Eccoci di nuovo con un’intervista!!! Cinzia Marini oggi ci concede un po’ del suo tempo per parlarci di lei e del suo romanzo di cui abbiamo già parlato.
Ciao Cinzia iniziamo con una classica domanda: lettura e scrittura sono state sempre presenti nella tua vita?
Fin da piccola sono stata un’appassionata lettrice. Durante gli anni scolastici ho divorato tantissimi libri. La biblioteca era un luogo magico, un’isola felice in cui perdersi e da cui non sarei mai voluta uscire. Uno dei ricordi più belli della mia infanzia si riferisce proprio ad una frase che la mia maestra delle elementari pronunciò un pò stupita quando si accorse che avevo letto tutti i testi presenti in biblioteca. Mi guardò sorridendo domandandomi: “e adesso cosa potresti leggere? Non è rimasto più nulla!”.
Contemporaneamente alla lettura iniziai a scrivere piccole storie che naturalmente tenevo per me. Scrivevo nei momenti liberi dallo studio, quand’ero triste o quando volevo trovare una valvola di sfogo per liberare la mente dai problemi quotidiani. Intanto mi chiedevo se sarei stata in grado di creare qualcosa che potesse piacere anche agli altri. Ho lasciato questo sogno nel cassetto per tanto tempo fin quando, un giorno, ho cominciato a trasporre su carta quello che nella mia mente era così chiaro e vivido da tanto tempo. E così, finalmente, alla veneranda età di 40 anni arriva la stesura del mio primo romanzo “Io sogno anche di giorno“.
“Io sogno anche di giorno” è la storia di una ragazza un po’ pasticciona, una sorta di Bridget Jones all’italiana, sfortunata in amore e nel lavoro, ma dal cuore grande e dall’animo sensibile. E’ un libro romantico ma anche ironico e divertente, che invita ad essere ottimisti e a non abbandonare mai i propri sogni anche se sembrano chimere impossibili da raggiungere. Dopo la stesura di “Io sogno anche di giorno”, parlando con una mia carissima amica che lavora in una casa di riposo, come oss, qualcosa è scattato nella mia mente ed è così che è nata l’ispirazione per il mio secondo romanzo dal titolo “Tu credi nell’amore?” pubblicato da Lettere Animate.
Ama particolarmente qualche genere?
Sono stata per anni una fan accanita del grande maestro Stephen King di cui ho letto quasi tutti i libri insieme a Ken Follett e Giorgio Faletti, due autori che amo moltissimo e che non mi stanco mai di rileggere. Più tardi mi sono avvicinata al genere rosa, forse perchè più consono alle mie corde essendo una romanticona che si emoziona solo ascoltando una canzone o assistendo alla scena di un film! Le mie scrittrici preferite sono Sophie Kinsella e Federica Bosco ma devo dire che negli ultimi tempi ho letto molti libri di autrici diverse, sia italiane che straniere, ed anche opere di scrittrici esordienti ma non per questo meno capaci e meritevoli.
Il suo tu credi nell’amore? È un romanzo rosa. E’ stato scelto il genere o si è sviluppato così?”
“Tu credi nell’amore?” è un romanzo rosa e l’idea del libro era partita così. Ma secondo me l’etichetta di romanzo rosa è un pò riduttiva e vi spiego il perchè. Senz’altro la storia d’amore tra la protagonista femminile e Alessio è quella che muove l’armatura del romanzo ma si inserisce in un contesto dove vengono affrontate alcune tematiche molto importanti come quella del bullismo tra adolescenti, la vita in una casa di riposo e le conseguenze di una malattia terribile come l’alzheimer. E’ un romanzo che parla dei sentimenti, della forza e del coraggio necessari per compiere determinate scelte nonchè delle seconde possibilità, quelle che a volte il destino ci pone davanti e sta a noi decidere se afferrare o meno.
Macerata è la sua città e quella del romanzo, una scelta di cuore?
Anche se ho sempre abitato a Treia, un piccolo paesino della provincia di Macerata, si può dire che Macerata è la mia seconda casa. A Macerata ho passato molti anni della mia vita, dalle scuole superiori fino all’università. E’ una città che mi riporta alla mente tanti ricordi e sensazioni e quindi sì, è stata una scelta dettata senz’altro dal cuore.
Vittorio e Diletta, quanto reali e quanto personaggi di fantasia?
Direi che Vittorio e Diletta sono per metà reali e per metà personaggi di fantasia. Non che abbia conosciuto un Vittorio o una Diletta in carne ed ossa ma quando delineo le figure dei miei protagonisti c’è sempre un collegamento con fatti, eventi o situazioni già vissute anche se non personalmente o di cui sono venuta al corrente. Credo che ogni scrittore attinga dalle proprie esperienze, dall’ambiente che lo circonda e dalle persone che frequenta. Questo è la base di partenza. Poi naturalmente sarà la fantasia a fare il resto.
Devo raccontarvi a tale proposito un piccolo aneddoto: una lettrice, essendosi trovata in una situazione simile a quella descritta nel libro, mi ha confessato che i protagonisti di “Tu credi nell’amore?” le erano sembrati talmente realistici da indurla fin da subito ad odiare Vittorio e a fare il tifo per Diletta. Però non posso dirvi di più altrimenti corro il rischio di spoilerare!
Acquistate “Tu credi nell’amore?” che…
Non è solo un romanzo rosa. Perchè è un libro che fa sorridere ma anche riflettere. Perchè potrebbe essere la storia di una ragazza qualunque o di una nostra amica, una sorella, una conoscente, che ad un certo punto della propria vita si pone la domanda che dà il titolo al libro. Stanca e sfiduciata non crede più nell’amore e quindi decide di chiudere il proprio cuore alle emozioni. Poi arriva Alessio e tutto cambia. Saranno felici fin da subito? Assolutamente no! Anzi, nuovi ostacoli si frapporrano tra di loro mettendone a dura prova il rapporto.
Un’ ultima cosa. Ci sono molti spunti di riflessione sui sentimenti e sui rapporti di coppia. Dopo averlo letto forse vedrete il mondo con occhi diversi. Ah, e poi quasi sicuramente vi servirà un pacchetto di kleenex.
Ve l’ ho già detto: le emozioni non mancano in “Tu credi nell’amore?“!
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