Per amare e vivere bisogna osare…
Non credo ci sia un’altro pensiero che valga la pena di citare per spiegare cosa voglia esprimere Massimo Piccolo nel suo ultimo romanzo. Più che un libro, “Estelle” è una bellissima favola contemporanea che l’autore aveva riposto in un cassetto e che solo, in un secondo momento, ha poi deciso di riprendere e pubblicare.
Una favola dai toni delicati ma anticonvenzionale, rivolta non solo ai bambini ma soprattutto agli adulti, un messaggio semplice per i più fragili, probabilmente bloccati nella loro esistenza da costrizioni e troppo amore. Come la vita di Estelle la giovane principessa, personaggio chiave del romanzo dello scrittore napoletano, figlia di Re Gustav IV e della regina Alessaja, talmente preoccupati per la salute della loro figliuola da non permetterle di uscire dal castello, convinti che la luce potesse danneggiarla.
La paura della realtà si contrappone al desiderio crescente di conoscere cosa c’è al di là del piccolo mondo che ci circonda, anche rischiando tutto, sono questi gli elementi chiave di questa delicata e tuttavia, drammatica favola che lo scrittore partenopeo ci racconta.
“Per amare e in definitiva vivere, bisogna rischiare, abbandonare nidi e porti sicuri sbugiardare le proprie aspettative, cambiare rotta repentinamente, in barba ai lacci della paura, sgraffiarsi le mani pur di scoprire cosa può esserci oltre.”
La giovane principessa si difende dai mali del mondo ma nel suo cuore, già emerge, forte, l’esigenza di scoprire, andare oltre la sua finestra troppo alta per volare via. Il Re fa di tutto per proteggere la figlia, le organizza feste e riunioni per allietare le giornate sempre troppo cupe, alla ricerca di un principe in grado di dare un erede, accettando di lei, il bene e il male. E’ cosi che faranno il loro ingresso a corte, il giovane principe Ileardo di Haudangerfjord e Juan, un suonatore di accordion, (fisarmonica) chiamato ad allietare le eventuali nozze della principessa, entrambi affascinati dalla dolce ma imprevedibile fanciulla.
“Vedi ragazzo, dice il Re “i demoni della nostra testa sono un pò pigri. Fissato un ricordo lo lasciamo li, bellissimo, senza che prenda polvere, ragnatele o che la pittura svanisca. Almeno fino a quando non dovranno fare i conti con la realtà. “
Estelle si adegua al volere del padre ma solo lei potrà scegliere il suo sposo accettandone il comune destino. Nella sua favola moderna, di appena 89 pagine, lo scrittore riesce a trasmettere il suo personale pensiero sui sogni della vita e il coraggio necessario per raggiungerli, “solo attraverso le favole, scrive, si riesce a raggiungere la realtà…”
Personalmente, condivido il pensiero dell’autore, una parte di noi, in qualche modo, rimane sempre innocente, vera, legata alla favola, dalla morale nascosta ma di immediata comprensione. Mi chiedo cosa accadrà ad Estelle, se avrà il coraggio di sciogliere i lacci della paura e andare fuori da quelle mura così alte, sgraffiandosi le mani nel bosco irto e cupo a difendere il castello… e con chi….
