Arriva in libreria il 1° ottobre 2025 “L’Israeliana”, il nuovo romanzo di Paola D’Arpino Fuser Poli, pubblicato da Brè Edizioni. Disponibile in copia cartacea a 17 € (in tutte le librerie fisiche e online) e in ebook su Amazon a 4,99 €, anche in Kindle Unlimited, il libro è una spy story noir che mescola intrighi internazionali, mondo dell’arte e passioni proibite, senza alcuna connotazione politica ma con il ritmo serrato di un thriller d’azione.
Trama tra Mar Morto, Parigi e New York
Alle prime luci dell’alba, un corpo affiora dalle acque del Mar Morto. Un anno prima, a Parigi, un uomo d’affari libanese lascia il Ritz con una valigetta nera incatenata al polso. A Napoli, Fernando, scrittore disilluso, attende con un bicchiere di vino bianco la sua amica Bar, israeliana dagli occhi verdi e dall’abilità strategica da soldato, capace di capire chi ha di fronte e di agire con freddezza. Ma Bar è nei guai, guai pericolosi.
Intanto, a New York, la reporter Julia affronta il direttore del New York Times; a Londra, la critica d’arte Sarah, lesbica e provocatoria, gioca nervosamente con la pallina d’acciaio sulla lingua dopo una telefonata inattesa; a Berlino, Vicky ascolta e annota registrazioni su un telefono che non le appartiene; sulla 57esima a New York, nella Royal Suite del Four Seasons, il principe saudita Fadi è scosso da una notizia clamorosa: il ritrovamento dell’ultimo quadro di Leonardo da Vinci, il Salvator Mundi.
Intrighi, arte e strategia
Questi personaggi, apparentemente distanti, si ritroveranno coinvolti in una trama che intreccia il mondo dell’arte, i media internazionali, la ricchezza del mondo arabo e la strategia del Mossad. Nulla è come sembra in questa vicenda internazionale ad alta tensione, dove amore e azione si fondono in un noir elegante e dal ritmo incalzante.
L’autrice
Paola D’Arpino Fuser Poli si definisce “una donna che viene dal futuro”: nata in una famiglia complessa e integralista, ha viaggiato fin da giovanissima in “paesi troppo vecchi”, vivendo – come lei stessa racconta – “una vita al contrario”. Disegna e scrive, osserva per spostare l’attenzione “su altro”, e considera il proprio principio di autismo non diagnosticato “meravigliosamente propulsivo”. «Io sono Paola, io sono d’io», afferma, rivendicando uno sguardo unico e personale.