Belle, ricche, cattive di Jenny Oliver e tradotto da Alessia Fortunato, edito da DeA è un libro che tutti gli adolescenti dovrebbero leggere, una storia che ti fa capire che non bisogna mai smettere di credere in se stessi e che ciò che conta non è quanto sei alla moda, o quanto sai saltare in alto, ma ciò che tu sei realmente.
Belle, ricche, cattive: Norah Whittaker approda al prestigioso liceo di Chelsea High
Partiamo dalla cover: in primo piano una ragazza bionda dallo sguardo altezzoso, assomiglia proprio alla classica ragazza che quando ti vede per la prima volta, piuttosto che stringerti la mano, ti analizza da capo a piedi e decide se il tuo posto è dentro o fuori. Alle sue spalle un elegante e imponente edificio che, in tutta probabilità, è una scuola.
Norah Whittaker è una ragazza che ha sempre vissuto su una barca galleggiante ormeggiata nel porto di Mulberry Island: qui si conoscono tutti, i momenti di convivialità tra gli abitanti hanno tutta l’aria di somigliare a delle grandi riunioni familiari. Tutti si stimano e si aiutano vicendevolmente.
La vita di Norah, però, prende improvvisamente una piega diversa: tutto cambia, il suo mondo sereno e pieno di sicurezze si incrina e si riempie di crepe. A tutto ciò si aggiunge l’arrivo in una nuova scuola, non una qualsiasi però, ma la più prestigiosa e rinomata di Londra, il liceo di Chelsea Hig.
«La mia attenzione era stata catturata da quello che avevo davanti: una massa brulicante di ragazzi affascinanti, seduti sugli ampi gradini di pietra del palazzo in mattoni rossi; tutti in uniforme grigia e bianca, esattamente come la mia, ma mille volte meglio.
Le bandiere a scacchi sventolavano dalle torrette e un milione di bifore risplendevano nella foschia causata dal fumo degli autobus, tutte di vetro decorato come in chiesa. Mi sentii mancare la terra sotto i piedi. Di certo quella non poteva essere una scuola. Era un castello: un luogo da visitare sulla mappa di un turista.»
Qui, Norah dovrà fare i conti con Coco Summers, influencer e regina dei selfie e con tutti i suoi tirapiedi pronti a saltare se richiesto dalla loro reginetta; l’unico a distinguersi è il giovane Ezra Montgomery: un ragazzo che sembra diverso da tutti loro.
Belle, ricche, cattive si compone di trentacinque capitoli, la narrazione si svolge in prima persona, il linguaggio è semplice, pulito, lineare, perfettamente inerente alla fascia d’età alla quale è rivolta la storia. Il libro è scritto molto bene, i dialoghi sono ben strutturati.
Infatti, benché si tratti di adolescenti, l’autrice ha fatto sì che il loro modo di interfacciarsi non sia banale o scontato, ha realizzato dei dialoghi maturi.
Le descrizioni ti permettono di visualizzare, come se li avessi dinanzi agli occhi, la persona o la scena che Jenny vuole descriverci, delineando i particolari, piccoli dettagli che ti rendono perfettamente l’idea.
I personaggi sono parecchi ma per ciascuno di essi l’autrice ha saputo delinearne caratteristiche e carattere che li rendi unici nel loro genere.
La lettura di questo libro è stata fluida, ho letto senza sosta, più leggevo e più volevo andare avanti, tanto che mi sono imposta di non correre troppo proprio per evitare di terminarlo in breve tempo. Mi sono immedesimata nella vita di Norah, ho sofferto, ho gioito e mi sono sentita umiliata assieme a lei, ma allo stesso modo insieme a lei ho esultato per la forza che essa ha sempre dimostrato.
In questa storia si crea una grande empatia con i personaggi.
Ho molto gradito l’utilizzo dell’autrice di similitudini particolari per le descrizioni, come per esempio «Aveva le ciglia lunghe come le ali di un merlo.», o ancora «Emmeline si girò di nuovo, con i capelli che le sferzarono la schiena come un colpo di vernice.»
Belle, ricche, cattive: bisogna essere tutti un po’ come Norah Whittaker
La storia che Jenny Oliver ci racconta, è una storia non lontana dalla realtà; l’autrice, infatti, ci descrive in modo verosimile vicende che potrebbero benissimo accadere – com’è probabile che accadano – nella vita di tutti i giorni.
Ho molto apprezzato il fatto che tutta la vicenda si sia mantenuta in modo attinente alla vita reale, in particolar modo per quel che riguarda uno dei personaggi principali e per ciò che accade allo stesso: qui non è andata a cercare necessariamente un lieto fine.
Chiaramente non posso svelarti nulla, altrimenti ti priverei del piacere di leggere questa lettura: e credimi questo libro merita davvero di essere letto.
Norah Whittaker è una giovane adolescente che, come detto, vede il suo tranquillo mondo andare in frantumi, la sua vecchia vita sembra lontana anni luce, uno sbiadito ricordo che viene spazzato via dalla nuova vita che attende Norah. Una vita dove imperano lussi, agi, ragazzi sempre glamour e alla moda, feste alle quali spesso non viene invitata, di cattiverie rivolte al suo indirizzo.
«Non ero così stupida da credere che fosse diventata all’improvviso tutta dolce e gentile, dalla mia parte. Ma non avrei mai creduto che qualcuno che a malapena conoscevo avrebbe provato tanto piacere per la distruzione della mia famiglia. Ero colpita, irrigidita e scossa.
Non feci in tempo a raggiungere il bagno che le lacrime mi stavano scendendo sulle guance.»
Ma lei non si arrende, piange ma non si dà per vinta, cade ma si rialza, mostrerà di essere forte e di non piegarsi dinanzi alla cattiveria di Cocco e delle sua adepte.
Troverà in Ezra qualcuno con cui poter parlare davvero e che, a sua volta, ha bisogno di qualcuno che ascolti tutte le emozioni, gli stati d’animo che egli si porta dentro.
«Quando si accorse che stavo tremando, mi passò un braccio attorno alle spalle per scaldarmi. Fu un gesto automatico che ci fece prendere consapevolezza del fatto che mi avesse abbracciato, e che io mi fossi accoccolata.
Sentii l’odore del fango e di sudore. Mi ritrassi quando mosse il braccio. Restammo fianco a fianco. Mancavano due settimane al musical.»
I personaggi, come detto, sono parecchi, ma ciò non desta confusione perché si riesce a individuarli senza difficoltà. Oltre a Norah, chi ha catturato la mia attenzione è appunto Ezra, così come sia il padre che la madre di Norah, nonché i nonni di questa giovane adolescente; quest’ultimi, infatti, avranno un ruolo importante nella vita della ragazza.
Belle, ricche, cattive è un libro che mi ha colpita e mi è arrivato dritto al cuore, sarà, in particolare, per gli atteggiamenti di bullismo che si manifestano – tematica a me cara –, sarà per la storia in sé raccontata, sarà per la giovane Norah, ma è un libro che consiglio assolutamente di leggere – e che io rileggerei – non solo agli adolescenti, ma anche agli adulti.
«…capii che avevo vinto contro me stessa. Non avevo più paura. Mi ero guadagnata una piccola vittoria prima che mi spingesse. Quel lampo nel suo sguardo. L’avevo vista per quello che era, e lei nei era consapevole.»