Alex Schwazer, in TV! Che prima o poi la sua storia avrebbe avuto un seguito era da tempo nell’aria. Sarà il mio pensiero, ma tutto il percorso punitivo inflitto a Schwazer fin dall’inizio, non è mai stato regolare. Non mi riferisco alla giustezza o meno della pena. Chi sbaglia, soprattutto nello sport, è giusto che paghi se non altro per dare un messaggio chiaro a chi ritiene che un piccolo integratore non infici il percorso agonistico intrapreso.
Alex Schwazer in TV, la sua storia, la squalifica e la sentenza di assoluzione
In questo caso, all’epoca dei fatti, lo sbaglio c’era eccome! Lo stesso marciatore si era fatto carico di confermarlo accettando a testa bassa le inevitabili conseguenze. Proprio la scorsa settimana in questa stessa rubrica ti ho raccontato, nei dettagli, i retroscena di questa spiacevole storia.
Al di là delle ovvie ripercussioni nel mondo sportivo, mi ha sempre colpito l’eccessiva demonizzazione del personaggio, il massacro mediatico che lo ha travolto senza riserve, ancora più incisivo dopo il coinvolgimento della ex fidanzata Carolina Kostner.
La pena inflitta nel 2012 dal tribunale sportivo, pur se giustificata dall’errore, non è stata una semplice pena da scontare, Schwazer ha pagato il tradimento nei confronti di una mentalità che lo voleva al di sopra di qualsiasi ragionevole dubbio.
Un olimpionico non poteva e non doveva offuscare il prestigio di un Paese che in lui aveva risposto troppe speranze. Schwazer rappresentava la certezza della vittoria, quello che quattro anni dopo avrebbe dovuto riportare l’Italia sul podio e non si può dire che il marciatore non ci abbia provato. Tornare a gareggiare era l’unica possibilità per recuperare la credibilità sportiva e morale.
Le buone intenzioni, in questo caso, non sono state sufficienti a impedire che lo stesso tribunale lo mettesse nuovamente all’angolo, guarda caso proprio alla vigilia di un’altra olimpiade, quella di Rio De Janeiro. Qualcosa però non torna, troppe risvolti oscuri e incomprensibili così come non è facile, comunque, dimostrare l’innocenza.
Ci vorranno quattro anni per raggiungere il verdetto di non colpevolezza emesso dal tribunale di Bolzano anche se la giustizia sportiva lo vede ancora fuori dall’attività agonistica. Insomma per Schwazer si tratta di un vero e proprio complotto a cui ancora non si riesce a dare un nome e l’agenzia internazionale non ha certo voglia di ammettere l’errore
Alex Schwazer in TV, la serie tratta dal libro del suo allenatore
Alla manipolazione delle prove e alla sua innocenza ha sempre creduto Sandro Donati, allenatore di atletica da sempre simbolo della lotta contro il sistema doping fermamente convinto che, al di là degli errori, dietro la sentenza fosse chiara un’altra motivazione.
Donati ha abbracciato totalmente la causa di Alex Schwazer, lo ha continuato ad allenare, difendendolo contro tutto e tutti coloro che lo vorrebbero, secondo il suo pensiero, lontano dal palcoscenico sportivo. È lui a scrivere in un libro tutto il difficile percorso dell’atleta altoatesino,
“La squalifica per doping? Hanno affondato lui per colpire me perché a qualcuno non è mai piaciuto che lavorassi con un atleta che aveva avuto problemi col doping” ha detto Donati in un intervista “L’antidoping è controllato politicamente e tenuto basso nei livelli di efficacia: nel momento in cui si è creata la falsa positività qualcuno l’ha sostenuta ed è stata l’occasione per colpire me”
Donati quindi scrive la sua verità in Alex e il grande complotto internazionale per il doping un libro che la Rizzoli è in procinto di pubblicare. Nel frattempo, si è pensato di raccontare la storia di Alex realizzando una serie tratta liberamente dal libro di Donati e prodotta da Indigo Film e Lungta Film.
Un libro-verità che ricostruisce passo dopo passo la dolorosa vicenda del marciatore campione olimpico a Pechino 2008, accusato di doping 4 anni fa e assolto “per non aver commesso il fatto” con la sentenza del 18 febbraio scorso. Sandro Donati offre uno spaccato inquietante della “giustizia” sportiva e ci conduce, come in una spy-story, nel mondo oscuro dei “poteri forti” internazionali che controllano lo sport.
Sandro Donati, cito alcune affermazioni giornalistiche ,”si toglie i macigni dalle scarpe” puntando il dito contro i poteri forti del sistema
“Tutti zitti per cinque anni, ci hanno incastrato” provo amarezza per aver condotto questa battaglia in solitudine. Ora è il momento che gli altri facciano le riflessioni del caso. Cosa diranno adesso? E cosa possiamo fare perché queste cose non accadano più?
Anch’io in qualche modo sono stato incastrato: passato per fesso o complice, e non sono né l’uno ne l’altro. Ora anch’io dico grazie a questo giudice coraggioso. Ringrazio anche chi mi ha dato fiducia nei momenti più bui, ma anche coloro che si sono associati ai dopati di professione e mi hanno attaccato perché io li ho combattuti a lungo.”
Non ci sono sentenze che possano ribaltare o restituire la dignità calpestata oltre il legittimo. Le scuse ora come ora, non ci saranno, sarebbe come confermare la scarsa validità di un sistema giudicante incapace di valutare con obiettività.
L’unica arma è la consapevolezza di essere nel giusto, permette di camminare a testa alta, senza riserve, sapendo di aver pagato il giusto e la speranza che il futuro riservi ancora tante soddisfazioni.
Tra pochi mesi, Covid permettendo, Tokio accoglierà tutto il mondo dello sport, per Alex Schawzer sarà un’Olimpiade da vedere o da vivere? Lui ce la sta mettendo tutta, noi, nel frattempo, attendiamo con ansia Alex Schwazer in TV. Ne vedremo delle belle!!
Forza Alex!