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Recensione: Exodos – La strada del sole morente di Nicola Casazzone

Ileana Picariello 3 anni fa Commenta! 5
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Caro iCrewer, ognuno di noi è cosciente e consapevole della crudele guerra che sta devastando l’Ucraina e il libro di Nicola Casazzone si inserisce in maniera appropriata sul tema bellico. Benché Exodos – La strada del sole morente (Book Sprint Edizioni) sia ambientato in un mondo post-apocalittico e sia un romanzo fantascientifico, è ricco di citazioni letterali che fanno riferimento al senso della guerra e alla fine dell’essere umano.

Exodos – La strada del sole morente

ExodosNicola Casazzone, in Exodos, narra la storia di Ryder, un giovane uomo che si risveglia all’interno di una capsula, in un posto sconosciuto, senza memoria, con solo i ricordi di un mondo che ormai non esiste più. In questo scenario di vuoto e desolazione cercherà risposte sul suo passato e verrà a contatto con una società che mostrerà i suoi lati più crudeli, celati per secoli dietro un velo di ipocrisia. Eppure, nonostante tutto, scoprirà che esistono ancora empatia e umanità all’interno di una civiltà ai limiti del declino.

La trama è molto affascinate, ma vi assicuro la sua lettura lo è ancor di più. L’autore scrive in maniera incalzante e descrive con poche parole le scene di scontri e guerriglie. Poche parole ma ricche di enfasi e teatralità.

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Il libro, scritto in terza persona, si focalizza sul personaggio di Ryder e sulla sua storia. Anche se è un romanzo fantascientifico, racchiude anche elementi legati al genere Giallo e mistero. Exodos rappresenta la ricerca di sé stessi, infatti, Ryder non sa e non ricorda chi in realtà lui sia.

La personalità del protagonista non è completamente formata, proprio perché traumatizzato da un brusco risveglio. Non ricordando nulla, ma solo piccoli dettagli, è difficile capirne il carattere. Capiamo solo che è una persona determinata a cercare delle risposte e per farlo affronterà alcuni pericoli. Inoltre, è una persona che non abbandona gli amici che ha appena conosciuto e mette a rischio la sua vita per loro.

Nicola Casazzone con il suo stile incuriosisce il lettore, non riuscirete ad interrompere facilmente la lettura.

Il romanzo parla anche di amicizia e di sostegno reciproco. Ryder si trova catapultato in un mondo molto diverso rispetto a quello che vagamente ricorda. Non esistono più nazioni o istituzioni articolate come quelle attuali, ma si regredisce allo stato di tribù, nelle quali vige la regola che il più forte o il più astuto comanda.

Si creano gruppi come i Puma, spietati ed inclini alla guerra, i Monarchi, più riflessivi e specializzati nello studio ingegneristico e scientifico. Una strana malattia creerà i Giganti, tanto pericolosi quanto stupidi. E così tante altre tribù e gruppi con caratteristiche di base ben definite.

Mi sono piaciute molto le riflessioni dell’autore sul senso della guerra o sulla crudeltà dell’essere umano. Ecco una delle tante riflessioni che mi ha colpito:

La guerra… La guerra è sempre stata una parola che ha accompagnato l’uomo, sin dagli albori, dalle rivalità fra le tribù di ominidi, fino alle grandi guerre, alle guerre moderne, alle diversità sociali.
Perché se un uomo più forte ne trova uno più debole deve sottolineare la sua superiorità?
È natura umana?
L’uomo è un essere “stronzo”?
Oppure è la natura umana il motivo, ed è anche la ragione dei più grandi mali del mondo, come la diversità e i contrasti sociali?
Perché non provare ad evolversi… Ad evolversi davvero.
Perché non raggiungere davvero un’era moderna?

Perché non provare ad evolversi… Ad evolversi davvero. Questa frase mi piace, racchiude un po’ tutte le riflessioni espresse in Exodos. Pensieri facilmente condividibili da chi ripudia la guerra.

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