Ministro Azzolina, si ricorda di me?
Sono la redattrice ex prof che, alcuni mesi fa, in rispettoso lookdown per covid, si è permessa di dare qualche consiglio su come affrontare gli esami. Che si trattasse degli esami per i giovanissimi della media o i più ” maturi” della scuola superiore, la percezione grande è stata quella di smarrimento e timore dell’incognita. Lo è stato anche per me che tentavo di dispiegarmi tra i meandri dei suoi innumerevoli decreti.
Azzolina, l’importante è spiegare come stanno le cose
Non me ne voglia, ministro, se mi permetto questa licenza. Il coraggio di scendere in prima linea e l’impegno profuso per cercare di risolvere i problemi è stato ed è per me motivo di stima se non altro per la scelta di sedere su una poltrona alquanto scomoda ma… Sì, ministro, purtroppo c’è un ma, come per tutte le situazioni che vanno legittimamente chiarite una volta per tutte. Vede, miss Azzolina, quando si ha a che fare con i ragazzi bisogna mettere in conto che il rischio è scivolare nelle sabbie mobili. Non metto in dubbio la sua esperienza, so bene che, come me, anche lei è consapevole che il dovere di un’insegnante è spiegare bene (si spera) i concetti che potrebbero apparire complessi. In questo caso i concetti da spiegare temo siano più complessi di quanto ci si aspettava. Lo è stato per noi del settore, figuriamoci per i genitori e i loro immacolati figli. Forse, non lo neghi, lo è stato anche per lei.
Trovare soluzioni immediate capaci di accontentare tutti è come dire di avere trovato la lampada di Aladino e la caverna incantata. Ma non è così. La lampada non esiste e anche strofinandola non riuscirebbe a soddisfare tutte le esigenze, soprattutto quelle che riguardano i giovani o se vogliamo usare termini più plateali il futuro del nostro Paese. La scuola, anche questo ripetuto fino alla noia, è fondamentale per la crescita culturale di ogni individuo purchè questa venga appresa nella maniera giusta, aggiungo io.
La capisco e la comprendo, spesso la scarsa autonomia dei giovani è figlia di un atteggiamento troppo protettivo. É sempre così. Tra le mura domestiche tutto è concesso, li si vuole già adulti ma tra quelle scolastiche improvvisamente ritornano ad essere i cocchi di mamma da difendere con cappa e spada! In questo caso, mi consenta, i dubbi sono tanti anzi troppi. Così come i timori di una ripartenza scolastica che lei immagina già bella e configurata ma che implica variabili difficili da gestire. Lo so, parlo da esterna ma se mi permetto di dissentire è per l’evidente scetticismo che aleggia tra il personale della scuola stessa e non solo.
Azzolina, il 14 settembre riparte la scuola
L’ho seguita nell’ultimo confronto in TV e devo dire che ha un self control niente male. Per alcuni aspetti il suo ottimismo in merito alla ripartenza ha, in qualche modo, rincuorato una parte degli animi ma le perplessità sono ancora molte. Convengo con lei, altro non avrebbe potuto fare, qualsiasi cedimento o piccola insicurezza avrebbe procurato danni incalcolabili. Su questo non ci piove. Come si dice, davanti alla verità, negare, sempre!! Ma quale sarà la verità? Forse non esiste. L’unica verità è quella che si può ancora fare perché soprattutto ai giovani sia data un’altra possibilità.
“Stiamo lavorando da settimane, il 14 settembre la scuola riparte, anzi ripartono le tante scuole d’Italia. Abbiamo più di 4mila plessi scolastici, più di 8mila autonomie. Abbiamo fatto un lavoro enorme per garantire al massimo la sicurezza di studenti, studentesse e di tutto il personale scolastico”.
Una dato comunque è chiaro, almeno lo ha ripetuto in tutte le salse e in tutti modi (e forse anche in tutti i laghi), il 14 settembre si rientra a scuola. Una data ufficiale per gli altri ma non per gli addetti ai lavori già alle prese con la macchina infernale dei recuperi, schede da riempire, valutazioni da fare, organizzare collegi, riunioni di dipartimenti e via dicendo. Un aiuto concreto è arrivato dalle linee guida che il ministero ha inviato a tutte le scuole e questo è importate.
Sì, ministro, la scuola riaprirà ma come? Il virus non ha colpito solo nel fisico. Ha demolito le certezze fino ad ora faticosamente conquistate. La speranza di un futuro, se prima era conquistabile, appare difficile da immaginare. È un futuro alquanto remoto, non crede? E i ragazzi cara ministra lo hanno avvertito più di tutti.
