Il ritratto di Gabriela Mistral, voce del Cile e allo stesso tempo eterna apolide
Caro Lettore, oggi ti parlerò di una delle più importanti voci del Sudamerica e in particolare del Cile. Sto parlando di lei, Gabriela Mistral, prima donna sudamericana a vincere nel 1945 il Premio Nobel per la letteratura.
Gabriela Mistral- pseudonimo di Lucila de María del Perpetuo Socorro Godoy Alcayaga- nasce a Vicuña, in Cile, nel 1889. Oltre ad essere stata una grande poetessa, Gabriela Mistral si è anche distinta per la sua battaglia per i diritti civili e per i diritti delle donne, divenendo un simbolo della poesia femminista e un personaggio scomodo per il governo cileno. Da sempre sensibile ai problemi dei più diseredati e in particolari dei bambini nati e cresciuti in contesti sociali degradanti, decide di intraprendere nel 1905 la strada dell’insegnamento. La svolta come scrittrice giunge nel 1914, quando riceve un importante riconoscimento in una competizione letteraria di Santiago con Sonetos de la Muerte (Sonetti della Morte). È da questo momento che assume il suo nome d’arte, un omaggio ai suoi poeti preferiti, Gabriele D’Annunzio e Frédéric Mistral. Nel 1932 diviene console del Cile, un incarico che la porta lontano dalla patria e che crea in lei un sentimento di apolidia, un tema centrale in alcuni dei suoi componimenti. Nel 1945 arriva il più grande riconoscimento, il Premio Nobel per la letteratura: la sua lirica, mossa da intense emozioni, ha dato voce al mondo latino americano sotto più punti di vista. Gabriela Mistral muore a New York nel 1957, tra le braccia della compagna Doris Dana.
La poesia della Mistral è caratterizzata da un forte dualismo: da una parte c’è la poetessa cosmopolita che risente delle influenze letterarie straniere- grazie anche agli incarichi esteri che le consentono di entrare in contatto con ambienti culturali variegati- dall’altra parte c’è la Gabriela tormentata da un senso di non appartenenza e alla continua ricerca di una patria e una dimensione familiare a cui tornare. I temi principali nella sua poesia sono l’amore, la morte, il dolore, l’infanzia e la maternità. L’opera più famosa- nonché quella che la consacra alla poesia- sono i Sonetos de la Muerte (1914), scritti in memoria dell’amato fidanzato Romeo. Altre opere significative sono Desolación (Desolazione, 1922)– una raccolta di componimenti che mostra le varie personalità assunte dalla autrice nel corso della sua vita, da insegnante a donna innamorata a donna di campagna- e Tala (Distruzione, 1938), in cui le tematica principali sono il rapporto con la religione e la figura materna, una presenza importante nella vita della poetessa.
Se vuoi avventurarti alla scoperta di questa formidabile autrice e della sua lirica ti consiglio Il canto che amavi, un’antologia delle più belle poesie della Mistral, edita per Marcos y Marcos. Intanto ti presento uno dei suoi più famosi componimenti, Dammi la mano
Dammi la mano e danzeremo
dammi la mano e mi amerai
come un solo fior saremo
come un solo fiore e niente più.
Lo stesso verso canteremo
con lo stesso passo ballerai.
Come una spiga onduleremo
come una spiga e niente più.
Ti chiami Rosa ed io Speranza
però il tuo nome dimenticherai
perché saremo una danza
sulla collina e niente più.