Caro iCrewer, oggi ti parlo di Steinbeck, uno dei maggiori esponenti della lost generation del XX secolo. Scopriamo insieme la sua vita e le sue opere maggiori.
John Ernst Steinbeck (1902-1968) è stato uno degli scrittori statunitensi più noti del XX secolo. Per un breve periodo fu anche giornalista e cronista di guerra nella Seconda guerra mondiale. Nel 1962 ricevette il Nobel per la letteratura con la seguente motivazione: “Per le sue scritture realistiche e immaginative, che uniscono l’umore sensibile e la percezione sociale acuta”. Steinbeck è uno dei principali esponenti della “generazione perduta”.
Nato a Salinas, in California, crebbe insieme ai genitori e le tre sorelle, trascorrendo parte dell’adolescenza a scrivere racconti e poesie. Nel 1919 iniziò gli studi a Stanford, interrotti per svolgere lavori disparati venendo a contatto con un ambiente che influenzerà poi i suoi scritti. Abbandonò l’università senza laurearsi e cercò di entrare nel mondo letterario, pubblicando su riviste e giornali. Nel 1925 si trasferì a New York, dove lavorò per il New York American, ma l’anno successivo fu costretto a tornare a Salinas. L’esperienza è raccontata in Come si diventa newyorkesi.
LA GENERAZIONE PERDUTA
Le figure generalmente identificate con la cosiddetta lost generation sono, oltre a Steinbeck: Hemingway, Francis Scott Fitzgerald, Thomas Stearns Eliot, John Dos Passos, Waldo Peirce, Isadora Duncan, Abraham Walkowitz, Alan Seeger, Erich Maria Remarque, Henry Miller, Ezra Pound, Sherwood Anderson. L’espressione sarebbe stata coniata da Gertrude Stein o meglio dal proprietario del garage in cui custodiva la sua Ford T: quando un giovane meccanico non riuscì a riparare in modo soddisfacente l’auto, il proprietario gli avrebbe gridato “Siete tutti una generation perdue”. “Una generazione – come ha spiegato lo stesso Stein – che ha prestato servizio nella guerra. Una generazione perduta”. L’esponente di maggiore rilievo della lost generation resta Hemingway.
LA SANTA ROSSA
Tornato in California, nel 1929 pubblicò il suo primo romanzo Cup of Gold (La santa Rossa). Si tratta dell’unico romanzo storico dell’autore, che narra la vita di Henry Morgan, un garzone di fattoria del Galles che, dopo aver ricevuto da un eremita profezie di successo, parte per le Indie Occidentali dove diventa capitano di una nave pirata. Morgan compie le imprese più svariate, tra cui il saccheggio di Panama e riesce a impossessarsi del tesoro spagnolo ma non a conquistare l’amore della “santa rossa”, una donna bellissima. Tornato in Giamaica, si costruisce un’identità di tutto rispetto come capofamiglia e governatore. Come i due romanzi successivi, I pascoli del cielo e Al dio sconosciuto, questo non ottenne successo.
PIAN DELLA TORTILLA
Pian della Tortilla, invece, venne subito acquistato da Hollywood per 4.000 dollari e lo stesso presidente Roosevelt dimostrò grande ammirazione per lo scrittore, spesso ospitato alla Casa Bianca. Il romanzo prende il nome da un quartiere di vecchie baracche a Monterey, dove vivono i paisanos, ultimi discendenti dei californiani di sangue spagnolo. Il romanzo narra le vicende di sette paisanos e cinque cani, come un’antica storia cavalleresca che termina in tragedia. Scritto nel periodo della Depressione, rappresenta una satira violenta della falsa rispettabilità borghese. Dal romanzo venne tratto il film, nel 1942, Gente allegra.
UOMINI E TOPI
Utilizzando materiale raccolto durante la relazione per gli articoli del San Francisco News sulle condizioni degli immigrati trasferitisi dall’Oklahoma in California, Steinbeck scrisse Uomini e topi, dal quale trasse l’omonima opera teatrale. Qui l’autore riprende il tema sociale del problema della ricerca di un lavoro stabile e di una vita sicura, nonché quello della protesta contro lo sfruttamento del povero e dell’irregolare. Un romanzo che ha le cadenze di una tragedia e sembra suddiviso in atti teatrali. Ambientato in una fattoria, dove si intrecciano gelosie e speranze che terminano in tragedia.
FURORE
Nonostante l’enorme successo di Furore, il romanzo subì un violento attacco politico a causa delle descrizioni dei conflitti tra lavoratori stagionali e proprietari terrieri, ma anche per il linguaggio, considerato volgare, e l’orientamento politico giudicato eccessivamente di sinistra. Il romanzo fu premiato nel 1940 con il Pulitzer. Da Furore John Ford trasse il famoso film omonimo con Henry Fonda, che ottenne sette nomination agli Oscar. Il titolo originale, The Grapes of Wrath, significa letteralmente “i frutti dell’ira” ed è una citazione biblica.
L’AMICIZIA CON RICKETTS E GLI ANNI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
Dopo il successo di Furore, Steinbeck continuò a scrivere e viaggiare e nel 1942, dopo la separazione dalla moglie, si trasferì a New York dove sposò la cantante Gwyndolyn Conger. Nel 1930, Steinbeck aveva conosciuto anche Ed Ricketts e, nel brano del libro “About Ed Ricketts” narra il loro primo incontro. L’influenza che questi ebbe sull’auto fu grande e Ricketts ispirò a Steinbeck il personaggio di Doc in Cannery Row e Sweet Thursday, di Doc Burton in In Dubious Battle, la figura di Casey in The Grapes of Wrath e del Dottor Winter in The Moon is Down.
Nel 1942, dopo lo scoppio della guerra, scrisse La luna è tramontata, un romanzo sull’occupazione nazista in Norvegia. L’anno successivo trascorse sei mesi sul fronte europeo come inviato speciale del New York Herald Tribune, e i suoi scritti dell’epoca vennero raccolti in un volume pubblicato nel 1958 con il titolo Once there was a War. Si trasferì poi a Monterey, dove nacquero i suoi figli e collaborò con Orson Welles. Diversi sono i film tratti dai suoi racconti tra cui Lifeboat di Hitchcock, A Medal for Benny di Pinchel. Nel ’47 fece un viaggio in Russia con il fotografo Robert Capa e pubblicò un nuovo romanzo, La corriera stravagante, storia di un autobus guidato da un mezzo irlandese e mezzo messicano sotto la protezione dell’Immacolata Vergine di GUdalupe, che resta bloccato con i suoi passeggeri nella verde vallata californiana. Nel 1948, anno in cui morì anche Ricketts, pubblicò un diario di viaggio, A Russian Journal, divorziò dalla moglie e si sposò con Elaine Anderson Scott.
La strabiliante attualità delle opere di Steinbeck lascia quasi perplessi e ci si trova a riflettere su quanto tematiche sociali come le disuguaglianze nel mondo del lavoro o la guerra cambino e modellino la vita delle persone senza smettere mai di essere presenti, a diversi livelli, nel tessuto sociale. Un grande autore, che descrive mirabilmente nelle sue opere uno spaccato preciso dell’epoca moderna e che ci consegna lavori che è impossibile non leggere almeno una volta nella vita.