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Giornata Mondiale della sindrome di Down: abbattiamo i pregiudizi

Una giornata all’insegna dell’inclusività

Ileana Picariello 1 anno fa Commenta! 6
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Il 21 marzo ricorre la Giornata mondiale della sindrome di Down, una giornata nata per cercare di abbattere i pregiudizi e diffondere la corretta conoscenza di questa condizione (non è una malattia). La sindrome di Down è una condizione genetica che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. In questo articolo esploreremo le cause e le caratteristiche della sindrome di Down, scopriremo quando è nata la Giornata Mondiale dedicata a questa condizione, parleremo dell’importanza dell’inclusione e del supporto per le persone con sindrome di Down e faremo un breve excursus sulle ultime scoperte scientifiche e sulle prospettive future.

Quando è nata la Giornata Mondiale della sindrome di Down

giornata mondiale della sindrome di downLa Giornata Mondiale della sindrome di Down è stata istituita nel 2006, quando l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 21 marzo come la data ufficiale per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla condizione genetica. Questo giorno speciale è dedicato a celebrare le persone con sindrome di Down e a promuovere i loro diritti, inclusione e benessere. Il giorno e il mese (21/3) sono stati scelti per correlarli rispettivamente alla particolare numerazione cromosomica e al 21, che indica il cromosoma alterato. È un’occasione per educare la società sull’importanza dell’accettazione e dell’inclusione delle persone con questa condizione genetica.

Le cause e le caratteristiche della sindrome di Down

La sindrome di Down è una condizione genetica causata da un difetto cromosomico, in particolare dalla presenza di un cromosoma extra nel paio 21. Questo errore nella divisione cellulare si verifica durante la formazione delle cellule riproduttive dei genitori o nelle prime fasi dello sviluppo embrionale. Le caratteristiche tipiche della sindrome di Down includono un ritardo nello sviluppo fisico e cognitivo, tratti facciali distintivi come occhi inclinati verso l’alto e un naso piatto, muscolatura debole e una maggiore probabilità di avere problemi di salute come cardiopatie congenite.

La sindrome prende il nome dal dottor John Langdon Down, il medico inglese che per primo ha descritto le caratteristiche della trisomia 21 nel 1866. Per una ragione a noi ancora inspiegabile, durante lo sviluppo cellulare nelle cellule risultano 47 cromosomi invece dei normali 46. Questo materiale genetico extra causa dei cambiamenti nello sviluppo ordinario del corpo.

L’importanza dell’inclusione e del supporto

giornata mondiale della sindrome di downL’importanza dell’inclusione e del supporto per le persone con sindrome di Down è fondamentale per garantire loro una vita piena e soddisfacente. Tale sindrome può comportare sfide cognitive e fisiche, ma ciò non significa che queste persone debbano essere escluse o trattate in modo diverso. L’inclusione sociale permette loro di sviluppare relazioni significative, di partecipare attivamente alla società e di realizzare il proprio potenziale. Inoltre, il supporto adeguato fornisce loro gli strumenti necessari per affrontare le difficoltà quotidiane, promuovendo l’autonomia e il benessere.

La Giornata Mondiale della sindrome di Down ci ricorda l’importanza di promuovere la consapevolezza e l’accettazione. Nonostante le ultime scoperte scientifiche, molte domande rimangono ancora senza risposta. Dobbiamo continuare a esplorare e cercare di comprendere appieno questa condizione per garantire un futuro migliore per tutti.

5 miti da sfatare sulla sindrome di Down

Come per tutte le sindromi, anche quella di Down non è esente dallo stigma generale; i miti e le leggende sulle persone con trisomia 21 sono numerosissimi. Come riportato da Unobravo, ecco qui i 5 miti più diffusi e privi do fondamento:

  1. “La sindrome di Down è ereditaria e familiare”. In realtà è ereditaria in circa l’1% dei casi. Nel restante 99% dei casi la sindrome di Down è del tutto casuale;
  2. “Le persone con sindrome di Down hanno gravi disabilità intellettive”. Al contrario, la maggior parte delle persone con sindrome di Down ha ritardi cognitivi da lievi a moderati. Negli ultimi decenni psicologi ed educatori stanno mettendo in luce il pieno potenziale educativo delle persone con sindrome di Down;
  3. “Mio figlio con sindrome di Down verrà isolato” Spesso si immaginano aule separate per tutti i bambini con sindrome di Down, ma non c’è nulla di più lontano dalla verità, in quanto l’integrazione è la tendenza generale di quasi tutte le istituzioni mondiali.
  4. “Le persone con sindrome di Down sono sempre felici”. Strano a credersi, questo mito molto diffuso deriva da un’incapacità di vedere come chi è diverso in qualsiasi modo possa vivere l’intera gamma delle emozioni umane;
  5. “Gli adulti con sindrome di Down rimarranno soli”. È opinione diffusa che chi ha la sindrome non sia in grado di avere relazioni interpersonali strette ed intense. In verità basta guardarsi intorno o fare un giro su YouTube per vedere come i matrimoni non sono cosa affatto rara.
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