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Filosofiamo: La Wicca, il ritorno del sacro nella natura

Superstizione o spiritualità sincera?

Giuseppe Fumarola 6 ore fa Commenta! 9
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Il tema di questa domenica filosofica è la religione Wicca: antica e nuova allo stesso tempo, rappresenta oggi una delle forme più sorprendenti di riscoperta del sacro, una via che fonde filosofia, mito e spiritualità naturale in un unico respiro.

Contenuti
Storia ed evoluzione della WiccaI riti e gli dei wiccaModa passeggera o spiritualità del presente?

Oggi la religione appare per molti come una dimensione ormai dimenticata, qualcosa di troppo rigido e lontano da noi, nel migliore dei casi, nel peggiore, un insieme confuso di pratiche, rituali e simboli incomprensibili. A prescindere dalla fede personale, quel che è certo è che molte delle religioni più diffuse sono così cambiate nel tempo da aver quasi completamente perso lo spirito originario da cui erano nate.

Oggi più che mai, quindi, assistiamo ad una crisi spirituale che si traduce in un senso di mancanza, di vuoto spirituale accentuato in una società schiacciata dalla tecnologia, dalla produttività e da un individualismo malsano. Ed è proprio per rispondere a questa mancanza e a questo desiderio di rivalsa e ricongiunzione con il mistico che nasce la Wicca, che sembra parlare la lingua dimenticata della Terra.

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Storia ed evoluzione della Wicca

gerald gardner wicca

La Wicca nasce ufficialmente nel XX secolo, quando Gerald Gardner, funzionario britannico e appassionato di antropologia, pubblica nel 1954 Witchcraft Today, dando voce a ciò che chiamava “l’Antica Religione”. Gardner sosteneva di essere stato iniziato a un culto sopravvissuto ai secoli delle persecuzioni e delle inquisizioni, una religione antica legata ai cicli della natura e alla venerazione del principio divino nella sua duplice forma: il Dio Cornuto e la Dea Madre.

Da allora, la Wicca si è diffusa in tutto il mondo, causando la nascita di numerose coven, gruppi o congreghe di iniziati. Ne esistono diverse correnti: la Gardneriana, più rituale e tradizionale, faceva riferimento direttamente allo stesso fondatore. Sono stati gli iniziati di questo gruppo a tramandare il Libro delle Ombre del maestro, all’interno del quale erano custoditi gli insegnamenti, i simboli e i rituali originari.

La corrente Alexandriana, invece, è stata fondata da Alex Sanders in Inghilterra e si differenzia dalla corrente Gardneriana per un approccio più iniziatico e simbolico. A differenza della Gardneriana, che predilige un rapporto più intimo con la Natura e l’energia da essa derivante, l’Alexandriana si è arricchita di nuovi elementi cerimoniali derivanti dalla Cabala e da altre correnti neopagane.

La Dianica, infine, possiede un forte accento femminista. Essa si basa sull’idea che esista un unico principio divino femminile, quello della Dea Madre che incarna e racchiude in sé tutte le diverse manifestazioni divine femminili che il divino ha assunto nel tempo e nelle diverse tradizioni. Proprio per questo, le coven dianiche sono accessibili unicamente alle donne.

Ma queste sono solo alcune delle correnti maggiori. La Wicca, infatti, si è via via frammentata in una serie di gruppi e coven che spesso rifiutano anche qualsiasi forma di classificazione più rigida. A unire tutte queste forme, infatti, resta il principio centrale della libertà spirituale e della connessione armoniosa con la natura.

I riti e gli dei wicca

grimorio wicca

A differenza della maggior parte delle religioni, la fede Wicca non prevede un’istituzione centrale nè una gerarchia o un credo stabile cui attenersi. Si tratta piuttosto di una religione ortoprattica, fondata, cioè, sulle pratiche e sui rituali da compiere per poter essere ammessi e considerati membri effettivi di una coven. Il Libro delle Ombre è il testo guida di ciascun gruppo. In esso sono raccolti i riti, i cerimoniali e i simboli di ogni coven che possono differire molto da gruppo a gruppo, anche se si rifanno tutte indistintamente alle linee guida originarie esposte nel Libro delle Ombre di Gardner.