Vanno bene i banchi con le rotelle se questo può ridurre il pericolo dei contagi, condivido la scelta di stanziare risorse per utilizzare ulteriori spazi, il distanziamento sociale è importante. Approvo anche la drastica decisione di imporre l’uso della mascherina se i protocolli di sicurezza lo prevedono. Ritengo giusta e doverosa la scelta di stanziare fondi per attrezzare gli alunni più bisognosi di dispositivi telematici. In effetti il timore di dover ritornare all’uso telematico non è certo una possibilità remota, lo ha citato spesso, una recrudescenza del virus lo imporrebbe e su questo siamo tutti d’accordo. Non parliamo delle varianti sugli interventi per scongiurare contagi e via dicendo. Dalla misurazione della temperatura a tutte quelle indicazioni per prevenire situazioni spiacevoli. Ma questo è inutile evidenziarlo, è scritto ovunque. Mi chiedo se questa è l’unica soluzione a tutti i problemi?
Mi rendo conto, Ministro, che non esiste una soluzione che vada bene per tutto. Quando parliamo di scuola o di giovani studenti parliamo anche dei bambini della scuola primaria, della scuola media per arrivare agli adolescenti delle superiori e i giovani universitari. Tutti hanno uguale importanza. È un puzzle che si configura inserendo tutti i pezzi al posto giusto, l’assenza di un elemento non consente la fine del disegno: il raggiungimento degli obiettivi. Facciamo in modo che si possa raggiungere con la giusta serenità, dando la giusta attenzione ad ogni pezzo. Non è facile, lo comprendo ci vuole determinazione e comunione d’intenti e forse questo non è sempre raggiungibile.
Azzolina, secondo me…
Ministro Azzolina io un consiglio ce l’avrei. Senza entrare nel merito delle beghe politiche da cui prendo le dovute distanze, penso che uno sguardo in più le sarebbe di grande aiuto nell’affrontare questo compito così difficile. Mia nonna diceva sempre che l’umiltà nel chiedere aiuto è segno di una grande forza interiore. Si faccia aiutare affinché si possa continuare, anche se in difficoltà, a ridare fiducia, dare un altro futuro e un’altra possibilità a questi giovani, non complichiamogli l’esistenza. La vita è già una corsa ad ostacoli, ma questo lo sappiamo io e lei, lo abbiamo imparato vivendo. Per loro è ancora qualcosa che profuma di buono, un universo colorato di parole, abbracci e tanta voglia di vivere. Aiutiamoli a comprendere che ciò che sta accadendo fa parte della vita, è un primo piccolo ostacolo da superare ma che non saranno mai soli, che il futuro non sarà peggiore di quello che hanno sognato.
Condivido Galliano quando afferma che non è giusto mettere tutto in discussione. Gli errori nella vita sono leciti. Sono quelli che ci fanno crescere e non fa nulla se nel proseguo di questa esperienza, se ne faranno tanti. Va bene lo stesso. Sbagliando impareremo tutti a fare qualcosa in più e probabilmente meglio. Vale anche per lei di questo sono certa così come sono convinta che, nonostante le traversie, i giovani impareranno a guardare i fatti della vita con occhi diversi, più curiosi, con maggiore autonomia impareranno a non avere paura del futuro.
Vede caro Ministro, i ragazzi hanno bisogno di credere nelle loro possibilità. Insegnando nello sport ho compreso quanto il risultato dipenda dal lavoro di squadra. Dal tecnico all’ultimo elemento, tutti concorrono a che i giocatori entrino in campo preparati ma soprattutto motivati. Non fa nulla se al di là della rete hai il primo della classe, l’importate è giocare insieme, sempre e spesso, mi creda, si esce vittoriosi.
L’autostima è una di quelle variabili da considerare accanto all’apprendimento, al senso civico, e all’educazione. Forse la variabile più importante. Senza autostima non si va da nessuna parte. Mancherebbe quel piccolo pezzo per chiudere il famoso disegno e allora, forza, Ministro Azzolina vada avanti, non si curi di chi la vuole all’angolo dietro alla lavagna. Il suo compito è aiutare i ragazzi, li aiuti a comprendere che quel metro di distanza non sarà un ostacolo ai loro sogni, che la mascherina non è un ostacolo alla comunicazione, anzi sarà solo un’altra esperienza da mettere da parte. Solo un’altra occasione per capire che la vita è bella ugualmente, oggi con la mascherina, domani uniti di nuovo in un grande abbraccio.
In bocca al lupo per tutto!
Una prof.