Il 2 giugno è la Festa della Repubblica, data molto importante per l’Italia. Questo giorno commemora l’istituzione della Repubblica Italiana, che avvenne nel 1946, quando i cittadini italiani furono chiamati a votare per decidere il futuro della forma di governo del Paese. Come ogni anno, il cerimoniale della manifestazione viene organizzato a Roma e comprende la deposizione di una corona d’alloro in omaggio al Milite Ignoto all’Altare della Patria da parte del Presidente della Repubblica Italiana e una parata militare lungo via dei Fori Imperiali.
Il 2 giugno è la Festa della Repubblica: storia e origini
L’Italia era da poco uscita dalla seconda guerra mondiale. L’8 settembre del 1943 Badoglio firma l’armistizio con gli americani. Con l’armistizio di Cassibile (detto anche armistizio corto) l’Italia firmò la resa incondizionata agli Alleati. Da quel momento i tedeschi diventano nostri nemici e comincia la guerra di Liberazione dal nazifascismo.
Una fase del conflitto che terminerà il 25 aprile del 1945 giorno in cui è il giorno in cui il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI), che aveva sede a Milano, ordinò l’insurrezione generale dei territori occupati dando il là alla liberazione delle città del Nord ancora controllate dai tedeschi. Gli alleati Americano il 9 luglio del 1943 erano sbarcati in Sicilia risalendo progressivamente la Penisola.
Prima del 2 giugno 1946, l’Italia era una monarchia governata dal re Vittorio Emanuele III. Tuttavia, a causa della sua connivenza con il regime fascista di Benito Mussolini durante la Seconda Guerra Mondiale, la popolazione italiana perse fiducia nella monarchia e il desiderio di un cambiamento si fece sempre più forte.
In seguito alla fine della guerra, si tenne un referendum il 2 e 3 giugno 1946, in cui gli italiani potevano scegliere tra repubblica o monarchia. La maggioranza dei votanti optò per la repubblica, ponendo fine alla monarchia e inaugurando una nuova forma di governo.
Il referendum
Il 2 giugno 1946 si è svolto infatti il referendum sulla forma istituzionale dello Stato che, con il voto popolare, ha portato alla nascita della Repubblica. Gli italiani e per la prima volta le italiane (in 12.998.131 sono andate alle urne contro 11.949.056 uomini, ndr) hanno votato per “scegliere tra Repubblica e Monarchia e per eleggere i deputati dell’Assemblea Costituente” che ha avuto il compito di redigere “la nuova carta costituzionale” si legge sul sito del Quirinale.
L’affluenza al voto fu altissima. Nel 1946 gli aventi diritto al voto erano 28 milioni (28.005.449), i votanti furono quasi 25 milioni (24.946.878), pari all’89,08%. I voti validi 23.437.143 e di questi 12.718.641 (pari al 54,27%) si espressero a favore della Repubblica, 10.718.502 (pari al 45,73%) a favore della Monarchia.
In realtà, “guardando alla concretezza dei numeri, la frattura dell’elettorato sulla questione istituzionale fu radicale”. Il passaggio da monarchia a Repubblica, si legge ancora, “avvenne in un clima di tensione, tra polemiche sulla regolarità del referendum, accuse di brogli, polemiche sulla stampa, ricorsi e reclami. In virtù dei risultati ed esaurita la valutazione dei ricorsi, il 18 giugno 1946 la Corte di Cassazione proclamò in modo ufficiale la nascita della Repubblica Italiana. L’Italia cessava di essere una monarchia e diventava una Repubblica”.
Il cerimoniale
Il cerimoniale ufficiale della celebrazione per la Festa della Repubblica prevede l’alzabandiera solenne all’Altare della Patria e l’omaggio al Milite Ignoto con la deposizione di una corona d’alloro da parte del Presidente della Repubblica alla presenza della massime cariche dello Stato, ovvero del Presidente del Senato, del Presidente della Camera, del Presidente del Consiglio dei ministri, del Presidente della Corte costituzionale, del Ministro della difesa e del Capo di stato maggiore della difesa. Dopo l’esecuzione dell’Inno di Mameli, le Frecce Tricolori attraversano i cieli di Roma.
In seguito il Presidente della Repubblica si reca in via di San Gregorio con la Lancia Flaminia presidenziale scortato da una pattuglia di Corazzieri in motocicletta dove, insieme con il Comandante militare della Capitale, passa in rassegna i reparti schierati. Il Capo dello Stato si trasferisce quindi nella tribuna presidenziale che si trova in via dei Fori Imperiali, dove assiste alla sfilata insieme con le più alte cariche dello Stato. I militari sfilanti rendono onore al Presidente della Repubblica, chinando le insegne mentre passano dinanzi alla tribuna presidenziale. È tradizione, per i membri del governo italiano e per i presidenti dei due rami del parlamento, avere appuntata sulla giacca, durante tutta la cerimonia, una coccarda italiana tricolore.
La cerimonia si conclude nel pomeriggio con l’apertura al pubblico dei giardini del palazzo del Quirinale, sede della Presidenza della Repubblica Italiana, e con esecuzioni musicali da parte dei complessi bandistici dell’Esercito Italiano, della Marina Militare Italiana, dell’Aeronautica Militare Italiana, dell’Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza, del Corpo di Polizia Penitenziaria e del Corpo Forestale dello Stato.
Nel giorno della festa, presso il Palazzo del Quirinale, viene effettuato in forma solenne il Cambio della Guardia con il Reggimento Corazzieri e la Fanfara del IV Reggimento Carabinieri a cavallo in alta uniforme. Questo rito solenne viene svolto solamente in altre due occasioni, durante le celebrazioni della Festa del Tricolore (7 gennaio) e della Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate (4 novembre).