Esistono, tuttavia, dei rituali fondamentali su cui si basa l’intero credo wicca. Si tratta di pratiche che, seppur con qualche differenza, sono presenti in ogni coven a prescindere dal loro orientamento. Si tratta di: wiccaning, il “battesimo” wicca in cui si introducono gli adepti dinanzi alla Dea e al Dio; handfasting, il “matrimonio” pagano in cui gli sposi intrecciano con nastri a simboleggiare la loro unione eterna; il requiem, il rito funebre che celebra non soltanto l’addio al mondo del defunto ma anche il suo ritorno al mondo della Natura, in un ciclo eterno ed indissolubile.

La filosofia wicca si basa su un concetto molto semplice: il divino non è qualcosa di distante e lontano, ma risiede intorno a noi, in tutto ciò che ci circonda. Esso è riconoscibile in due principi divini: quello femminile della Dea Madre, spesso rappresentata come una donna dai tre volti (vergine, madre e anziana) a simboleggiare il ciclo eterno che governa la natura, il cielo, il mondo e il tempo stesso; e quello maschile, personificato dal Dio cornuto, simbolo di forza vitale che scorre ovunque con ritmo selvaggio e ferale.

Maschile e femminile non sono in opposizione né l’uno prevale sull’altro. Esse si fondono in un unico perfetto equilibrio e sono indispensabili l’uno per l’altro. Nella danza cosmica di queste due energie, la Wicca riscopre un’antica verità: l’armonia nasce dalla differenza, non dalla supremazia.

Moda passeggera o spiritualità del presente?

wicca

Negli ultimi anni, la Wicca ha conosciuto una sorprendente rinascita, specialmente tra i più giovani. I social media sono popolati da pagine e profili dedicati alla magia naturale, alla luna, alle erbe e ai rituali: un linguaggio antico che si è adattato alle nuove forme di comunicazione. Basti pensare alle tante declinazioni diverse a cui ha dato origine questo culto: libri, film, persino la musica e le canzoni sono piene di rimandi alla cultura wicca. Ma ridurre questo fenomeno a una semplice moda sarebbe un errore. Dietro il crescente interesse si cela una ricerca autentica di significato, una nostalgia per il mistero, una ribellione silenziosa contro il nichilismo della modernità.

Per riempire il vuoto di una società ultramoderna che sembra voler “soffocare” ogni forma di spiritualità improduttiva, la Wicca si configura come una filosofia di vita. Ci ricorda che non c’è bisogno di armi, centrali, bombe o soldi per ottenere potere: esso si cela nella Natura che ci circonda, nei boschi, nel cielo stellato e nel susseguirsi inevitabili dei suoi cicli biologici. Non c’è bisogno di sovvertirli o dominarli ma, al contrario, dovremmo cercare di ricongiungerci ad essi per emularne l’equilibrio.

Non è un caso che molte persone si avvicinino oggi alla Wicca non per superstizione, ma per un bisogno di radicamento e consapevolezza. In un’epoca in cui tutto sembra virtuale e fugace, la Wicca offre il contrario: lentezza, ritualità, contatto, appartenenza. È un invito a guardare il mondo con occhi antichi, a percepire il sacro nel quotidiano, a sentire che ogni gesto — anche il più piccolo — può essere un atto di comunione con il tutto.

La Wicca, dunque, non è solo un’eredità del passato, ma una risposta poetica e profonda alle inquietudini del presente. In un mondo che ha dimenticato il linguaggio del sacro, essa ci sussurra all’orecchio che la filosofia non si trova solo nelle parole, ma anche nella terra, nel vento, nella luna e nella fiamma che arde silenziosa. E forse è proprio questa la sua verità più antica: che per conoscere davvero noi stessi, dobbiamo tornare a parlare con ciò che ci circonda.

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