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RECENSIONE: TROVARE L’EDELWEISS – Tina Mucci

Ornella Feletti 7 anni fa Commenta! 4
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Contenuti
Quando meno ce lo aspettiamo ecco che un evento non preventivato ci “chiama” dandoci degli strumenti con i quali decidere cosa fare della nostra vita e con quella delle persone che ci circondano.Trovare l’Edelweiss!!!

Quando meno ce lo aspettiamo ecco che un evento non preventivato ci “chiama” dandoci degli strumenti con i quali decidere cosa fare della nostra vita e con quella delle persone che ci circondano.

E’ ciò che accomuna le tre protagoniste del libro di Tina Mucci.

Trovare l’Edelweiss!!!

Come se fosse facile!

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L’EDELWEISS cresce sulle rocce fino a tremila metri di altezza; per raggiungerlo bisogna letteralmente inerpicarsi sulla montagna per vederlo. Ma una volta arrivati e trovati questi fiori si rimane ammaliati da tanta bellezza. Ovviamente quei pochi tra noi che ce la fanno!

Però non lasciatevi trarre in inganno dal titolo, sebbene abbia un suo ruolo.

Ci troviamo in presenza di tre donne, all’apparenza slegate, ma la trama segue un ordine ben preciso: si comincia con Beatrice, poi Eliana, poi Agata e si ritorna a Beatrice, poi Eliana e poi Agata in un susseguirsi di stati d’animo complessi, tra loro contrastanti, nel momento in cui scoprono di essere incinta.

E’ il miracolo della vita presente da milioni di anni e che sembra possa vantare continuamente delle novità ed invece è sempre lo stesso, con le sue dinamiche sociali che impongono delle scelte e talvolta dei rinvii nel tempo.

Con un’analisi molto precisa ed accurata, garbata nei toni, attenta ai dettagli, l’autrice ci accompagna nella lettura del suo romanzo in maniera piacevole e coinvolgente. Con piccoli colpi di scena che nulla tolgono alla veridicità delle azioni.

“Beatrice ha quarantasette anni, e la ginecologa le ha appena detto che è in premenopausa. Sta cominciando la fase più delicata della sua vita, ma lei è serena, ha un uomo innamorato accanto, è realizzata nel lavoro e sorride sempre.”

“Eliana desidera avere un figlio più di ogni altra cosa al mondo: è più di un desiderio, è una vera e propria ossessione, tanto che costringe anche Jacopo, suo marito, a vere e proprie torture fisiche, mentali e sessuali, pur di raggiungere il suo obiettivo. Niente è più importante del suo desiderio di maternità, neppure loro, neppure il suo matrimonio.”

“Agata è una suora laica, ha fatto una scelta di vita diversa e spirituale e ne è fermamente convinta. Ma la cattiveria umana non ha confini ed entrerà anche nel suo mondo pulito, lo contaminerà, la cambierà profondamente e la metterà di fronte ad una decisione che non avrebbe mai immaginato di dover prendere. Forse nemmeno la sua fede potrà aiutarla.”

Tre storie diverse come diversi sono i desideri di ciascuna delle donne, che le porteranno a decidere un comportamento piuttosto che un altro nel momento più doloroso.

Accanto a queste tre figure principali, a mio parere, emergono altre figure minori che impongono la loro presenza in maniera toccante e diventano la “chiave di volta” o “l’edelweiss” che le aiuterà a decidere.

Nel caso di Beatrice c’e Sean, giovane e attraente, dagli occhi blu profondi come il mare; per Eliana c’è Laura, avvocato, e il piccolo Manuel; per Agata ci sono Suor Margherita, Antimo il comandante dei carabinieri, e sua madre. Ognuno riesce ad emergere e fa riflettere sia la protagonista, ma anche il lettore.

A parte diversi errori di impaginazione e refusi la Mucci ha evidenziato bene l’argomento mettendo in evidenza come il miracolo della procreazione faccia ritrovare alla donna la parte più vera di sé stessa.

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