Cari Icrewers oggi vi voglio parlare di Tiziano Terzani un uomo che ha vissuto la sua vita come una grande avventura… e l’ha terminata, nonostante o grazie al cancro che lo aveva colpito, continuando a pensare che ogni giorno è “un altro giro di giostra”.
Iniziamo come sempre da una breve CARTA D’IDENTITA’ dell’autore:
NATO A: Firenze
IL:14/09/1938
MESTIERE: viaggiatore, giornalista e scrittore.
FORMAZIONE: Dopo il liceo, nel 1962 si laurea con lode in Giurisprudenza presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. Tre anni dopo viene inviato in Giappone dall’azienda Olivetti, per la quale lavora, per tenere alcuni corsi aziendali. Consegue poi un Master in Affari Internazionali alla Columbia University di New York, seguendo corsi di storia e lingua cinese. Nel 1969, dopo la seconda laurea, rientra in Italia e lascia definitivamente l’Olivetti, dove avrebbe un avvenire assicurato, e cerca un’occupazione come giornalista, la sua vera passione.
CURIOSITÀ: Il papà Gerardo aveva un’officina meccanica, la mamma Lina lavorava come cappellaia in un negozio di sartoria: la famiglia Terzani viveva in una piccola casa modesta, e, inizialmente, fu grazie al professore della scuola media, Ernesto Cremasco, che convocò i suoi genitori per convincerli a far frequentare a Tiziano il liceo classico, che continuò gli studi. Gerardo e Lina con tutti i loro risparmi andarono a comprargli il suo primo paio di pantaloni lunghi e Tiziano si diplomò brillantemente. Fu allora che la Banca Toscana gli offrì un lavoro. Una proposta che aveva elettrizzato i genitori, ma molto meno il giovane Tiziano che disse di no e continuò a studiare. Tentò l’ammissione al collegio Medico-Giuridico annesso alla Scuola Normale di Pisa: c’erano cinque posti a disposizione, e lui arrivò secondo. Con la sua laurea con lode in mano, entro’ alla Olivetti e fece il manager per cinque anni. Un lavoro che gli permise di viaggiare in tutta Europa e in Oriente.
LE OPERE PIÙ CONOSCIUTE: “Pelle di Leopardo”(1976) un resoconto sulla guerra in Vietnam; “Buonanotte Signor Lenin”(1992) racconto di un lungo viaggio che lo condurrà, attraverso la Siberia, l’Asia centrale e il Caucaso, fino alla capitale; “Un indovino mi disse”(1995). Nel 1976 un indovino cinese avverte Tiziano Terzani che nel 1993 corre un gran rischio di morire e gli consiglia di non volare mai. Terzani vede questa profezia come un’occasione per guardare il mondo con occhi nuovi e decide di non prendere aerei per un anno, senza rinunciare al suo mestiere. Il risultato di questa esperienza è questo libro. “La porta proibita”(1984) un reportage, un diario di viaggio, un romanzo sull’esperienza dell’arresto a Pechino e della sua espulsione dal Paese. “Lettere contro la guerra”(2002) Il volume raccoglie una serie di lettere inedite e alcune comparse sul ‘Corriere della Sera’.
LE OPERE PIÙ RECENTI: “Un altro giro di giostra” (2004) un viaggio alla ricerca di una cura si trasforma in un viaggio interiore sulla ricerca della propria identità.
TEMI CARDINE: viaggi, Oriente, cambiamento, la non violenza.
Ho conosciuto questo autore leggendo “Un altro giro di giostra” dove il viaggio assume una doppia valenza, la valenza “esteriore” che lo porterà a provare, affiancandole alle cure tradizionali, tutte le cure alternative possibili per il suo male, ed “interiore”, verso la consapevolezza di sè stesso.
Il suo desiderio di scoperta, di ricerca, lo porta a cercare quella cura che avrebbe potuto aiutarlo, ma proprio durante il viaggio si accorge che in realtà sta solo cercando di fuggire dalla morte.
La morte come fine della vita e del viaggio è difficile da accettare, ma, come scopre Terzani, se si è riusciti a vivere pienamente ogni momento della propria vita quel tempo in più, che si potrebbe recuperare, sarebbe solo una ripetizione di quanto è già stato fatto.
Verso la fine del viaggio davanti all’Himalaya, un vecchio saggio gli svelerà il segreto dell’esistenza:
“L’unico vero maestro non è in nessuna foresta, in nessuna capanna, in nessuna caverna di ghiaccio dell’Himalaya… E’ dentro di noi!”
In questo libro la sua capacità di cambiare, provare nuove strade, di immergersi completamente in ogni situazione con fiducia, e di ricominciare ogni volta senza arrendersi mai, incoraggia a mettersi sempre in gioco ad ogni età, in ogni momento della vita.
Il suo intento nel libro è proprio questo: Terzani esorta tutti a costruire la propria vita come si desidera, senza paura di cambiare, di provare nuove strade, di assumere nuovi punti di vista, facendosi guidare dal “guru” che è dentro ognuno di noi.
Un altro tema molto caro a questo autore è quello dell’interdipendenza di tutti gli esseri viventi, un tema che racchiude e conduce a quello fondamentale della non violenza.
“L’uomo deve sviluppare una nuova coscienza di se’, del suo essere al mondo dei suoi rapporti con gli altri uomini e con gli altri esseri viventi…”
Ed è anche per questo che Terzani esortava tutti a ragionare sulle proprie scelte e a vivere in maniera coerente, tenendo presente che siamo parte di un sistema più grande, la natura. La vita è ha un senso se vissuta in connessione con questo tutto.
”Più ci inciviliamo più ci allontaniamo dalla natura, compresa la nostra natura che è quella di essere parte del tutto …”
In “La Fine è il mio inizio”, pubblicato postumo, parla a suo figlio Folco di cos’è stata la sua vita e di cos’è la vita.
In questo libro un passaggio mi ha fatto riflettere: è verso la fine quando Folco gli chiede cosa desiderava per lui…Terzani risponde “che fossi un uomo libero”. E secondo me questo è il più bel augurio che si possa fare ad un figlio.
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Un autore straordinario che hai onorato con un bellissimo articolo. Brava.
Grazie mille Lara. Sono davvero contenta che ti sia piaciuto.