Fumetto: come possiamo definirlo?
Facciamoci venire in aiuto da chi ne ha dato una definizione. Hugo Pratt afferma che il fumetto è come una “letteratura disegnata”; Will Eisner invece come “arte sequenziale”. Viene chiamato “letteratura disegnata”, in quanto rientra nei canoni etici (messaggio, metafora, esempio) e in quelli estetici (descrizione, riflessione, narrazione, dialogo) della letteratura.
Il fumetto è il genere più semplice ed immediato in quanto l’unione di parole e immagini ci dà subito la possibilità di immedesimarci in ciò che stiamo leggendo attraverso la creatività sia di chi ha scritto che di chi ha disegnato. Queste sono certamente le caratteristiche che lo fanno apprezzare ai più giovani e che fanno sì che gli adulti lo propongano ai piccoli lettori tra le prime esperienze con la carta stampata.
Nel 1964 Claude Beylie ha coniato per il fumetto la definizione di Nona Arte, dopo letteratura, tv e cinema, in quanto mezzo di comunicazione tra i preferiti dalla cultura popolare. Questa definizione è stata poi divulgata dal critico francese Francis Lacassin.
La nascita del fumetto
A metà dell’800 è stata pubblicata la prima serie di vignette (Histoire de M. Vieux Bois) di Rodolphe Toppfe. Il 5 maggio 1895 sul supplemento del quotidiano New York Journal appare il primo racconto a vignette. L’autore è Richard Felton Outcault e si intitola Yellow Kid; il protagonista vestito di giallo illustrava la cronaca relativa agli avvenimenti di quartiere. Attirerà subito l’attenzione del pubblico di tutte le fasce d’età ed avrà subito successo.
Possiamo dire che qui sono presenti per la prima volta le caratteristiche principali di questo genere: racconto per immagini, caricatura del personaggio principale e formato a strisce.
Quindi il fumetto nasce come genere comico. Diverse testate giornalistiche iniziano a pubblicarlo negli inserti domenicali con molto successo; col passare del tempo l’attenzione alla grafica è sempre maggiore mentre le situazioni rappresentate sono sempre più grottesche. La funzione è principalmente quella di divertire anche se a volte si finisce con una morale; nasce così in America il nome Comic che diviene il sinonimo più diffuso.
Ricordate Bibì e Bibò?
Bibì e Bibò è un fumetto che racconta di due ragazzini abbastanza discoli. E’ con questa pubblicazione, in Germania (The Katzanjammer Kids), che troviamo per la prima volta e prende vita un’altra caratteristica fondamentale del fumetto. E’ il 1897 ed esordisce il balloon o semplicemente le nuvolette che ancora oggi si utilizzano e sono la caratteristica grafica che identifica più di ogni altra il fumetto.
Il fumetto ha ormai una sua struttura ben definita: titolo, 12 vignette, personaggio principale, personaggi secondari, linguaggio legato al tema della comicità, balloon.
Naturalmente non finisce qui la nostra rubrica riguardante il fumetto… prossimamente tutti i generi che possiamo trovare.