Ciao iCrewer! Oggi ti andrebbe di venire con me fino in Baviera? Proprio qui, infatti, al confine con la Repubblica Ceca si trova l‘abbazia di Waldsassen, sede di una meravigliosa biblioteca.
Abbiamo già parlato di un’altra biblioteca abbaziale, quella di Admont, in Austria. Per quale motivo allora, ti chiederai, ora voliamo fino in Germania? Beh, prima di tutto per scoprire cose nuove, e poi perchè l’abbazia di Waldsassen e la sua bellissima biblioteca hanno una storia davvero interessante. È come se avessero preso parte a ognuno degli avvenimenti salienti della storia europea.
Curioso? Allora scopriamo qualcosa in più!
L’abbazia nei secoli
Quella di Waldsassen è la prima abbazia cistercense istituita in Baviera, fondata dal monaco Gerwich di Wolmundstein e costruita tra il 1128 e il 1132. Il primo abate venne eletto nel 1133.
Negli anni il suo prestigio crebbe, aumentò anche il numero dei monaci residenti, fino ad arrivare a fondare nuovi centri cirstercensi in località limitrofe. Nel 1147, Conrad III, imperatore del Sacro Romano Impero, le conferì il titolo di Reichsklöster, ossia di abbazia imperiale – luogo di dipendenza formale dal solo imperatore, il quale ne riteneva il protettorato.
Tuttavia, Waldsassen non fu un isola di pace nelle guerre che, per secoli, hanno sconvolto le pianure d’Europa. Per tutto il XIV secolo, infatti, per l’abbazia si alternarono periodi di splendore ad anni di declino. Pestilenze, carestie, esorbitanti tassazioni, nulla venne risparmiato a quelle terre. A ciò bisogna, inoltre, aggiungere, le scorrerie degli Hussiti (o Ussiti), cioè coloro che appartenevano a un movimento cristiano riformatore e rivoluzionario originatosi in Boemia nel XV secolo. Fedeli seguaci del teologo boemo Jan Hus, furono sostanzialmente dei precursori della Riforma protestante.
Nel 1525, durante la Guerra dei contadini, parte degli edifici del complesso monastico vennero distrutti. Nei successivi cento anni, a seguito della Riforma protestante, l’abbazia venne affidata al controllo di amministratori esterni, e i monaci residenti furono costretti a scappare, convertirsi, o accettare la condanna a morte. Come se non bastasse, lo scoppio della Guerra dei Trent’anni portò ulteriore distruzione: questa volta fu il fuoco a danneggiare anche ciò che era stato ricostruito.
In seguito alla Pace di Westfalia, il Cattolicesimo tornò la religione predominante in Baviera e, con esso i monaci cistercensi poterono di nuovo a insediarsi a Waldsassen, sebbene senza più essere un Reichsklöster. Nel 1981 l’abbazia di Waldsassen venne ricostruita in stile barocco e il numero dei suoi abitanti ricominciò a crescere. Fu luogo di asilo sia per coloro che erano stremati dalle carestie che afflissero tutto il 1700, sia per chi scappava dalla Rivoluzione Francese.
Secolarizzato nel 1803, a seguito del Reichsdeputationshauptschluss (l’ultima legge di rilievo del Sacro Romano Impero), il complesso monastico venne veduto e divenne una fabbrica di cotone.
Solo nel 1863 la struttura venne nuovamente acquistata da un ordine religioso, le suore cistercensi di Floh-Seligenthal, che ne fecero un convento di clausura, oltre a fondare un istituto per ragazze.
La biblioteca dell’abbazia di Waldsassen
La costruzione della biblioteca iniziò nel 1433 ma, a causa dei danni riportati dalle strutture in seguito alla Guerra dei contadini, venne completata solamente tra il 1512 e il 1592, quando vennero attuato il restauro dell’intero monastero.
Nel 1585 venne fatto un primo inventario delle opere qui ospitate: 482 tra manoscritti e volumi stampati. Nel 1742 i libri erano diventati 12’000, sebbene pochi di loro risalissero al periodo precedente alla Guerra dei Trent’anni.
A seguito della secolarizzazione dell’abbazia, vennero scelti 3250 volumi – tra circa 19’000 – i quali vennero trasferiti nella nuova Biblioteca provinciale istituita ad Amberg. I restanti 15’000, che fine hanno fatto? Beh, ancora ad oggi, non si sa.
La biblioteca dell’abbazia di Waldsassen è caratterizzata da bellissimi bassorilievi che decorano gli scaffali in legno, sede delle delicate opere, rilegate in belle suina o di vitello. Le mezzanine superiori, poi, sono sorrette da dieci colonne in legno, di forma umana, che racchiudono significati allegorici (rappresentano, ad esempio, l’ignoranza, la curiosità, la superbia). Anche i soffitti sono magistralmente decorati da affreschi e stucchi dorati.
Se ti interessa, è possibile visitare l’abbazia e la biblioteca e anche partecipare a visite guidate. Il costo del biglietto è inferiore ai 5 euro!
Le immagini sono state prese dal sito ufficiale dell’abbazia.