Dopo secoli di isolamento il monastero di Santa Caterina, sul Monte Sinai in Egitto, riapre le sue porte al mondo con un’opera di digitalizzazione del suo immenso patrimonio.
Costruito nell’arco tra il IV secolo e il VI secolo, il monastero di Santa Caterina viene considerato il più antico monastero cristiano al mondo e vanta una preziosa collezione, seconda solo a quella del Vaticano, di 3.300 manoscritti, altrettante pergamene e volumi raccolti dal Medioevo a ora. Nel 2002 è stato dichiarato Patrimonio mondiale dell’Unesco. Per secoli il monastero è rimasto isolato, unico imponente edificio nel bel mezzo del deserto, difficile da raggiungere e poco visitato.
La Biblioteca continua a non essere accessibile al pubblico, ma, grazie alla collaborazione tra il monastero, il the Early Manuscripts Electronic Library, la biblioteca della University of California e grazie al sostegno economico dell’Arcadia Fund, che ha elargito più di 980mila dollari, l’inestimabile eredità culturale verrà messa a disposizione di tutti. Infatti, la digitalizzazione in corso permetterà la consultazione online e gratuita di tutti i manoscritti e tutti i volumi racchiusi tra le mure dell’immenso monastero. Tra le opere più preziose vi è il Syriac Sinaiticus, un manoscritto di fine IV secolo che contiene la traduzione in siriaco di quattro canti del Nuovo Testamento, e il Sa’id ibn Batriq, di Eutichio di Alessandria, considerato il più antico scritto in arabo di un autore cristiano. Si è dato il via anche a un’opera di restauro per cercare di recuperare tutti i palinsesti presenti, nel tentativo di ridare luce anche a testi cancellati e riscritti.
Un progetto, dunque, che racchiude grande ambizione; vista la grande mole di manoscritti contenuti non sarà sicuramente un lavoro facile, ma il risultato avrà un valore inestimabile. Come hanno dichiarato i curatori di questa immensa opera: “La biblioteca dell’Ucla non vede l’ora di rendere questi importanti manoscritti disponibili online a studenti, studiosi e tutto il pubblico in ogni parte del mondo. Questo progetto aprirà nuove strada di ricerca e migliorerà la comprensione della storia della regione“.