Il 2 febbraio ricordiamo l’importanza della vita umana e dei diritti degli uomini e delle donne, anche nella letteratura troviamo molti esempi che parlano di temi molto importanti come questi che al tempo stesso sono molto delicati. Analizziamo il significato di questa festa e come la narrativa si esprime in tal senso.
Storia della giornata mondiale
La data del 2 febbraio è stata scelta in onore della Festa della Presentazione del Signore, una celebrazione religiosa che commemora la presentazione di Gesù al tempio. Questo evento è stato considerato simbolico per la difesa della vita. Che tu sia religioso/a o meno, oggi ricordiamo come essa sia importante e come anche i diritti umani.
Nella storia, l’uomo è andato incontro a varie situazioni storiche come la pena di morte, abolita grazie ad un’opera letteraria di Cesare Beccaria chiamata Dei delitti e delle pene.
Inoltre, negli anni seguenti, il numero degli aborti è aumentato. Le cause sono molteplici, tra i quali troviamo la preoccupazione per il domani, vediamo riguardo quest’argomento il romanzo epistolare di Oriana Fallaci Lettera ad un bambino mai nato.
Dei delitti e delle pene di Cesare Beccaria
«Se dimostrerò non essere la morte né utile né necessaria, avrò vinto la causa dell’umanità»
Cesare Beccaria, nonno di Alessandro Manzoni, noto filosofo e giurista, cercava di dimostrare come la morte non era necessaria dopo un delitto, ma bisognava rieducare la società. La vita è qualcosa di troppo prezioso per essere bruciato in tal modo. Le pene di morte sono note dalla caccia alle streghe, fenomeno romanzato per cui molte persone che facevano qualcosa “al di fuori del normale” venivano bruciate vive, molti scienziati fino al 1750 hanno rischiato la propria vita in questo modo.
Beccaria vuole che le pene siano proporzionate ai reati e che non ci siano torture o pena di morte. Beccaria distingue tra reato e peccato: il primo è contro la società, il secondo è contro Dio. Beccaria scrive con passione e umanità per difendere i diritti degli uomini.
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La lettera a un bambino mai nato di Oriana Fallaci
“La vita é una tale fatica, bambino. E una guerra che si ripete ogni giorno, e i suoi momenti di gioia sono parentesi brevi che si pagano un prezzo crudele.”
Oriana Fallaci commuove tutti i lettori di questo meraviglioso libro facendo una riflessione sulla società molto profonda. Infatti, la lettera si rivolge a un bambino che la cara Oriana ha scelto di non far nascere per non metterlo in un mondo di sofferenza e dolore, un mondo in cui il bambino proverà più dolore che gioia, specialmente se femmina. Ricordiamo che in Italia, la natalità è crollata, poiché molti decidono di non aver figli per non metterli in un mondo di dolore e sofferenze.
Personalmente ho amato questo libro, i pensieri trasmessi mi hanno portato più volte alle lacrime, i sentimenti espressi sono di timore per il futuro del bambino, l’insensibilità del padre e del datore di lavoro che la mette in una brutta situazione. La madre che prende la decisione per il figlio è un altro dei momenti più toccanti del libro. Il mondo non è bello e sicuramente quando una donna scopre di essere in dolce attesa, il diventare mamma e mettere un figlio al mondo gli crea dei sentimenti contrastanti, evidenziati in questo romanzo. Un aspetto importante evidenziato qui è il maschilismo, in molti passi la scrittrice evidenzia quanto il mondo sarà ancora più duro per lei in quanto donna.