Caro iCrewer, avrai sicuramente avuto la triste notizia della scomparsa di Tullio Pironti, storico editore della città partenopea. Chi ha avuto modo, come me, di entrare nella sua libreria a Piazza Dante a Napoli, sarà sicuramente sconvolto dalla notizia annunciata, in particolare, sui giornali locali.
Proprio in quella libreria a Piazza Dante cercavo i miei libri scolastici e di lettura. La libreria di Tullio Pironti, per me, piccola appassionata di libri, aveva un fascino particolare, mentre aspettavo che mi venissero consegnati i libri, cercavo di spiare tra gli infiniti scaffali e immaginavo le storie che potevano custodire.
Tullio Pironti: una vita tra boxe e libri
Poche persone conoscono il passato dell’editore Pironti. Infatti, prima di essere editore è stato anche un abile pugile. Tullio è nato a Napoli il 10 giugno 1937, ha conosciuto e praticato la nobile arte della boxe in un periodo di difficile ripresa per l’Italia e per l’Europa intera, durante il secondo dopoguerra.
Tullio Pironti, nella sua biografia Libri e cazzotti, racconta episodi della sua vita legati all’arte del pugilato in un periodo storico molto delicato, fino ad arrivare a “fare i guanti” in Nazionale con un ragazzo triestino divenuto poi leggenda, tal Nino Benvenuti. Continua con i racconti legati alla libreria, lasciatagli dal nonno e dal padre.
Come ha raccontato in un’intervista del 2006, durante l’ottava puntata del ciclo di trasmissioni «Storie di sport» andata in onda nel 2006 nello spazio «Il terzo anello» di Radio 3:
Ai tempi di Nino Benvenuti fui convocato in Nazionale. Era a Porto Recanati. Allora l’allenatore era Natalino Rea. Ed era per i Campionati Europei. Purtroppo persi la finale, cioè la finale della selezione, di chi doveva andare ai Campionati. Incontrai un livornese che si chiamava Pucci ed era un pugile fortissimo
Lasciò l’attività di pugile professionista dopo una cinquantina di incontri e un ko di quelli che fanno male, per abbracciare l’eredità lasciata dal padre e dal nonno, costituita dalla omonima casa editrice. L’attività è stata caratterizzata da una serie di scommesse editoriali vinte con tanti autori stranieri scoperti e lanciati in Italia.
Pironti ha iniziato l’attività editoriale nel 1972 con il libro-reportage La lunga notte dei Fedayn scritto dal giornalista Domenico Carratelli all’indomani della strage di atleti israeliani e sequestratori palestinesi durante le Olimpiadi a Monaco di Baviera.
Durante la sua attività di editore ha fatto conoscere in Italia autori stranieri divenuti poi famosi come Don DeLillo, Bret Easton Ellis, Raymond Carver, il Premio Nobel egiziano Naghib Mahfuz. Particolare eco riscuotono tuttora i libri-reportage di David Yallop, John Cornwell, Philipp Willan, Leopold Ledl, Richard Hammer, sulle clamorose vicende finanziarie del Vaticano e sulla morte di Papa Luciani.
L’apice della notorietà a metà degli anni ’80, quando pubblicò Meno di Zero di Bret Easton Ellis i cui diritti strappò al colosso Mondadori con un’asta fatta di rilanci al telefono. Tra i bestseller di maggiore resa anche Il Camorrista di Joe Marrazzo, da cui fu tratto l’omonimo film di Tornatore con Ben Gazzara nei panni del boss Raffaele Cutolo.
La sua libreria di Piazza Dante, nella quale era affiancato dai nipoti Chiara e Cesare, è un punto di riferimento per intellettuali e gente comune, oltre che per tanti studenti. Il suo desiderio rimasto irrealizzato, donare una montagna di libri per consentire a chiunque di portare a casa il suo volume prediletto.
Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, lo ricorda con queste parole:
La scomparsa di Tullio Pironti ci porta via un uomo di profonda cultura, un innamorato di Napoli.
I funerali si sono tenuti ieri pomeriggio, nella Chiesa del Caravaggio di piazza Dante, a pochi metri dalla sua libreria.