Il titolo che Anna Maria Fabbroni usa per il suo libro ha tutta l’aria di sembrare un ìmproperio e invece è un invito anche gentile, tutto sommato: Ma va’ all’inferno!, un invito caloroso, è proprio il caso di dire, per un luogo speciale dove, visto il clima invernale, sicuramente non si soffrirebbe il freddo, anzi…
Se ti stai chiedendo dove voglio andare a parare, ti assicuro che non sei il solo, caro lettore. Io stessa quando ho avuto in mano il libretto di 40 pagine edite da Il Convivio, Ma va’ all’inferno! di Anna Maria Fabbroni, mi sono chiesta: “Ma che vordì?” Proprio così, mi è uscito il romanesco pur essendo sicula purosangue da più di sette generazioni.
Il titolo è sui generis e mi ha incuriosita forse anche meravigliata un pochino… Non più di tanto però, se devo essere sincera. Aver conosciuto Anna Maria Fabbroni, pur se in maniera virtuale, mi ha un minimo aperto il suo mondo fatto di grande sensibilità ed empatia ma anche di tanta, tantissima ironia ed autoironia, dote che da sempre trovo superlativa e rara. Perchè checché se ne dica, è più facile essere ironici a spese altrui che mettere se stessi sotto la lente impietosa dell’autoironia, senza se e senza ma.
In Ma va’ all’inferno! una commedia brillante in atto unico che Anna Maria Fabbroni ha pubblicato nel 2019, di trovate ironiche e spesso esilaranti ce ne sono tante quante uno spettatore se ne immagina. Io stessa, leggendo il libro, non ti nascondo che spesso mi sono ritrovata a ridere alle mille battute di spirito e agli improbabili dialoghi fra gli ospiti di un improbabile inferno, luogo in cui Anna Maria Fabbroni ambienta la sua commedia.
La prefazione, curata dalla stessa autrice, anticipa già il tono del libro e a questo punto ne riporto qualche stralcio perché è una pièce teatrale nella pièce teatrale:
Quando leggerete questa commedia i casi sono due! Primo: se per voi l’inferno non esiste scuoterete la testa divertiti e vi farete tante risate (spero) dalla prima all’ultima battuta! Secondo: se invece ci credete vi sentirete senz’altro sollevati e penserete: “Ah, ma io lo sapevo già che in fondo il diavolo non è così brutto come lo si dipinge”… E continuerete a commettere allegramente qualche peccatuccio, certi che in quel paese lì vi troverete in buona compagnia!
Con questo tipo di presentazione può l’eventuale lettore non essere conquistato dalla verve istrionica di Anna Maria Fabbroni?
L’istrionismo di Anna Maria Fabbroni
Verve, battute, doppi sensi, citazioni, canzoni rivisitate e adattate e in certi casi rappate, inondano i dialoghi dei personaggi di Ma va’ all’inferno!, personaggi che fra diavoli e anime trapassate sono una vera folla. Puoi trovarci persino Adamo ed Eva, Dante, Otello e Desdemona, Teseo ed Arianna, Paolo e Francesca, Romeo e Giulietta, Antonio e Cleopatra, Renzo e Lucia e tanti altri illustri dannati che occupano l’hotel Inferno, allegramente.
Non solo, i suddetti puoi sentirli cantare su motivi noti, riadattati e parodiati da Anna Maria Fabbroni per l’occasione… Così, per esempio, ti ritroverai un Teseo che sulla melodia di Senza fine, il notissimo brano di Gino Paoli, canta Senza filo oppure Otello che sulla Melodia di Spunta la luna dal monte di Pierangelo Bertoli, canta Mi spuntan le corna in fronte... Sono proprio tante le trovate simpatiche ed esilaranti con le quali la Fabbroni riempie le pagine di Ma va’ all’inferno!
Ambientato proprio all’inferno, fra gerarchie di diavoli e anime che arrivano all’improvviso, la varia umanità che Anna Maria Fabbroni vi colloca ha tutta l’aria di essere una trasposizione di quella che è la vita sulla terra: stesse polemiche, stesse strategie, stesse ipocrisie e bugie, stessi fraintendimenti: con la differenza che in questo strano inferno il soggiorno dei dannati non è carico di pene e dolori ma di agi, divertimenti e spettacoli…
Il testo ed i dialoghi sono un susseguirsi di battute incalzanti ed esilaranti, come dicevo prima e a volte, sembra quasi che Anna Maria Fabbroni forzi un po’ la mano nell’intento di rendere comico tutto il contesto. Anche l’uso che l’autrice fa del dialetto dando voce ai diversi personaggi, può dare al lettore questa impressione.
C’è da dire però che leggere e tentare di valutare un testo teatrale è cosa ben diversa dal vederlo recitato e rappresentato. Dialoghi e battute che letti possono apparire leggermente forzati, cambiano totalmente tono nella finzione scenica, grazie alla recitazione e al dinamismo che la sceneggiatura impone.
Non nego caro lettore che avrei proprio il piacere di assistere alla messa in scena dell’atto unico di Anna Maria Fabbroni, Ma va’ all’inferno!, dove fra l’altro, come si evince dal testo, nel finale viene coinvolto anche il pubblico che da spettatore diventa protagonista.
Organizzata dal Centro Culturale Tullio Crali, la commedia è stata messa in scena a Gorizia nel 2019, prima che il Covid ci costringesse ad evitare assembramenti nei teatri o nei luoghi pubblici, stravolgendoci la vita e le belle abitudini, come quelle di frequentare luoghi dove si respira cultura e assieme divertimento.
Anna Maria Fabbroni…
È nata a Grosseto ma vive a Gorizia dove si è trasferita da ragazzina. Pur avendo compiuto studi tecnici, ha da sempre coltivato la passione per la scrittura. Ha pubblicato diversi libri tra raccolte poetiche, racconti e testi teatrali ed è vincitrice di parecchi premi in varie parti d’Italia.
Attrice lei stessa, fa parte da vent’anni della compagnia teatrale Attori per caso, composta da volontari, operatori e disabili, compagnia che ha calcato le scene di diversi teatri italiani. Anna Maria Fabbroni oltre a scrivere testi teatrali originali, spesso riscrive e adatta testi di altri autori per la sua “speciale compagnia”.
Coltiva inoltre la passione per la pittura e la ceramica e ha partecipato a mostre collettive e personali, ottenendo diversi riconoscimenti.
Un’artista a tutto tondo la nostra Anna Maria Fabbroni!