Caro Lettore, oggi nella rubrica Autori in tasca conosciamo insieme Maurice Maeterlinck un poeta, drammaturgo e saggista belga. Ha vinto il Premio Nobel nel 1911.
Maurice Polidore Marie Bemhard Maeterlinck è nato a Gand in Belgio nel 1862.
Dopo la laurea in giurisprudenza si trasferisce in Francia, a Parigi. Qui entra in contatto con l’emergente movimento simbolista, del quale è intriso il suo lavoro, che si manifesta in un’atmosfera onirica, che si contrappone alla scena reale.
Nel 1890 fu definito dallo scrittore Octave Mirbeaugrazie “il nuovo Shakespeare belga”, commentando in un articolo il dramma fiabesco, La princesse Maleine.
Grazie a questo articolo l’autore raggiunse improvvisamente il successo e nel 1911 gli venne conferito il Premio Nobel per la letteratura con la seguente motivazione:
«Per le sue molte attività letterarie, specialmente per la sua opera drammatica, che si distinguono per la ricchezza d’immaginazione e la poetica fantastica, che rivela, a volte sotto forma di favola, una profonda ispirazione, mentre in un modo misterioso si rivolge ai sentimenti propri del lettore e ne stimola l’immaginazione.»
Le opere di Maurice Maeterlinck
Ma guardiamo più da vicino il suo lavoro che possiamo dividere in opere drammatiche di carattere poetico, poesie e saggi.
Le opere drammatiche, inizialmente particolarmente pessimistiche, come L’intruse (1890), Les aveugles e Les sept princesses (1891),Pelléas et Mélisande (1892, poi musicato da C. Debussy), Intérieur, ecc furono seguite da altre che invece avevano un approccio contrario: come Soeur Béatrice del 1901; Ariane et Barbe-Bleue, L’oiseau bleu del 1909.
Tra i saggi, tutti accomunati dal rifiuto di ogni credo religioso, La vie des abeilles, La vie des termites, La vie de l’espace e La vie des fourmis, che sono stati tradotti anche in italiano e pubblicati da Newton Compton nel 1991.
Per quanto riguarda la poesia: l’autore aveva esordito nel 1889 con una raccolta di versi, Les serres chaudes.
Il suo maggior successo fu, però, la fiaba L’uccellino azzurro del 1908, che fu inscenata a Mosca da Stanislavskij e in Italia da Luca Ronconi nel 1979.
I protagonisti sono i poveri Tyltyl e Mytyl, fratello e sorella, che lavorano come taglialegna. Una notte nella loro camera da letto i due ricevono la visita della fata Berylune, che chiede loro di aiutarla a trovare l’uccellino azzurro della felicità, l’unico modo per guarire la sua nipotina, gravemente malata.
Durante il viaggio in un mondo fantastico, i due fratelli ritroveranno i loro nonni morti da tempo, il loro fratellino non ancora nato ed altri personaggi, tra cui la Luce, il Fuoco, il Pane, lo Zucchero, il Cane e il Gatto. Quest’ultimo pur di salvarsi la vita tenterà, con l’aiuto della Notte e degli spiriti degli alberi e degli animali, di uccidere i due protagonisti.
Di quest’opera sono state fatte sette trasposizioni televisive, di cui 6 film e un anime giapponese, trasmesso nel 1980 e intitolato L’uccellino azzurro.
A cura di Editoria & Spettacolo, il 10 settembre 2020 è stato pubblicato L’uccellino azzurro-Il fidanzamento che contiene il celebre testo L’uccellino azzurro, in una nuova traduzione aggiornata, e il suo seguito, Il fidanzamento, tradotto per la prima volta in lingua italiana.
Con numerosi interventi di critica relativi alle pièces e, in appendice, il saggio “Sulla morte di un cagnolino”, intimamente connesso all'”Uccellino azzurro”, testimonianza di quel profondo legame esistente tra l’uomo e il cane, l’uomo e gli animali, l’uomo e la natura.
Al prossimo appuntamento, come sempre buona lettura!