Martedì 3 agosto, lo scrittore Antonio Pennacchi è stato colto da un malore improvviso. Purtroppo non c’è stato nulla da fare per il vincitore del Premio Strega (2010).
Pennacchi è nato a Latina nel 1950, da una famiglia che, da parte di padre, erano operai provenienti dall’Umbria, mentre il lato materno erano coloni originari del Veneto.
Si dedica alla politica fin da giovanissimo e, contrariamente alle scelte dei fratelli, si iscrive al MSI. Successivamente, dopo contrasti con i vertici del partito, si avvicina alle linee del marxismo. Tra gli anni Settanta ed Ottanta aderisce al PSI.
Antonio Pennacchi, da operaio a scrittore
Pennacchi ha iniziato a lavorare come operaio all’Alcatel Cavi di Latina, che all’epoca era chiamata Fulgorcavi, dove ha lavorato per oltre trent’anni. Come già vi ho anticipato, alla fine degli anni Settanta, è entrato nel PSI, e poi nella Cgil, dalla quale venne espulso. Quindi decise di entrare nella UIL
Lo scrittore, successivamente, si è avvicinato ed è entrato nel Partito Comunista Italiano e di nuovo alla Cgil, da cui venne espulso nuovamente nel 1983. Dopo tutte queste vicissitudini, Pennacchi, abbandonò l’attivismo della vita politica, preferendo coltivare un’altra passione che lo ha trasformato nello scrittore che conosciamo.
Antonio Pennacchi ha saputo sfruttare un periodo di cassa integrazione per laurearsi in Lettere presso l’Università La Sapienza di Roma. Inizia così l’attività di scrittore.
Il suo romanzo di esordio fu Mammut (1994), che ha avuto qualche difficoltà. Come da lui affermato in un’intervista:
Per otto anni. Loro a rispedirmelo e io a rimandarglielo. 55 rifiuti alla fine, da 33 editori diversi. Tutti gli editori italiani dai più grossi ai più piccoli. Nessuno escluso.
Ma il nostro caro Pennacchi non si è arreso. E con la pazienza di un operaio costretto a svolgere lo stesso compito per anni, è riuscito a trovare un editore e ad entrare nel mondo dell’editoria italiana. Il romanzo è stato pubblicato da Donzelli nel 1994, vincendo il Premio del Giovedì. Dopo arrivano Palude, con cui vinse il Premio Nazionale letterario Pisa, e Una nuvola rossa (1998), nel 2001 passa alla Mondadori.
Nel 2003 pubblicò Il fasciocomunista. Vita scriteriata di Accio Benassi, romanzo autobiografico da cui nel 2007 fu tratto il film Mio fratello è figlio unico, diretto da Daniele Luchetti. Il romanzo è autobiografico, infatti notiamo le somiglianze tra Accio Benassi e l’autore. Accio fa parte di una famiglia numerosa proprio come il Pennacchi. Accio in un primo momento si iscrive al MSI, dove viene cacciato e si avvicina alle idee marxiste, di nuovo, proprio come il nostro scrittore.
Nel 2010, Antonio Pennacchi pubblica Canale Mussolini, finalista al Premio Campiello e vincitore del Premio Strega. Canale Mussolini è un romanzo ambientato nell’arco temporale che va dagli anni dieci del Novecento allo scoppio della seconda guerra mondiale. Il titolo del romanzo riprende il nome dal principale canale di bonifica dell’Agro Pontino.
Le parole del Ministro Dario Franceschini per un autore unico nel suo genere:
Antonio Pennacchi è stato il primo, grande narratore di un’Italia che fino ai nostri giorni era stata dimenticata. Con i suoi saggi sulle città di Fondazione, raccolti poi in un fortunato volume, e, soprattutto, con la sua vena narrativa esplosa nel romanzo “Canale Mussolini”, Pennacchi ha raccontato l’epopea della bonifica pontina, facendo conoscere al grande pubblico con arguzia, intelligenza, sagacia e ironia vicende dolorose e dilanianti. Una capacità che con il romanzo “Il fasciocomunista” ha avuto anche un felice adattamento cinematografico, con il film “Mio fratello è figlio unico”. Un creativo a tutto tondo, ci mancherà.
Tra i principali romanzi di Antonio Pennacchi ricordiamo: Storia di Karel (2013), Camerata Neandertal, Libri, fantasmi e funerali vari (2014), Canale Mussolini. Parte seconda (2015), Il delitto di Agora (2018), la rivisitazione del thriller Una nuvola rossa pubblicato nel 1998, e La strada del mare (2020).