Ciao iCrewer! Ti piace immaginare di leggere in posti meravigliosi? Di recarti in biblioteche da sogno? Magari in luoghi pregni di storia? Che ne dici di venire con me in esplorazione? Oggi pensavo di andare fino a Oxford, in Inghilterra, per visitare la Biblioteca bodleiana.
Non so se ti ricordi, ma ci siamo già recati in questa località, sempre durante uno dei nostri viaggi alla ricerca di nascondigli letterari. È proprio a Oxford, infatti, che si trova un noto e storico pub: The Eagle and Child. Per questo motivo non ho saputo resistere, e ho deciso di farci di nuovo una capatina, alla volta dei milioni di libri custoditi a poca distanza dal locale.
Biblioteca bodleiana: un po’ di storia
La Biblioteca bodleiana è una delle biblioteche più antiche d’Europa e, in Inghilterra, seconda per dimensioni solamente alla British Library.
Tutto ebbe inizio nel 1320 circa, quando all’interno della Chiesa universitaria di Santa Maria Vergine una stanza venne destinata a biblioteca. Essa si trovava proprio nel cuore pulsante del distretto accademico dell’epoca, non lontano da dove avevano luogo le lezioni.
Ai manoscritti iniziali si aggiunsero i 281 – di inestimabile valore – che Humfrey, Duca di Gloucester e fratello minore di re Enrico V donò all’università. Ciò rese necessario un’aumento dello spazio destinato alla biblioteca così, nel 1478 vennero iniziati i lavori di costruzione della nuova sede, terminati un decennio più tardi.
La pace, tuttavia, durò per soli sessant’anni in quanto, nel 1550, nella foga di purgare la Chiesa inglese dal Cattolicesimo, “superstiziosi libri e immagini” compresi , vennero rimossi tutti i volumi della biblioteca e alcuni addirittura bruciati. L’università, purtroppo, non aveva i mezzi economici per rimediare e trovarne di nuovi, quindi nel 1556 i locali vennero occupati dalla Facoltà di Medicina.
Fu solamente con l’intervento di Sir Thomas Bodley (da qui il nome) che i libri fecero il loro ritorno. Collega del Merton College e diplomatico della Regina Elisabetta I, decise di ritirarsi a vita privata proprio a Oxford, con l’intento di rendere di nuovo agibile la biblioteca che, all’epoca, versava in un grave stato di abbandono.
Così nel 1598 vennero donati 2’500 volumi, venne assunto un bibliotecario e nel novembre 1602 la Biblioteca bodleiana aprì al pubblico.
Nel 1610 Bodley prese accordi con una casa editrice di Londra, in modo che una copia di ogni volume stampato venisse consegnata alla biblioteca di Oxford, rendendola così non solo luogo di consultazione del sapere, ma anche deposito e archivio. Il progetto seguente riguardò l’ampliamento della struttura, per accomodare una tale mole di opere e, pian piano, da una singola stanza si arrivò al complesso di edifici che possiamo ammirare tutt’ora.
Dalla riapertura, inoltre, la biblioteca era stata beneficiaria di molte donazioni, come quella dell’avvocato John Selden, costituita da 8’000 libri.
Erano molte le regole e le tradizioni proprio di questo luogo: nessuna opera era disponibile al prestito (nessuna eccezione, neanche per il re); il riscaldamento venne introdotto solamente nel 1845; la luce artificiale nel 1929. Tuttavia, il numero di avventori non va sottostimato: nel 1831, dalle tre alle quattro persone visitavano queste sale ogni giorno. Non male, se si considera che l’orario di apertura era alquanto ridotto, per i nostri standard (10.00-15.00 in inverno e 9.00-16.00 in estate).
Un’ulteriore espansione si ebbe quando John Radcliffe donò una grande somma di denaro destinata all’acquisto di terra e di nuovi volumi. Il risultato fu la Biblioteca Radcliffe (così chiamata fino al 1860), la quali rimase sostanzialmente indipendente dalla bodleiana fino al 1860. Da quel momento è denominata Radcliffe Camera.
Agli inizi del XX secolo i visitatori giornalieri erano un centinaio e nel 1914 venne raggiunto il primo milione di libri ospitati nella biblioteca. Ciò rese di nuovo pressante l’esigenza di spazio, sopperita solo in parte dalla costruzione di un magazzino sotterraneo. Così, tra il 1937 e il 1940 venne eretta quella che prese il nome di Nuova bodleiana, progettata per contenere cinque milioni di volumi.
Nel 2015 tutti gli edifici della biblioteca – diventanti molto numerosi – vennero sottoposti a un’azione di restauro.
Oggi, alla “Bod“, come la chiamano studiosi e studenti che la frequentano assiduamente, si possono trovare più di tredici milioni tra manoscritti, opere stampate e immagini. Che ne dici? Niente male, vero?
Articolo interessante! ma l’immagine all’inizio dell’articolo è la Biblioteca Angelica di Roma, altrettanto antica e affascinante
Sono contenta che l’articolo le sia piaciuto! Ho provveduto a modificare l’immagine errata, grazie mille della segnalazione.