Ciao caro iCrewer, oggi mi trovo alle prese con una parola particolare
Pamphlet
Si pronuncia “paflè” alla francese, o “pa mflit” all’inglese; in entrambi i casi a me evocano dolcezza, hai presente quelle cialde morbide ricoperte di melassa, miele o nutella? Però non è così, anzi, se devo dirla proprio tutta, è tutt’altro che dolce e zuccheroso!
Cercherò di darti qualche dritta.
Viene annoverato tra i generi letterari sebbene l’origine del termine sia di incerta attribuzione. C’è chi lo fa risalire al francese nel termine pamphlette il cui corrispondente in latino sarebbe pamphilus, ed il cui significato sarebbe genere di commedia briosa e corrosiva. Invece in Inghilterra avrebbe assunto il significato di opuscolo dedicato ad argomento di attualità.
Nella sostanza il pamphlet viene fatto risalire al libellus romano che, dapprima libero, venne in seguito impiegato nel mondo politico per screditare la fama e l’onorabilità di alcuni personaggi, in modo da poter dare la scalata al potere, sebbene ci fosse il rovescio della medaglia, chi attaccava rischiava di essere a sua volta attaccato… né più né meno come si fa oggi attraverso i mass media!
Non necessariamente il pamphlet era aggressivo e denigratorio, un esempio lo abbiamo con
Aeropagitica – discorso per la libertà
di John Milton
“Scritto nel 1644, nel pieno della Guerra Civile, Areopagitica è uno degli scritti più importanti del Milton “politico”, nel momento in cui il grande scrittore Inglese si schiera apertamente a favore dello schieramento puritano contro Carlo I, abbandonando l’attività letteraria coltivata fino a quel momento. Parlando alla Camera dei Comuni, Milton afferma uno dei valori fondanti del mondo, cioè la libertà di stampa, avversando pubblicamente la decisione presa dal Parlamento, nel 1643, di avvalersi dell’esercizio della censura. Milton conclude che “uccidere un buon libro e’ quasi lo stesso che uccidere un uomo. Chi uccide un uomo uccide una creatura ragionevole, immagine di Dio. Ma chi distrugge un buon libro uccide la ragione stessa, uccide l’immagine di Dio”, ma soprattutto chiede che gli vengano date “la libertà di conoscere, di parlare e, su tutte, la libertà di discutere secondo coscienza”.
Primo e nobile saggio in cui la libertà di stampa è difesa con argomenti socio psicologici, morali e religiosi.
Un altro scrittore Paul-Louis Courier de Méré, ufficiale dell’esercito napoleonico, polemista brillante e colto, scrisse Lettre à M. Renouard, librarie del 1810 in risposta ad un bibliotecario F. del Furia, che lo aveva accusato di aver macchiato d’inchiostro di proposito un passaggio inedito del romanzo che egli aveva rinvenuto alla Laurenziana di Firenze. Con il Pamphlet des pamphlet del 1824 non perse occasione per attaccare monarchia e cortigiani.
Un’altro scrittore sostenne la difesa di questa tipologia di genere letterario, sempre un francese, Louise Marie de Cormenin, che spiegò nel suo Livre des orateurs, pubblicato con lo pseudonimo di Timon nel 1836, la precisa distinzione tra libello e pamphlet sostenendo che il primo si rivolge “ai nemici personali del diffamato” mentre il pamphlet si rivolge a tutti poiché “argomenta con il ragionatore, presenta cifre al matematico” per “chiacchierare” con il popolo.
In tal senso uno dei più felici e validi scrittori di pamphlets fu certamente Voltaire che per écraser l’infâme scrisse pamphlets memorabili contro la Chiesa, la giustizia, l’intolleranza per il trionfo della ragione.
In definitiva un Pamphlet è una breve pubblicazione, scritta con intento polemico o satirico, in cui l’autore prende posizione contro un altro autore o contro un potente, o contro l’intera società su temi o avvenimenti di stretta attualità.
Il pathos è sempre presente all’interno di questo scritto e il suo veicolo principale sono le figure retoriche, tra cui soprattutto metafore, ossimori e antitesi. Poiché, colui che scrive, presenta le proprie convinzioni come frutto dell’evidenza del suo sguardo della realtà, e le posizioni avversarie o l’ingenuità dei lettori sono spesso oggetto di ironia e sarcasmo.
Come non fare cenno alle pasquinate, nate proprio nella piazza di Pasquino; Pasquino parlò per secoli e nessuno degli autori è mai stato colto davvero in flagrante. La cosa avviene ancora. Per avere un’idea ti ripropongo questo articolo: Si è spento a Roma lo scrittore e giornalista Giampaolo Pansa, che tra i suoi ultimi lavori del 2019 ha scritto il saggio breve su Matteo Salvini.
Con l’andar del tempo il ricorso al pamphlet è andato diminuendo, mentre il suo spirito acre e corrosivo a salvaguardia dei diritti democratici è andato condensandosi negli articoli dei giornali e nei colloqui coi lettori.
Con la speranza di aver dato una connotazione a questo termine ti auguro una buona lettura e a presto.