolando sul sentiero ghiacciato… Dentro l’abitacolo, adagiata sulla tappezzeria di velluto, c’era la bara. Tra le poche persone che seguivano il cocchio a piedi, nessuno alzava lo sguardo da terra; le gambe procedevano lente a fatica, i corpi rabbrividivano tra i castelli di brina del bosco.
La radura davanti al lago era immacolata: solo i cespugli di biancospino spezzavano la sua compostezza, come magre mani protese al cielo. I due cavalli neri rallentarono sotto gli ultimi alberi del bosco. A quel punto il cocchiere tirò il freno anteriore, scese e sganciò i gradini pieghevoli della scaletta d’accesso. Il sentiero che univa la terraferma all’isolotto, sede del vecchio cimitero, era impraticabile fino al ponte di pietra.
18 ottobre 1990
Julian Perry schiacciò la sigaretta fumata a metà nel lavandino e uscì di casa. La vista del bosco bagnato di pioggia gli risultava insopportabile…..
Se voleva lasciare al più presto quella orribile cittadina di provincia, umida e maleodorante, aveva bisogno di fatti… Tutto era preferibile a Whisperwood…
Ed ancora
L’auto del sindaco Morris si immise nella corsia di destra e s’incanalò verso il grande incrocio in fondo alla strada. Curvando a sinistra si sarebbe arrivati in pochi minuti alla stazione ferroviaria passando per Old Whisper e Lakegreen, i quartieri più vecchi della città, quelli prossimi al Greenie. Nei tempi passati, quando non esistevano strade, il fiume era stato di fondamentale importanza per i traffici con Londra, Manchester e Liverpool. Per il commercio e i trasporti di merce destinati ai mercati. A quei tempi la città viveva nella speranza di grandi promesse, prima che un destino avverso ne bloccasse per sempre lo sviluppo, in un crescendo di eventi malevoli, esacerbato dall’isolamento della zona.
La storia si sviluppa su due piani temporali differenti, un secolo, ma con numerosi punti di contatto, e il gioco dei salti temporali ti lascia con il fiato sospeso nei punti critici, mentre fa ritorno all’una o all’altra epoca.
Whisperwood è un piccolo villaggio nelle vicinanze di Londra. L’autrice ci fa guardare dall’alto una processione. Un lento corteo funebre che arranca nella neve su un sentiero ghiacciato attraverso un bosco, tipicamente inglese. Siamo nel 1890. Un piccolo cimitero isolato, una bimba uccisa non si sa da chi e perchè. Quale mistero impregna l’aria di questo villaggio? Cosa lega Lola e Nathan, l’una del 1890, l’altro del 1990? Le esigenze dei due giovani sono legate ancor prima che loro stessi lo vengano a sapere.
E’ facile immaginarsi in questa cittadina dove dopo il tramonto gli abitanti si barricano in casa per sfuggire ad un “demone” senza nome e senza forma, che miete vittime ogni qualvolta si avventurano per strada e nel bosco al calar del sole.
La strada era umida e nera. Veli di nebbia perlacea tremolavano come immense ragnatele appese agli alberi. Le pallide facce dei lampioni illuminavano cortei e cancelli chiusi, vie deserte. D’un tratto un fruscio lo bloccò al centro della carreggiata… Sembrava il rumore prodotto da grandi lenzuola strappate, sbattute dal vento…
Sembra di avvertire l’aria umida ed intrisa di quell’odore di erba bagnata e fango dopo un forte temporale; le voci delle persone lungo le vie della città sembrano silenziose per come sussurrano le parole e timorose.
Whisperwood appare così, sempre cupa, un bosco antico ne delimita il confine e nasconde un cimitero d’anime senza redenzione.
Scene così palpabili che solo nei nostri peggiori incubi possiamo trovare, ma qui assumono un sapore nuovo, diverso, dove anche il vecchio sepolcreto abbandonato, che Nathan raggiunge, sembra essere lì, a portata di mano con tutte le anime che lo abitano, nel luogo dove i morti non dovrebbero mai incontrare i vivi, troviamo Lola “la bambina senza cuore”, che non è né viva né morta, il Poeta un’anima di altri tempi, Bianco un imponente angelo di marmo e Rufus, un gargoyle di pietra che si crede un cane.
Una leggenda creata dai segreti sussurrati e mormorati tra le strette stradine di questa cittadina, che si disperdono sul suo lago e tra le lapidi del vecchio cimitero, dove il reale si confonde con l’immaginario e nelle ombre si nascondono presenze misteriose. Spiriti della vecchia e cara Inghilterra che abitano il folto dei boschi. Una maledizione che si perpetua dal capostipite ai suoi discendenti e che potrà trovare la redenzione nelle persone e nei luoghi più inaspettati.
Pagine intrise di sovrannaturale, con luoghi di sconfinata bellezza o bruttezza, a seconda di come la parole vengono lette ed assimilate, al pari dei racconti dei fratelli Grimm.
E mi fermo qui perchè altrimenti rischio di lasciarmi coinvolgere e scrivere, scrivere e scrivere, più di quanto non abbia già fatto.