Caro iCrewer, oggi vorrei parlarti di un libro particolarissimo dell’autore Africano, alla sua seconda esperienza letteraria e disponibile dal 26 marzo.
Assedio di Messina – Un poemastro da Il Vespro Siciliano Libro IV di Gaspar Amico
Scopriamo insieme cosa racchiudono le 65 pagine di questo scritto.
È una Derivata libera e selvaggia de IL VESPRO SICILIANO – LIBRO QUARTO di Gaspar Amico, che l’autore stravolge e ne fa un poemastro di velocissima lettura
Un re potentissimo sta preparando l’invasione di un impero
gli giunge notizia che un’isola su cui regna è in rivolta
l’ira lo assale e organizza spedizione distruttiva
alle sue forze aggiunge altre milizie in aiuto
un esercito formidabile sbarca in Sicilia
Messina non ha solide mura di cinta
il re ne dispone l’assedio
il destino è segnato
É l’atto finale del Vespro Siciliano che si deve considerare la prima rivoluzione e ante storiam perché la storiografia le colloca nell’età moderna ma il Vespro Siciliano è del XIII secolo!
Unica eccezionalità?
Sembra tutto inventato tanto si ammassano stupefacenti meraviglie e personalmente lo credo
La Sicilia è un’invenzione letteraria e non può essere successo tutto quello che si dice
Addirittura c’è chi asserisce che l’Omero dell’Odissea sia una siciliana!
Certo i luoghi del poema sono tutti intorno la Sicilia ma questo conferma la teoria: invenzioni di poeti
Secondo i quali ci fu pure un parlamento che ovviamente precorse i tempi di secoli!
In Sicilia!
Impossibile e assurdo
Gaspar Amico non può credere che un popolo abituato a un parlamento e alla Civiltà si lasci ridurre allo stato di vassallaggio da un re straniero da cui Rivoluzione
Ci crediamo?
La derivata riporta quanto narrato nell’originale ma nulla può dire sulla sua veridicità
Amico afferma:
“Per cose assai minori…la storia nazionale consacra pagine d’oro, e a renderle più abbaglianti concorrono la leggenda e il poema. Questo prodigioso episodio .. invece non ha potuto ancora avere l’onore di essere registrato…;”
La mia tesi è che Amico scrisse LUI il poema e lo presentò in forma di prosa!
La derivata involontariamente lo dimostra prendendo la sua sedicente storia in prosa e dimostrando che è in realtà un poema.
Africano fa quel che può potendo vantare solo 4 poesie 4 pubblicate
In sostanza scrive un poemastro ma ciò basta a stabilire che Amico fu poeta e il poema del Vespro fu scritto al contrario di quanto asserito.
E se era poeta da poemi e scriveva che mancavano i poeti tutto risalta chiarissimo: invenzione letteraria
Un’interessante punto di vista dell’autore Africano sul poema del Vespro Siciliano, in particolare sul libro VI, che ne dà una versione e una lettura innovativa nel suo Assedio di Messina: un poemastro da Il Vespro Siciliano di Gaspar Amico.
Chi è Africano autore del libro Assedio di Messina: un poemastro da Il Vespro Siciliano di Gaspar Amico
Africano ci ha fornito gentilmente una sua biografia che ti riporto:
L’autore non ama si parli di lui ma non può negare di aver già pubblicato “Il Nirvana di Neanderthal e altri accenti” di cui dovrebbe curare una seconda edizione e di aver inventato la moneta biologica che si usura col tempo e lo scambio ed elimina tasse e connessi e consente REDDITO UNIVERSALE.
Chi è Gaspar Amico autore dei Vespri Siciliani che hanno ispirato il libro di Africano Assedio a Messina?
Gaspar Amico nacque nel 1841 a Spaccaforno, attuale Ispica. Nel 1860, dopo aver finito gli studi, a seguito dello sbarco dei Mille, si unì a Garibaldi e al suo esercito, ottenendo l’anno successivo il grado di sottotenente, oltre a far parte dei decurioni che portarono alla deposizione dei Borboni e proclamarono l’unità d’Italia, incoronando re Vittorio Emanuele II.
Si trasferì in seguito a Firenze dove pubblicò nel 1867 La Sicilia ed il suo economico decadimento ed entrò a far parte della redazione, di cui diventò anche caportedattore, del giornale Lo zenzero. Nel 1868 pubblicò I Fatti di Lissa. Il ritorno in Sicilia lo vide in veste di insegnante delle scuole medie, nel frattempo si laureò in giurisprudenza esercitando poi da avvocato.
Laureatosi poi in giurisprudenza esercitò l’avvocatura. Morì a Catania nel 1923. Alcuni sui scritti inediti sono attulmente conservati nella biblioteca comuncale della sua città natale, l’attuale Ispica.