Ciao iCrewer! Anche oggi vorrei esplorare insieme a te una rinomata e bellissima biblioteca. Sto parlando di quella che giace al sicuro tra le mura dell’abbazia di Admont, nel cuore delle montagne austriache.
Le sale che racchiudono secoli e secoli di storia sono molte: la Biblioteca bodleiana di Oxford, per esempio, oppure quella di Federico II di Prussia nel palazzo di Sanssouci. Perchè, allora, dovremmo fare una capatina nel Land di Stiria? Cos’ha di speciale il luogo di cui sto per parlarti?
Devi sapere, che oltre a essere meravigliosa e antica, quella di Admont è la più grande biblioteca monastica di tutto il mondo! Tuttavia, meglio partire dall’inizio, che dici? E in principio c’era l’abbazia.
Abbazia di Admont
Fu fondata nel 1074 per volere di Ottocaro I di Stiria e di Gebhard, arcivescovo di Salisburgo, e affidata a monaci dell’Ordine dei benedettini. La sua non fu mai un’esistenza del tutto tranquilla: già a meno di cento anni dalla sua apertura, nel 1152 fu quasi completamente distrutta da un grande incendio. Fortunatamente venne subito rimessa in sesto.
La raccolta di manoscritti, anche copiati in loco, e successivamente di libri stampati, incunaboli, rare prime edizioni di grandi opere, cominciò già nell’ XI secolo.
Il ‘400-‘500 fu un periodo contrassegnato da un’andamento altalenante per l’abbazia e i suoi monaci: la Riforma protestante e le guerre contro i turchi portarono ad anni di declino; viceversa, con la Controriforma il favore tornò a risplendere sui benedettini.
Nel 1865 la struttura fu, di nuovo, vittima del fuoco: quasi tutto lo stabile venne enormemente danneggiato, esclusa la biblioteca che, seppur riportando dei danni, fu sicuramente la parte che se la cavò con meno graffi.
Come se non bastasse, la crisi economica degli anni ’30 del Novecento e l’occupazione nazista ci misero del loro: molte delle opere d’arte contenute nel monastero furono vendute, per far fronte alle incombenze; poi Admont venne occupata e i monaci scacciati dal monastero.
Solamente nel dopoguerra le porte vennero riaperte, i lavori di restauro iniziati. Dal 1997 nell’abbazia vengono collezionati lavori di artisti austriaci e, dal 2003, alla biblioteca si è affiancato un museo d’arte contemporanea.
La biblioteca
Una delle ultime opere architettoniche ad essere realizzate in stile tardo barocco europeo, la biblioteca dell’abbazia di Admont è come un diadema su cui brillano una moltitudine di gemme: affreschi, sculture, manoscritti, stampe e il sapere racchiuso tra miliardi e miliardi di pagine.
Con i suoi 79 metri di lunghezza e 14 metri di larghezza è la biblioteca monastica più grande al mondo.
Fu commissionata dall’abate Matthäus Offner e completata nel 1776. L’architetto a capo dei lavori, Josef Hueber, così come l’imperatrice Maria Teresa d’Austria che regnava in quel periodo, era un sostenitore della corrente di pensiero dell’Illuminismo e, quindi, progettò la sala con enormi finestre, perchè “così come la nostra comprensione, anche le stanze dovrebbero essere riempiti di luce“.
Anche i sette affreschi di Bartolomeo Altomonte sono a tema illuministico: ripercorrono la via del capire umano, dal pensiero e dal linguaggio, alle arti e alle scienze, fino alla Divina Rivelazione, nella cupola centrale, al di sotto della quale si possono trovare svariati esemplari di Bibbie e altri lavori dei Padri della Chiesa.
Qualche numero? La biblioteca, nei suoi scaffali, ospita circa 70’000 volumi, mentre l’abbazia nel suo complesso, più di 200’000. Non male, direi. Gli esemplari più preziosi sono gli oltre 1’400 manoscritti – alcuni datati addirittura VIII secolo a. C. – e i 530 incunaboli (libri pubblicati prima dell’invenzione della stampa a caratteri mobili, nel 1512).
Le visite sono al momento, ovviamente, sospese, ma c’è comunque la possibilità di sbirciare all’interno del monastero grazie alla sua ricostruzione 3D, al costo di poco meno di 1,50 euro.
Foto tratte dal sito ufficiale dell’abbazia di Admont