Hanno segnato intere generazioni e raccontato, a modo loro, la storia del secolo breve. I giochi da tavolo del Novecento non sono solo un passatempo: rappresentano uno specchio fedele dei tempi, capaci di adattarsi, innovarsi e persino influenzare la società.
Lo spiega bene Andrea Angiolino, autore e studioso del gioco, nel suo libro Un secolo di giochi. Monopoly, Subbuteo, Tetris e altre storie ludiche (Carocci). Un viaggio tra i dieci giochi più iconici del Novecento, che hanno intrecciato la loro fortuna con gli eventi storici, artistici e sociali del loro tempo.

Dai surrealisti al codice Enigma: curiosità storiche sui giochi da tavolo più celebri
Uno dei passatempi più affascinanti citati da Angiolino è il “cadavere squisito”, un gioco collettivo nato nei circoli surrealisti. Artisti come Jacques Prévert, André Breton, Joan Miró e Man Ray si divertivano a comporre frasi e disegni su fogli piegati, senza sapere cosa avessero scritto o disegnato gli altri. Il risultato? Opere d’arte condivise, veri e propri esperimenti di creatività collettiva che entrarono nel manifesto del Surrealismo.
Anche il cruciverba ha una storia sorprendente. Le sue radici risalgono a più di duemila anni fa, ai cosiddetti quadrati magici dell’antica Roma. Ma nel Novecento, il gioco delle parole incrociate si intreccia con la storia della Seconda guerra mondiale.
Nel 1941 il Daily Telegraph organizzò una sfida di cruciverba con un premio in denaro. I migliori partecipanti, però, ricevettero una proposta inaspettata: furono reclutati dai servizi segreti britannici per lavorare a Bletchley Park, il centro di crittografia dove si cercava di decifrare la macchina Enigma. Quello che sembrava un gioco, insomma, era in realtà un test segreto per trovare nuovi talenti.
Monopoly e la guerra: quando il gioco serviva per fuggire
Tra le storie più incredibili spicca quella del Monopoly “truccato”. Durante la Seconda guerra mondiale, i servizi segreti inglesi chiesero alla casa produttrice Waddington di inserire in alcune scatole destinate ai prigionieri di guerra mappe, bussole e persino denaro vero, nascosti tra i componenti del gioco.
Il Monopoly, così, diventò uno strumento di sopravvivenza, un aiuto concreto per i soldati alleati che cercavano di fuggire dai campi tedeschi. I nazisti, ignari del trucco, autorizzavano l’invio dei giochi credendo che servissero solo a distrarre i prigionieri.
Dai libri-gioco ai videogame: l’evoluzione del divertimento interattivo
Un altro protagonista del secolo scorso è il libro-gioco, come la celebre serie Lupo Solitario. Qui il lettore diventa protagonista, scegliendo come prosegue la storia e saltando da una pagina all’altra a seconda delle decisioni prese.
Questo approccio interattivo, erede dei codices dell’antico Egitto e de Il libro delle sorti del 1482, rappresenta l’anello di congiunzione tra il gioco da tavolo e il videogioco moderno. È la nascita del gioco narrativo, dove lettura e decisione si fondono in un’unica esperienza immersiva.
Perché i giochi da tavolo piacciono ancora oggi
Nonostante la tecnologia e i videogame, i giochi da tavolo continuano a conquistare nuove generazioni. Offrono connessione umana, strategia, creatività e nostalgia — elementi che nessuno schermo può davvero sostituire.
Dai surrealisti ai crittografi, dai soldati ai bambini, il mondo ha imparato una lezione preziosa: giocare non è mai stato solo un passatempo, ma un modo per capire il tempo in cui viviamo.