Caro lettore, in questo appuntamento con Accadde che siamo nel 1941.
Questo fu l’anno della morte di James Joyce
Uno dei più importanti scrittori del Novecento, avendo contribuito allo sviluppo del modernismo letterario. Di origini irlandesi, rimase sempre molto legato alla sua terra. Studiò in Italia dove strinse amicizia con Italo Svevo, che ebbe un ruolo importante nelle sue scelte letterarie.
La sua raccolta di racconti Gente di Dublino è un riassunto delle esperienze vissute a Dublino. Qui mette in evidenza, attraverso le famose epifanie: momenti di intuizione che all’improvviso tornano alla mente dei suoi personaggi con tutti i dettagli e tutte le emozioni.
Con il romanzo Ritratto dell’artista da giovane, in alcune edizioni italiane Dedalus, iniziò la critica alla cultura cattolica e tradizionalista della sua terra.
Nel 1922 pubblicò il suo capolavoro, Ulisse, che si articola in diciotto capitoli, ognuno dei quali ha delle caratteristiche particolari nello stile, si svolge in una particolare ora della giornata ed è un parallelo con l’Odissea, anche i personaggi stessi, sono delle parodie. Ad ogni capitolo sono associati anche un colore, un’arte o una scienza e una parte del corpo.
Joyce usa anche la tecnica del flusso di coscienza, ossia una tecnica narrativa che consiste nella libera rappresentazione dei pensieri di una persona così come compaiono nella mente, prima di essere riorganizzati logicamente in frasi e utilizza anche allusioni e citazioni storiche e letterarie.
Muore a Zurigo nel gennaio del 1941, lasciando in eredità il suo linguaggio innovativo, chiamato flusso di coscienza.
Questo è anche l’anno a partire dal quale le donne hanno potuto far parte di reggimenti dell’aviazione militare sovietica
Grazie alla caparbietà di Marina Raskova, un’aviatrice molto ammirata in Russia oltre ad essere riconosciuta come eroina sovietica.
La sua è una storia di coraggio e determinazione: convinta del suo progetto secondo il quale le donne possono far parte viazione militare sovietica e combattere contro il nemico tedesco, chiede di incontrare Stalin e quando riesce ad ottenre un appuntamento gli spiega che le donne sono capaci di pilotare un aereo e hanno la forza sufficiente per affrontare gli invasori, al pari degli uomini. Lui non è d’accordo ma Marina non demorde e afferma “Ženščina možet vsë!” Una donna può tutto! l’8 ottobre del 1941, qualche giorno dopo quel colloquio, ottenne la costituzione di tre reggimenti femminili.
Ritanna Armeni racconta questa storia in Una donna può tutto. 1941 Volano le streghe della notte. In questo libro c’è il racconto dell’incontro con l’ultima rappresentante ancora in vita di quelle intrepide donne. Si tratta di Irina Rakobolskaja, ormai novantaseienne, vicecomandante del reggimento 588, il gruppo di aviatrici che Marina Raskova ha voluto con tutte le sue forze. Gli incontri tra Ritanna ed Irina sono il cuore e il motore di questo libro: le parole, le memorie e le emozioni di una donna ormai molto anziana ma comunque ancora lucidissima oltre che felice di poter raccontare la sua storia e quella delle sue amiche e colleghe.