Anna Maria Fabbroni conosce un un posto speciale: Il posto delle favole. È un posto dove tutto può accadere, persino che i pomodori parlino, gli alberi si innamorino e il silenzio discuta con il vento.
In verità Anna Maria Fabbroni sa bene che quel posto piace a tutti i bambini e sa che Il posto delle favole non ha preclusioni né divieti per nessuno. Hai cinquanta o sessanta o più anni? Il posto delle favole riserva una poltrona in prima fila anche per te.
Forse non sai o hai dimenticato dove si trova? I tuoi ricordi si sono smarriti in mezzo alle corse quotidiane e alle mille cose da fare tutti i giorni? Oppure pensi che non hai più l’età per leggere favole e men che meno per credere che esista un posto dove le favole si animino e raccontino la loro bella verità a chi ha la sensibilità per ascoltarle?
Se sei di quelli che hanno perso la voglia di leggere favole strada facendo, nulla di più sbagliato. Ti stai precludendo un momento evasione dai crucci quotidiani, assieme ad una bella dose di riflessione su ciò che è davvero essenziale. Anna Maria Fabbroni ha percepito e realizzato il bisogno di sognare e di essere leggeri ogni tanto e ha cercato e trovato Il posto delle favole. Lo ha trovato, lo mostra a piccoli e grandi per due motivi essenziali: far gioire i primi e incantare, fosse solo per lo spazio di una lettura, i secondi.
Incantare, proprio così. Incanto è il primo termine che mi è venuto in mente leggendo le favole di Anna Maria Fabbroni, edizioni L’orto della cultura, pubblicato nel gennaio 2014. E non ti sembri esagerato caro lettore. Se un po’ mi conosci e ti è capitato di leggere qualche altra mia recensione sai che in genere sono molto tecnica nell’esprimere il mio parere su quanto leggo e non facilmente mi faccio prendere dalle emozioni nelle recensioni. Non può essere così per questo libro.
Il posto delle favole di Anna Maria Fabbroni, non lascia spazio ai pareri tecnici. Fra le sue pagine non c’è posto per un giudizio distaccato: è un libro che coinvolge già dalla copertina. Lo dico senza esagerazioni di sorta. In copertina infatti troneggia una delle belle illustrazioni di Arnaldo Grundner, fotografo che per la prima volta si è prestato al disegno e con un bel risultato, direi.
Quasi tutte le pagine del libro sono illustrate: i delicati colori e i disegni creati con eleganza ed originalità fanno da ottima cornice alle sette storie del “ci vuole” che Anna Maria Fabbroni ha dedicato alla nipotina Ale, in occasione del suo primo compleanno.
Anna Maria Fabbroni e le favole del “ci vuole”
Per fare Ale “ci vuole” Davide e Michela
Per fare silenzio “ci vuole” il vento
Per fare una minestra “ci vuole” un pomodoro
Per fare un cuore “ci vuole” due alberi
Per fare una famiglia “ci vuole” le cicogne
Per fare una poesia “ci vuole” la carta
Per fare un circo “ci vuole” un nano
Così si legge nella quarta di copertina di Il posto delle favole di Anna Maria Fabbroni. Ed è questo il secondo elemento che incuriosisce anche un lettore disincantato quale posso essere io. La prima associazione balzatami in mente è stata quella con una vecchia canzone di Sergio Endrigo, Ci vuole un fiore, che esordisce proprio con le parole: le cose di ogni giorno raccontano segreti, per chi le sa guardare ed ascoltare…
Non posso sapere se Anna Maria Fabbroni si è ispirata al testo di Endrigo per scrivere Il posto delle favole, se lo ha fatto direi che non solo l’ispirazione è stata felice ma che, la nostra autrice, ha saputo superare di gran lunga la poesia di quel testo, creando sette favole poetiche dense di fantasia e leggerezza che davvero incantano, anche un adulto poco avvezzo a leggere favole.
Le sette favole sono precedute da una lunga poesia dedicata alla nipotina, dove con leggerezza, planando lieve sugli eventi, Anna Maria racconta di quanto la sua nascita abbia cambiato la vita della famiglia, come avviene in ogni famiglia ogni volta che il miracolo della vita si rinnova…
Anna Maria Fabbroni e la poesia
L’anima poetica di Anna Maria Fabbroni, trasuda da ogni storia raccontata ne Il posto delle favole: la leggerezza, la delicatezza nell’esposizione, la magica ironia nell’affabulazione, le trovate originali, fanno di questo libro una lettura imperdibile per i piccini ma soprattutto per adulti. In particolare per coloro che hanno smarrito per strada la capacità dello stupore.
Volete venire con me nel posto delle favole?
Io che sono la bisnonna di Ale, l’ho già fatto; ci sono andata tante volte con lei e ora invito anche voi…
Vi do subito le istruzioni per entrarci.
Intanto non serve né telecomando, né batteria; basta soltanto una ricarica di Fantasia.
E di fantasia, ne Il posto delle favole, Anna Maria Fabbroni ne ha messa tantissima, assieme ad una bella dose di poesia e ad un condimento fatto di scrittura agile, leggera e piacevolissima.
Dedicato a chi ha un conto in sospeso con la felicità, a chi rischia di smarrire il bene in un mare di male, a chi ha voglia di afferrare gli ultimi scampoli di spensieratezza. Dedicato a chi pensa che nel mondo ci debba essere sempre “Il posto delle favole”. (ro.co.)
Ho incontrato Anna Maria Fabbroni in una mini raccolta di poesie dedicata al Premio letterario città di Leonforte del 2008, per puro caso, se il caso davvero esiste… Avrò modo in seguito di raccontarti la poeta che c’è in lei e gli ulteriori sviluppi del nostro “incontro”. Perché essenzialmente la nostra autrice è Poeta (ma non solo), non a caso scritto in maiuscolo.