Caro Lettore, oggi riprendiamo il nostro viaggio nel tempo per sbarcare nel 1961. Sono molti gli avvenimenti che hanno arricchito quest’anno, fatto di eventi secolari per la storia dell’uomo, grandi cambiamenti politici e, naturalmente, grande letteratura.
È proprio il 20 gennaio del 1961 che a Washington John Fitzgerald Kennedy diviene ufficialmente il 35esimo presidente degli Stati Uniti d’America. All’inizio del suo mandato, Kennedy esordì con la famosissima frase «E dunque, miei cari Americani: non chiedete cosa può fare il paese per voi, chiedete cosa potete fare voi per il paese». Sappiamo tutti troppo bene che quello di JFK non sarà un lungo mandato: il presidente fu assassinato il 22 novembre del 1963 a Dallas, sotto gli occhi di tutta la nazione, che rimase profondamente sconvolta e traumatizzata.
Ma l’elezione di Kennedy non fu l’unico grande cambiamento nella politica mondiale. Nell’ambito della guerra fredda, il 13 agosto del 1961 iniziò la costruzione del Muro di Berlino, il sistema di fortificazione che fino al 1989 avrebbe separato la Germania dell’Ovest dalla Germania dell’Est, sotto il regime comunista. Fu un evento epocale per la storia contemporanea, destinato a creare una grande ferita nel popolo tedesco.
Il 1961 fu un anno che sancì anche un grande progresso per la scienza e per l’umanità intera: il 12 aprile l’astronauta Jurij Gagarin, a bordo della Vostok 1, portò a termine il primo volo nello spazio. Godendo di una vista che nessuno prima di lui aveva potuto vedere o immaginare, disse: «Da quassù la Terra è bellissima, senza frontiere né confini.»
Dopo gli importanti progressi della scienza e gli sconvolgimenti politici, passiamo all’arte nel senso più ampio possibile. Nel 1961 esce il film Divorzio all’Italiana, un lungometraggio che ha fatto la storia della nostra cultura e che vede come protagoniste il grande Marcello Mastroianni. Il film si aggiudicò l’Oscar per la migliore sceneggiatura originale. A livello internazionale, un altro grande film di quest’anno è West Side Story, riadattamento cinematografico dell’omonimo e famosissimo musical, ispirato al Romeo e Giulietta di William Shakespeare.
Il 1961 vide il debutto di un grande cantautore americano, nonchè futuro Premio Nobel, Bob Dylan, che l’11 aprile si esibì per la prima volta davanti al pubblico, in un locale del Greenwich Village. Ma quest’anno vide anche l’affermarsi di un già noto volto della musica americana: è proprio nel 1961 che uscì Can’t Help Falling in Love, quello che diventerà uno dei più famosi brani di Elvis Presley.
Per la letteratura il 1961 non fu un anno totalmente positivo. Il 2 luglio si tolse la vita Ernest Hemingway, autore de Il vecchio e il mare, ed uno dei più grandi scrittori della storia.
Il panorama editoriale del 1961 fu costellato di tanti grandi romanzi, ma io ne selezionati 3. Il primo romanzo di cui ti voglio parlare è Franny e Zooey di J.D Salinger, già autore del famosissimo Il giovane Holden. Vediamo la trama di Franny e Zooey:
«Tanto per cominciare, Zooey era un giovanotto piccolo, dal corpo estremamente esile. Da dietro (soprattutto dove gli si vedevano le vertebre) sarebbe quasi potuto passare per uno di quegli sparuti bambini di città che ogni estate vengono spediti alle colonie a ingrassarsi e prendere il sole. Visto in primo piano, di faccia o di profilo, era straordinariamente, spettacolosamente bello. La sorella maggiore mi ha pregato di dire che assomigliava all'”esploratore mohicano ebreo-irlandese dagli occhi azzurri che morì tra le vostre braccia al tavolo della roulette di Montecarlo”. A salvare in extremis quel volto dall’eccessiva bellezza, se non addirittura dallo splendore, era un orecchio che sporgeva leggermente più dell’altro.»
Gli altri due grandi romanzi di quest’anno che ho scelto per te sono, L’inverno del nostro scontento di John Steinbeck e Il giorno della civetta di Leonardo Sciascia.
L’inverno del nostro scontento: Protagonista è Ethan Hawley, discendente di una antica famiglia di balenieri, ridottosi a fare il commesso in un negozio che un tempo era di sua proprietà. Uomo onesto e responsabile, Hawley si sente in colpa verso la famiglia e, per ottenere tutto quello che la nuova società del benessere può consentire, ordisce una serie di imbrogli e tradimenti che gli fruttano la ricchezza, ma lo portano a una desolante crisi di coscienza e a un passo dal togliersi la vita.
Su Il giorno della civetta, un breve romanzo sulla mafia, sono state queste le parole di Leonardo Sciascia:
“… ho impiegato addirittura un anno, da un’estate all’altra, per far più corto questo racconto. Ma il risultato cui questo mio lavoro di ‘cavare’ voleva giungere era rivolto più che a dare misura, essenzialità e ritmo, al racconto, a parare le eventuali e possibili intolleranze di coloro che dalla mia rappresentazione potessero ritenersi, più o meno direttamente, colpiti. Perché in Italia, si sa, non si può scherzare né coi santi né coi fanti: e figuriamoci se, invece che scherzare, si vuole fare sul serio”.