L’amicizia è, forse, fra tutti i sentimenti quello più vissuto, una di quelle emozioni astratte ma tangibili, perché seppur non la vedi, la puoi sentire: quando hai un amico vicino tutto ti sembra diverso, migliore, non è mai tutto nero o tutto buio, sfumature di colore e lame di luce irradiano la tua vita. A mio avviso, a differenza dell’amore – che può esserci o meno nella nostra vita -, dei buoni amici non si potrà mai fare a meno.
È vero: ci sono gli amici che vanno, quelli che restano, quelli che ti deludono e che vorresti non avere mai incontrato, quelli che per te farebbero qualsiasi cosa davvero.
Si può fare a meno dell’amicizia?
No, per come la vedo io, no. Assolutamente. Per mia natura sono sempre stata una persona amichevole, insomma socievole, mi piace conoscere nuove persone e cerco sempre di capire chi mi sta dinanzi: alle volte tendo a fidarmi un po’ troppo, e quindi niente di strano che spesso resti delusa. Perché si sa quando un amico ti delude, o peggio ti tradisce, ci si sente come se qualcosa dentro di noi si fosse irrimediabilmente spezzato, si soffre quasi al pari di una pena d’amore: sulle prime senti di non volerti – o poterti – fidare più di nessuno, ti dici che la prossima volta non accadrà, che ti guarderai bene prima di confidarti con una nuova persona.
E in effetti ci sono quelle persone che riescono a mantenere un cosiddetto profilo basso: non si aprono, non si espongono, persone con le quali, di solito, è difficile instaurare un qualsiasi tipo di rapporto, sembra che niente possa scalfire quel muro di pietra che hanno eretto a mo’ di protezione. E magari si vogliono davvero proteggere, magari per loro la delusione amicale è stata davvero cocente, tanto cocente da essersi promessi solennemente di non ricaderci più.
Vi sono coloro che, al contrario di questi ultimi, nonostante le innumerevoli delusioni subite riescono con facilità estrema a fidarsi nuovamente di una persona anche da poco incontrata e confidarle i segreti più reconditi.
Personalmente ritengo che si tratti di due categorie agli antipodi, perché se per un verso è bene non fidarsi totalmente – a primo impatto – di una persona, per altro verso è altrettanto consigliabile, in special modo all’inizio, un atteggiamento guardingo, essere amichevole sì ma non troppo, giusto il tempo di conoscere un po’ meglio quella persona, giusto il tempo di capire se puoi effettivamente fidarti.
È parimenti vero, però, che le delusioni – anche quelle più intense – spesso possono arrivare da persone che conosci da lungo tempo e a conti fatti, in effetti, in questo caso è realmente come interrompere un rapporto d’amore, perché alla fin fine un rapporto di amicizia può essere proprio catalogato in tal maniera: una forma d’amore sì, ma certamente diversa.
Tra queste due categorie esistono poi quelle cosiddette di mezzo, ovvero, coloro che sono gli amici di tutti, elargiscono consigli, baci, abbracci, vezzeggiativi come se non ci fosse un domani, frasi del tipo chiamami quando vuoi, ci sarò sempre, salvo poi, però, avere l’agenda impegnata quando quel sempre puntualmente bussa alla sua porta assumendo le sembianze dell’amico al quale aveva promesso solennemente che avrebbe potuto contare sempre – eccolo di nuovo – su di lui.
Vi sono poi gli pseudo amici coloro che davanti ti mostrano il lato dell’amico del cuore, colui che per te si farebbe trafiggere da un lancia (peccato però che non ci troviamo più nel Medioevo), ma poi mettono in atto il loro lato da “Ma quando mai siamo stati amici?”; ancora, ci sono coloro che non vedono l’ora di carpire i tuoi segreti per correre a riferire in giro tutto ciò che tu hai confidato loro – magari in quel fiume di parole urlate al telefono in un pianto dirotto -.
E così, come nelle migliori storie, quella voce rimbalza di orecchio in orecchio, di bocca in bocca e va a finire che, anche solo passeggiando per strada, ti senti osservato senza magari comprendere il motivo.
Che valore diamo oggi all’amicizia?
Tuttavia, in un mondo ove oggi spesso gli affetti vengono bistrattati e regalati all’ultimo posto della scala dei valori, ove si dà importanza ai like e alle stories, come si pone l’amicizia? Purtroppo oggi, troppo di sovente, non si comprende il vero valore delle emozioni, figurarsi poi dell’amicizia. Occorrerebbe rivalutare tutti i sentimenti in generale, questo in particolare: bisognerebbe imparare dai bambini, per loro è facile essere amici, uno scambio di caramelle, di figurine o di nastrini, o anche solo uno sguardo e si va a sugellare un patto che sarà per sempre.
Perché accade questo tra i più piccoli? Perché forse – e dico forse – loro non hanno secondo fini, perché loro non ti guardano dall’alto in basso cercando di capire come farti inciampare, perché per loro è facile prenderti per mano e non lasciarti andare più.
Un libro che vorrei indicarti, e che già il titolo è preludio dell’importanza che si riconosce a questo sentimento, è Elogio dell’amicizia di Paolo Crepet «Il legame sociale e affettivo più nobile, l’amicizia, in un libro che ne rivela la forza consolatoria e al tempo stesso rivoluzionaria, in un’epoca segnata dalla crisi e dalla banalizzazione dei sentimenti. Col tono sobrio ma appassionato di sempre, Paolo Crepet indaga l’amicizia, sentimento “più dogmatico dell’amore”, che non conosce sfumature di comodo, per ridarle dignità.
Si interroga sulle amicizie maschili e femminili, sul loro rapporto con l’amore e con il sesso, con il dolore e con la morte, con la fedeltà e il tradimento. E ancora sull’amicizia tra genitori e figli e sul senso che essa ha all’epoca dei social network…»
A conti fatti non si potrà mai fare a meno di un amico, perché sentiremo sempre l’esigenza di parlare, chiedere consiglio, buttare fuori tutto ciò che abbiamo dentro, piangere, ridere con qualcuno che… sapremo che sarà sempre al nostro fianco.
Amico è colui che sa asciugarti anche quelle che sono le lacrime invisibili, è colui che sa leggerti dentro e che sa cogliere al volo ogni tuo sguardo; Amico è colui con il quale saprai sempre di poter piangere, ridere, parlare senza mai sentirti giudicato.