Buongiorno iCrewer! Oggi vorrei parlarti della mia ultima lettura: Il futuro di un altro tempo, di Annalee Newitz, pubblicato da Fanucci editore.
Questo libro non è stato solamente un’avventura, per me è stato un’esperienza. Non so dirti se il motivo di ciò sia nel tema o nel genere in cui rientra questa storia – si tratta di un romanzo di fantascienza moderna, con sfumature punk, femministe e LGBT – fatto sta che non ho potuto fare altro che prendere nettamente posizione a favore di una delle due fazioni di personaggi, e sperare con tutto il cuore – mentre trattenevo il fiato e passavo alla pagina successiva – che riuscissero ad avere la meglio.
Tuttavia, mi rendo conto che questa affermazione per il momento potrebbe risultare spiazzante, quindi perchè non facciamo un passo indietro e cominciamo dalla trama che Annalee Newitz ha così magistralmente creato?
Uno stralcio di trama
Ti avviso, l’intreccio di Il futuro di un altro tempo è abbastanza complesso, ma allo stesso tempo unico. Scendere troppo nel dettaglio, seppur con lo scopo di agevolare in qualche modo una tua lettura futura, potrebbe avere l’effetto contrario, quindi cercherò di rimanere sul generale.
Tutto ha inizio nel 1992, in una cittadina degli Stati Uniti, durante un concerto di una band punk.
È qui che Tess, viaggiatrice nel tempo, ha fatto ritorno, per raccogliere le prove di una cospirazione. Sì, perchè ci sono indizi sempre più concreti riguardo l’esistenza di un società pseudo segreta di fanatici pronti a tutto per modificare profondamente la linea temporale (il futuro, più o meno), ignorando come questo sia uno dei più grandi tabù dei viaggiatori.
Il loro scopo? Per il momento non è ancora completamente certo. Tess e le sue college credono che l’obiettivo di questo gruppo abbia a che fare con i diritti civili che riguardano le donne e tutti coloro che appartengono alla comunità LGBTQI. Ma sarà davvero così? O c’è altro che cova sotto la superficie?
E soprattutto, Tess è tornata proprio nel 1992 solamente per indagare, o a portarla proprio lì è stato anche qualcos’altro?
Il futuro di un altro tempo: recensione
Questo romanzo mi è proprio piaciuto. Ne ho apprezzato la trama, i temi, la scrittura, la traduzione di Giorgia De Santis (soprattutto per quanto riguarda la resa in italiano del pronome they usato in inglese per i personaggi di genere non binario). Mi ha catturato tanto da farmi smaniare per conoscere il finale. Credo che sia un libro da leggere o, quantomeno, da provare a iniziare se non si tratta del genere che solitamente preferisci.
Il motivo è molto semplice: la storia fa davvero riflettere. Il fulcro di tutto è facilmente individuabile già dalle prima pagine: i diritti civili di donne e di tutti coloro appartenenti alla comunità LGBTQI. L’autrice immagina un futuro vicino, in cui alcune delle libertà, ora per solide e presenti, non siano mai esistite. In cui a vincere, nei secoli, siano stati l’ignoranza e il maschilismo estremo. In cui siano state portate avanti teorie insulse come “l’inferiorità della donna data da caratteristiche biologiche” (ti giuro, non sapevo se arrabbiarmi o vomitare, quando il personaggio ha pronunciato queste parole).
E poi visualizza un futuro più lontano, rivoltante e spaventoso.
Fa riflettere, leggere queste righe. Fa pensare a come basti così poco (una mente chiusa, un gruppo di fanatici) perchè per qualcuno la realtà si trasformi in un inferno. E aiuta a mettere in prospettiva: mostra dove potremmo essere (e dove alcuni ancora sono), se persone coraggiose non si fossero battute per diritti essenziali.
Allo stesso tempo, però, ci sbatte davanti agli occhi quanta strada ancora c’è da fare. Finchè qualcuno si permetterà di pensare ad automatismi come “è una donna, ovvio che deve badare lei ai figli e alla casa”, “beh, è una donna, quindi il suo stipendio sarà matematicamente più basso”, “è una donna, devo chiederle, prima di assumerla, se vuole avere figli”, come potremmo dire di vivere in una società libera e civile?
Certo, le cose stanno pian piano migliorando, ma, come ci dimostra Il futuro di un altro tempo, è altrettanto facile perdere terreno.
Tornando al romanzo, posso dirti che l’unico piccolo problema che ho riscontrato sia la presenza di termini un attimo troppo tecnici, ma estremamente plausibili, visto il contesto in cui appaiono. La trama inizialmente potrebbe sembrare ostica, perchè non c’è un Harry che è sempre vissuto da babbano, e un Ron che gentilmente gli – ci – spiega ogni cosa del mondo dei maghi.
Tess, una delle voci narranti principali, è una viaggiatrice esperta, e quindi noi siamo destinati ad aspettare un po’ prima che ci spieghi esattamente come stanno le cose (ma poi succede, quindi resisti per i primi capitoli).
Al di là di ciò, ho trovato l’opera di Annalee Newitz costruita in maniera davvero magistrale, con descrizioni accurate e storicamente precise, come attestano i riferimenti bibliografici e le spiegazioni in appendice. La girandola di fatti ed eventi che ha creato ti cattura, facendoti diventare partecipe della storia, avvolgendoti fino al punto in cui non potrai fare altro che voler scoprire il finale (geniale, se posso permettermi).
Ho apprezzato molto anche i personaggi di Tess e di Beth. Gli ho trovati realistici e stratificati, non solo sagome su carta. Beth con la sua rabbia, che nasconde un dolore e un’angoscia profonda. Tess con la sua missione ad ancorarla, a darle stabilità. Entrambe lottano, cambiano, si trasformano, crescono. Sono complesse e meravigliose.
Che dire della cover? La trovo spettacolare (e conta che di solito è difficile che io sia attirata da qualcosa vagamente rosa).
In conclusione, credo che Il futuro di un altro tempo di Annalee Newitz sia davvero un libro da leggere. Per riflettere, per viaggiare e per godersi un’avventura molto bella.

Annalee Newitz
Annalee Newitz è una giornalista, editor e scrittrice americana. Suoi articoli sono stati pubblicati in riviste quali Wired, New Scientist e Washington Post. Ha fondato, inoltre, io9, tra le più importanti riviste scientifiche online, e dal 2016 si occupa dell’editing di Ars Technica.
Il romanzo d’esordio di Annalee Newitz, Autonomus, ha riscosso molto successo. Lo stesso, e forse anche più, si può dire per Il futuro di un altro tempo, suo secondo romanzo e finalista del premio Locus 2020.