Dopo il successo internazionale di Passeggiare la notte, finalista al Booker Prize, la giovane autrice americana Leila Mottley torna in libreria con un nuovo e intenso romanzo: Ragazze che diventano grandi (Bollati Boringhieri, pp. 336, €19, traduzione di Sara Reggiani).
Un’opera corale e vibrante che racconta la storia di un gruppo di ragazze madri in Florida, legate non dal sangue ma da una solidarietà profonda e salvifica.

La trama di Ragazze che diventano grandi
Ambientato a Padua Beach, un’immaginaria cittadina della Florida, Ragazze che diventano grandi segue la storia di Simone, una sedicenne che partorisce da sola due gemelli sul retro di un pick-up, dopo essere stata cacciata dalla famiglia, e che, quattro anni dopo, ha trasformato la spiaggia e il pick-up in un rifugio per sé e per altre giovani madri rifiutate dalla società. Il gruppo è composto da ragazze diverse ma accomunate da un destino simile. Tra loro Adela, ex nuotatrice mandata in esilio dai genitori, ed Emory, l’unica ragazza bianca, vittima dell’odio razzista del nonno. Tutte insieme, ritenute dal sentire comune «il tipo sbagliato di madri», trovano forza nel loro legame reciproco e nell’autonomia con cui affrontano la genitorialità.
Con il suo secondo romanzo, dopo l’acclamato Passeggiare la notte, Leila Mottley racconta con forza e sensibilità la vita di giovani madri emarginate che, escluse e stigmatizzate per la loro maternità precoce, riescono a costruire da sole una comunità solidale e indipendente.
Le protagoniste: Simone, Adela ed Emory
La storia è narrata attraverso tre voci femminili:
- Simone, ventenne madre di due gemelli, che si trova nuovamente incinta e guida il gruppo come una sorella maggiore.
- Adela Woods, promessa del nuoto di appena sedici anni, spedita in Florida dai genitori dopo essere rimasta incinta.
- Emory, determinata a diplomarsi mentre cresce da sola il piccolo Kai.
L’autrice dipinge queste ragazze senza idealizzarle, mostrando la durezza e la vulnerabilità delle loro esistenze. Ogni gesto di cura – dall’allattamento all’educazione dei figli – diventa un atto di resistenza, una sfida alle regole sociali che le hanno escluse.
Mottley offre uno sguardo nuovo sulle relazioni affettive, sulle ferite familiari e sulla mancanza di sostegno istituzionale, affrontando temi come l’aborto, le relazioni queer e la ricerca di autodeterminazione. Le singole storie delle protagoniste si fondono in una voce collettiva che celebra una maternità ribelle, autentica e visibile, confermando Mottley come una delle voci più originali della narrativa americana contemporanea.
Maternità, corpi e libertà: i temi centrali del romanzo
In Ragazze che diventano grandi, la maternità non è solo un evento biologico, ma una lente attraverso cui leggere la crescita, la responsabilità e l’emancipazione femminile.
Leila Mottley non risparmia dettagli né sulla realtà fisica del parto né sul dolore sociale dell’emarginazione. Le sue descrizioni sono dure, autentiche, e lasciano emergere un’urgenza narrativa rara nella letteratura contemporanea.

Il romanzo tocca anche temi di identità sessuale, aborto e diritti riproduttivi, in un contesto – quello della Florida – dove questi diritti sono sempre più limitati. È un racconto politico e umano allo stesso tempo, capace di dare voce a chi troppo spesso viene messo ai margini.
La narrazione ruota attorno ai tre punti di vista, alternando le voci di Simone, Emory e Adela. Mottley divide il libro in “trimestri” – facendo eco al processo della gravidanza – come dispositivo narrativo che lega simbolicamente sviluppo della storia e gestazione emotiva.
Nonostante la narrazioni passi da un punto di vista all’altro, la lettura scorre fluidamente e senza confusione. La struttura, in sé semplice, consente alle protagoniste di emergere con individualità, senza che la coralità del romanzo disperda la forza delle singole storie.
Il fulcro di Ragazze che diventano grandi è la rappresentazione delle tre protagoniste e, insieme, del gruppo di giovani madri che formano una sorta di ritratto collettivo e corale. Attraverso questi ritratti, Leila Mottley intreccia le diverse linee narrative del romanzo: le restrizioni sulle leggi dell’aborto in Florida, la complessità delle relazioni tra donne, le difficoltà di inseguire o abbandonare i propri sogni, le diverse forme d’amore — queer ed eterosessuale, reciproco o unilaterale, autentico o manipolatorio — e, soprattutto, il confronto delle ragazze con le proprie famiglie, che troppo spesso le hanno deluse.
Una scrittura matura, per un’autrice giovanissima
Nonostante la giovane età, Leila Mottley si conferma una delle voci più potenti della narrativa americana contemporanea. La sua prosa è poetica e realistica, capace di trasformare il dolore in forza collettiva.
In Ragazze che diventano grandi, la scrittrice mostra come la cura reciproca possa essere un atto rivoluzionario, e come la comunità possa nascere anche dove tutto sembra perduto.
Con Ragazze che diventano grandi, Leila Mottley firma un romanzo che parla di maternità, crescita e libertà in modo nuovo, diretto e necessario. Un libro che invita a ripensare la maternità come scelta condivisa e la solidarietà femminile come forza trasformativa.
Per chi ama la narrativa sociale e i romanzi che esplorano il lato più autentico dell’esperienza femminile, questo titolo è tra i libri imperdibili del 2025.