Quando si parla di radio, molti pensano a grandi voci maschili e a conduttori celebri. Eppure, la storia della radiofonia è anche – e soprattutto – la storia delle donne nella radio italiana: professioniste che hanno scritto, diretto, raccontato e informato milioni di ascoltatori, spesso senza ricevere il riconoscimento che meritavano.
A restituire loro il posto che spetta nella memoria collettiva è la docente Marta Perrotta, che nel libro Pioniere dell’etere. Dieci donne che hanno fatto la radio in Italia (Carocci, 2025) racconta le vite e le battaglie di dieci protagoniste rimaste troppo a lungo nell’ombra. Presentato al festival Il mondo nuovo, il volume è un viaggio appassionante tra archivi sonori, memorie e testimonianze, alla riscoperta di chi ha dato voce a un Paese intero.
Le donne nella radio italiana: dieci storie di coraggio e talento
Le donne nella radio italiana non sono state semplici comparse, ma protagoniste di una rivoluzione culturale che ha attraversato decenni di storia. Nel suo libro, Marta Perrotta riporta alla luce figure straordinarie che, dagli anni Trenta ai Settanta, hanno aperto la strada a generazioni di professioniste dei media, sfidando pregiudizi e barriere di genere.
Tra queste spicca Maria Pia Moretti, unica donna a vincere il concorso Rai del 1938 e riconosciuta come la prima radiocronista d’Europa. Le sue interviste nel celebre programma Roma di Notte conquistarono il pubblico nonostante un ambiente ostile, tanto che lei stessa, anni dopo, ricordò amaramente: “Non fui gradita”. A scrivere una pagina altrettanto rivoluzionaria fu Dina Luce, che nel 1967 condusse da sola Il giornale delle donne – settimanale femminile, un programma di quasi un’ora che dimostrò come una voce femminile potesse reggere la scena senza alcun “appoggio maschile”.
Accanto a loro, altre professioniste hanno lasciato tracce indelebili nell’etere italiano: Anna Garofalo, brillante autrice e conduttrice; Anna Luisa Meneghini, creatrice di radiodrammi fin dagli anni Cinquanta; Federica Taddei, prima voce di Chiamate Roma 3131; Lidia Motta, che con determinazione divenne la prima dirigente donna della radio; Linda Ingafù, protagonista di Radio Donna alla fine degli anni Settanta; ed Elena Doni, Barbara Marchand e Rossella Panarese, che con le loro trasmissioni hanno saputo innovare linguaggi e contenuti, conquistando ascoltatori di ogni età.
Queste pioniere non si limitarono a intrattenere: informarono, sperimentarono, crearono nuovi format e abbatterono stereotipi, aprendo spazi di libertà e creatività in un mondo ancora dominato dagli uomini. Le loro voci, oggi riscoperte, raccontano una storia di talento, tenacia e passione che continua a ispirare le generazioni contemporanee.
Un passato che parla al presente
Raccontare la storia delle donne nella radio italiana significa, inevitabilmente, interrogarsi anche sul presente. Le riflessioni di Marta Perrotta non si fermano infatti al recupero della memoria, ma si allungano fino a oggi, ponendo domande che restano aperte. Perché, nonostante i progressi, le conduttrici sono ancora così poche nei programmi di prime time? Perché è raro che una donna conduca da sola, senza la presenza di un collega maschile accanto? E perché le posizioni dirigenziali, nei palinsesti radiofonici come nelle redazioni, continuano a essere occupate in larga parte da uomini?

Interrogativi che vanno ben oltre il mondo della radio e che toccano il cuore della nostra società, dove la parità di genere resta una conquista ancora incompleta. Parlare di queste pioniere significa quindi non solo dare voce a un passato ingiustamente dimenticato, ma anche guardare al presente con la consapevolezza che la strada verso una reale uguaglianza è ancora da percorrere.
Un libro da leggere per riscoprire la forza delle voci femminili
Il saggio Pioniere dell’etere è molto più di un libro di storia della radio: è un atto di giustizia verso chi, con passione e talento, ha trasformato il panorama culturale italiano. Le storie di queste dieci donne ci ricordano che la voce femminile non è solo “accompagnamento”, ma motore di cambiamento.
Chi ama i libri, la letteratura e i media troverà in queste pagine una lettura illuminante: un invito a non lasciare che le pioniere dell’etere restino solo un’eco lontana, ma diventino modelli per le nuove generazioni.