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Lettura: Recensione: L’acqua del lago non è mai dolce di Giulia Caminito
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Recensione: L’acqua del lago non è mai dolce di Giulia Caminito

Anna Francesca Perrone 4 anni fa Commenta! 5
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Caro Lettore, L’acqua del lago non è mai dolce mi è stato regalato e ho deciso di leggerlo sia perché appunto tra i cinque finalisti al premio Strega 2021 sia perché la sua cover e il titolo mi hanno catturata.

Contenuti
L’acqua del lago non è mai dolce“Siamo lì, nel corridoio che porta alle stanze, io e Mariano a braghe corte e polpacci rigidi, a fissare negli occhi la nostra paura: non essere come Antonia, non bastare mai, non vincere nessuna battaglia”.Giulia Caminito

Come dice la stessa autrice nelle note conclusive non è una biografia, un’autobiografia o un’autofiction. Si tratta di un romanzo che contiene luoghi e tracce di persone e cose che in qualche modo hanno fatto parte della vita dell’autrice.

L’acqua del lago non è mai dolce

è la storia di Gaia, una storia difficile che all’inizio mi ha rapita e poi ad un certo punto è come se la scrittura si fosse fatta così fitta e pesta da non riuscire più ad andare avanti, ma come al solito non mi sono voluta arrendere e a fatica sono arrivata fino alla fine.

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Purtroppo, non posso dare un giudizio completamente positivo: mi è successo altre volte di chiudere il libro e poi riaprirlo per rileggere il finale, non convinta di aver capito bene, o comunque non soddisfatta.

Ma andiamo per gradi, allora iniziamo dai personaggi:

Gaia si racconta, parla della sua famiglia, dei suoi fratelli della sua casa, degli amici, del lago, di lei possiamo ascoltare i pensieri, le emozioni, il dolore, tanto dolore, forse troppo per una giovane ragazza.

Ma la vera protagonista mi è sembrata Antonia. È sua madre, lei la chiama per nome, probabilmente per mantenere le distanze da colei che, seppur con le migliori intenzioni, ha determinato le sue scelte e la sua vita.

Antonia è una donna onesta che si batte per i suoi principi che non molla mai e che sovrasta la vita delle persone che sono sotto il suo tetto decidendo tutto per loro.

C’è chi si ribella come Mariano e chi pende dalle sue labbra come i gemelli e il marito disabile, e poi c’è Gaia che prova tanta rabbia così tanta da implodere per la maggior parte delle volte. Ma quando la fa esplodere diventa violenza, vendetta, strappo.

Quel dolore reiterato, senza giustizia non le dà tregua e nonostante i tentativi di emergere dal suo lago interiore non trova il modo per cambiare ciò che il destino le ha riservato, forse perché per sua stessa ammissione non ha abbastanza coraggio:

“Siamo lì, nel corridoio che porta alle stanze, io e Mariano a braghe corte e polpacci rigidi, a fissare negli occhi la nostra paura: non essere come Antonia, non bastare mai, non vincere nessuna battaglia”.

Antonia mi è sembrato un personaggio di Elena Ferrante, profondo, geniale e per alcuni versi malvagio. Anche la descrizione della sua esteriorità quei capelli rossi, le lentiggini, una diversità fuori e dentro che non viene nascosta ma ostentata, anche a scapito di chi le è intorno, la sua forza va oltre e non è raggiungibile. Mi ha colpito molto questo personaggio, molto più di Gaia.

Il lago di bracciano fa da sfondo a questa storia, è luogo di incontro, di svago, teatro di violenza, di abbandono, di smarrimento, di oscuri segreti e tristi verità.

I temi trattati dall’autrice sono molto interessanti: le difficoltà che si affrontano durante il passaggio dall’adolescenza all’età adulta, le amicizie quelle giuste, quelle sbagliate, quelle che non si comprende quanto siano importanti finché non le perdiamo. Temi di attualità: come l’assegnazione di una casa in custodia, l’inquinamento.

La scrittura, come dicevo all’inizio mi ha conquistato, le frasi hanno un modo di stare insieme molto particolare, e le parole scelte con cura sono magnetiche, mi è piaciuto anche il modo dell’autrice di descrivere persone e ambienti, riuscendo a mostrarli attraverso le parole.

Quello che mi ha lasciato questo libro: l’amaro in bocca per un finale che speravo fosse diverso, la consapevolezza che ognuno di noi ha sempre la possibilità di scegliere se arrendersi o continuare a lottare nonostante tutto e tutti, e sì ci vuole coraggio, tantissimo coraggio.

Giulia Caminito ScrittriceGiulia Caminito

L’autrice è nata a Roma nel 1988 ed è laureata in filosofia politica. Ha esordito con il romanzo La grande Anel 2016. In seguito ha pubblicato la raccolta di racconti Guardavamo gli altri ballare il tango nel 2017, la fiaba La ballerina e il marinaio nel 2018 e il romanzo Un giorno verrà nel 2019.

Come sempre buona lettura!

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