Ciao iCrewer! Oggi, per continuare il nostro tour delle biblioteche, proporrei di fare un salto negli Stati Uniti d’America, a Baltimora, per dare uno sguardo alla biblioteca George Peabody.
Le prime biblioteche che ci sono saltate all’occhio sono state quelle italiane, come la biblioteca Braidense di Milano, oppure la biblioteca Capitolare di Verona, forse perché più comode e facilmente raggiungibili. Poi è stata la volta di quelle sparse per il territorio europeo: universitarie – come quella del Trinity College e la Biblioteca bodleiana di Oxford – statali – la Lèninka di Mosca o il gioiello barocco di Praga – o vere e proprie opere d’arte – l’abbazia di Admont.
Quindi, credo che sia arrivato il momento di fare le valige, salire su un transatlantico immaginario – un semplice viaggio in aereo avrebbe molto meno fascino, non trovi? – e salpare alla volta del Nuovo continente. Dopotutto, se c’è una cosa – tra le tante – per cui gli Stati Uniti rimangono impressi nella mente di noi lettori compulsivi, sono biblioteche enormi e colme fino al soffitto di libri.
Biblioteca George Peabody
Originariamente si trattava della biblioteca dell’Istituto Peabody, fondato nel 1857 dall’omonimo banchiere e filantropo statunitense, il quale desiderava ringraziare Baltimora e i suoi abitanti per essere stati così ospitali durante i precedenti viaggi di lavoro dell’uomo.
Progettata dall’architetto Edmund G. Lind, in collaborazione con l’allora rettore dell’Istituto Nathaniel H. Morison, la biblioteca fu completata nel 1878. Il suo stile neogreco, l’immenso atrio, il cui pavimento di marmo bianco e nero dista più di diciotto metri dal lucernario di vetro satinato che funge da soffitto, contornato colonne bianche e cinque ordini di balconi ornamentali in ghisa nera, sono i motivi per cui la biblioteca è spesso citata tra le più mozzafiato del mondo.
La sua travolgente bellezza la rende non solo meta ideale per gli amanti della lettura, una vera e propria cattedrale del libro, ma anche location d’eccezione per eventi privati, come matrimoni. Senza contare che ospita svariate esposizioni e mostre.
Oggi la biblioteca George Peabody fa parte del più ampio reparto delle collezioni speciali delle biblioteche Sheridan dell’università Johns Hopkins di Baltimora.
I primi libri cominciarono a essere collezionati nel 1860, aumentando sempre di più, fino ad arrivare ai circa 300’000 volumi odierni. L’area d’interesse? Beh, ce n’è sicuramente per tutti i gusti, ma gli argomenti ad avere un posto particolare sono senz’altro l’architettura, la storia, la topografia, la religione, l’arte britannica, la storia americana, la letteratura, le lingue romanze, le biografie, le scienze, la geografia, i viaggi e le esplorazioni.
L’accesso è libero ed è consentito anche scattare fotografie, sempre nel rispetto degli altri avventori. Non è possibile, però, prendere in prestito i libri: la collezione è consultabile solamente all’interno dell’edificio, per rendere possibile a tutti fruire del sapere, seguendo la volontà di George Peabody. Egli stesso, infatti, disse:
“I wish to provide for an extensive Library, to be well furnished in every department of knowledge, and of the most approved literature; which is to be maintained for the free use of all persons who may desire to consult it.”
(Desidero finanziare una vasta biblioteca, che sia ben fornita in ogni ambito del sapere e della letteratura più approvata, e che sia mantenuta liberamente accessibile per tutte le persone che possano desiderare di consultarla)
Nell’attesa di poter fisicamente raggiungere Baltimora, così come accade per molti musei e siti archeologici in tutto il mondo, è possibile fare il tour in 3D anche della biblioteca George Peabody, comodamente dallo schermo dei nostri dispositivi.