Caro Lettore, oggi siamo qui per rivangare i grandi momenti letterari (e non solo) del ventesimo secolo. Oggi ci catapultiamo nel 1997, un anno di grandi inizi ma anche di importanti chiusure, di fantastico rock, di iconici film e di innovazioni tecnologiche destinate a cambiare il nostro modo di vivere e di conoscere. Un anno che ha in sé la consapevolezza di essere sempre più vicino alla fine di un secolo e che porta con sé l’interrogativo: che cosa ci riserverà il nuovo millennio?
Delle grandi innovazioni tecnologiche che costellano gli anni ’90, il 1997 è l’anno in cui nasce Google, il motore di ricerca più utilizzato nel mondo, il portale che ci permette di vagare nel web, strumento di accesso ad ogni tipo di informazione. Noi tutti, 23 anni dopo possiamo ben dire quanto questo evento abbia trasformato le nostre vite e di come sia stato il fondamento per una nuova era digitale.
Il 1997 è anche l’anno in cui usciva quello che è ritenuto essere un colossal della filmografia romantica: Titanic. Per la regia di James Cameron e con protagonisti Leonardo Di Caprio e Kate Winslet, Titanic è entrato a far parte di quei film cult da vedere almeno una volta nella vita, con una storia che ha commosso anche i più cinici degli spettatori e che ancora oggi ha lasciato una domanda senza risposta: ma è possibile che su quella porta-zattera non ci fosse spazio anche per Jack?
Dai film iconici passiamo alla musica. Il 1997 è stato un anno fantastico per gli amanti come me del genere Rock. Quest’anno ha visto l’uscita di ben quattro album importanti per il Rock alternativo: Ok Computer dei Radiohead, con la sua Karma Police e No Surprises, Be Here Now degli Oasis, con Stand By Me, Dont’Go Away e All Around The World, il gruppo rivale Blur con l’omonimo album e infine Urban Hymns dei The Verve, con la famosa Bittersweet Symphony e Sonnet. Stiamo parlando di grandi band, tutte britanniche, a conferma del fatto che il Regno Unito è stata e continua ad essere la patria di grande musica.
Ma per il Regno Unito, il 1997 è anche l’anno di un tragico evento che sconvolse tutta l’opinione pubblica. Il 31 agosto morì Lady Diana in un tragico incidente stradale a Parigi. Quella che precedette il suo funerale fu una settimana di fuoco e segnò il momento di più alta impopolarità della Monarchia britannica. La Regina Elisabetta II scelse di non tornare a Londra né di far mettere lo stendardo reale a mezz’asta, in segno di lutto: questo portò alla reazione del popolo che vide questi gesti come eccessivamente freddi e distaccati davanti alla morte della Principessa del Popolo, nonché madre del futuro re d’Inghilterra. La Regina Elisabetta si “fece perdonare” con un commovente discorso in memoria della ex-nuora. Memorabile anche il suo funerale, che divenne uno degli eventi televisivi più seguiti nel mondo e di cui ci resta anche la commovente esibizione di Elton John, che cantò Candle in the Wind, riscritta per l’occasione e indirizzata alla England’s Rose, l’amica Lady Diana.
Anche sul piano letterario, il 1997 fu una buona annata. Dario Fo si aggiudicò il Premio Nobel per la Letteratura, con questa motivazione: «seguendo la tradizione dei giullari medievali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi.»
Il 1997 fu anche l’anno dell’uscita dell’ultimo capitolo della quadrilogia fantasy Odissea nello Spazio, 3001: Odissea finale di Arthur C. Clarke. Ma se da una parte c’è la fine di una grande saga letteraria, dall’altra vi è l’inizio di un’altra importante saga, destinata a segnare bambini e adulti: il 26 giugno arrivava nelle librerie inglesi Harry Potter e la Pietra Filosofale di J.K Rowling.
Altri importanti romanzi di quest’anno sono La Versione di Barney di Mordecai Richler e Pastorale Americana di Philip Roth.
La Versione di Barney: Approdato a una tarda, linguacciuta, rissosa età, Barney Panofsky impugna la penna per difendersi dall’accusa di omicidio, e da altre calunnie non meno incresciose, diffuse dal suo arcinemico Terry McIver. Così, fra quattro dita di whisky e una boccata di Montecristo, Barney ripercorre la vita allegramente dissipata e profondamente scorretta che dal quartiere ebraico di Montreal lo ha portato nella Parigi dei primi anni Cinquanta e poi di nuovo in Canada, a trasformare le idee rastrellate nella giovinezza in “sitcom” decisamente popolari e altrettanto redditizie.
Pastorale Americana: Seymour Levov è un ricco americano di successo: al liceo lo chiamano “lo Svedese”. Ciò che pare attenderlo negli anni Cinquanta è una vita di successi professionali e gioie familiari. Finché le contraddizioni del conflitto in Vietnam non coinvolgono anche lui e l’adorata figlia Merry, decisa a portare la guerra in casa, letteralmente. Un libro sull’amore e sull’odio per l’America, sul desiderio di appartenere a un sogno di pace, prosperità e ordine, sul rifiuto dell’ipocrisia e della falsità celate in quello stesso sogno.