L’11 giugno 2000 alla veneranda età di 89 anni ci ha lasciati Attilio Bertolucci, celebre e stimato poeta e traduttore originario della provincia di Parma. Nel giorno del ventesimo anniversario dalla sua scomparsa, mi è sembrato giusto e doveroso ricordare questo pilastro della poesia italiana contemporanea e non sono l’unica ad averlo pensato.
In occasione della ricorrenza, la casa editrice Garzanti propone infatti due titoli per avvicinarci, chi per la prima volta e chi per l’ennesima, all’animo di Bertolucci: Il nostro desiderio di diventare rondini, una raccolta di poesie e lettere alla moglie Evelina Giovanardi detta Ninetta e a cura di Gabriella Palli Baroni, e la nuova edizione di La camera da letto, una delle sue opere più significative, con la prefazione di Nicola Gardini. Entrambi i libri sono disponibili da giovedì 11 giugno 2020.
Cenni biografici di Attilio Bertolucci
Caro iCrewer, lascia che ti racconti un po’ la vita di Attillio Bertolucci.
Nasce il 18 novembre 1911 a San Prospero Parmense da una famiglia della media borghesia agraria e già da bambino mostra grande interesse per il cinema, l’arte e la letteratura, infatti compone i primi versi all’età di sette anni.
Nel 1928 Bertollucci comincia una lunga e prolifica collaborazione con la Gazzetta di Parma, per la quale scrive articoli riguardanti soprattutto il cinema e l’arte. Il suo esordio come autore nel panorama editoriale nostrano avviene però l’anno successivo: nel 1929 esce la raccolta di poesie Sirio per la casa editrice Minardi di Parma, a cui segue Fuochi di novembre nel 1934.
Nel 1935 si iscrive al corso di laurea in Lettere presso l’Università di Bologna, per seguire le lezioni dello storico e critico Roberto Longhi. Tre anni dopo discute la tesi di laurea e convoglia a nozze con Evelina Giovanardi, la quale conosce dai tempi del liceo. Da questa unione d’amore nasceranno i figli Bernardo e Giuseppe Bertolucci, entrambi noti registi.
Dopo il conseguimento della laurea, Bertolucci torna a Parma per insegnare italiano e storia dell’arte al convitto nazionale Maria Luigia e diventa frequentatore assiduo dei caffè letterari, che sono molto vivaci nel capoluogo di provincia emiliano in quel periodo. In questi ambienti fa infatti la conoscenza di illustri personalità dell’epoca, quali Carlo Bo, Giacinto Spagnoletti e Mario Luzi, per citarne alcuni. Importante è l’amicizia con l’editore Ugo Guandalini, fondatore della casa editrice Guanda e per la quale Bertolucci dirige la collana di poeti stranieri La Fenice.
Nel 1951 il poeta si trasferisce a Roma con la famiglia, nel frattempo esce per la casa editrice Sansoni di Firenze la sua terza raccolta poetica: La capanna indiana. Inizia un periodo frenetico per lui: numerose sono le collaborazioni con le riviste letterarie Nuovi Argomenti, Paragone, La Fiera Letteraria e L’Approdo letterario. Nel 1957 ne fonda addirittura lui una: Palatina a Parma, la cui redazione è composta esclusivamente da intellettuali parmensi. Fra le amicizie importanti e profonde instaurate nella Capitale, ricordo quelle con Carlo Emilio Gadda e Pier Paolo Pasolini.
Aggravato da problemi di salute, Attilio Bertolucci vive i suoi ultimi decenni fra Roma, l’Appennino parmense e la Liguria. Muore a 89 anni, circondato dai suoi cari, l’11 giugno 2000 ed è sepolto nella cappella di famiglia a Parma.
La poesia di Attilio Bertolucci
Bertolucci è considerato uno dei più importanti poeti italiani del Novecento. Dei suoi versi colpisce l’apparente semplicità del linguaggio e delle tematiche, ma che ad una lettura più approfondita salta agli occhi il complesso lavoro che c’è dietro.
È difficile inserirlo in una corrente poetica precisa, ma è davvero importante inserircelo? Dopotutto, i poeti del XX secolo sono studiati per la loro innovazione e anche Bertolucci rompe le rigide regole della poesia tradizionale e l’adatta ai suoi bisogni e alla sua sensibilità. Se in ambito metrico non vi è una costante nei suoi componimenti, le tematiche riguardano sempre gli affetti famigliari e la quotidianità, Parma e il paesaggio bucolico.
La sua opera più significativa e ambiziosa è sicuramente La camera da letto, che in occasione del ventesimo anniversario della scomparsa del poeta la casa editrice Garzanti fa uscire in una nuova edizione, arricchita dalla prefazione di Nicola Gardini. Pubblicato per la prima volta divisa in due volumi (rispettivamente nel 1984 e 1988), La camera da letto si distingue per essere un romanzo in versi liberi, in cui Bertolucci narra le vicende della sua famiglia: a partire dalla migrazione dei suoi antenati dalla Maremma toscana agli Appennini emiliani, per continuare con la storia personale del poeta.
È un’opera particolare, che ti permette di conoscere a fondo l’autore e la sua sensibilità. Caro iCrewer, se ti avvicini per la prima volta ad Attilio Bertolucci, ti consiglio di leggere La camera da letto e, se dopo ne vuoi sapere di più, puoi passare a Il nostro desiderio di diventare rondini: una novità Garzanti in uscita giovedì 11 giugno che raccoglie poesie e lo scambio epistolare fra il poeta e sua moglie Ninetta ed è a cura di Gabriella Palli Baroni. Cosa c’è di meglio dell’opera più emblematica dell’autore e della sua corrispondenza per conoscerlo appieno?