Caro iCrewer, per la nostra rubrica dedicata ai Grandi Classici della letteratura, vi vorrei parlare del romanzo storico di Boris Pasternak, Il Dottor Zivago.
Un libro che ho conosciuto solo grazie al film del 1965 e diretto da David Lean. Un indimenticabile Dottor Zivago era interpretato da Omar Sharif, mentre la crocerossina Lara da Julie Christie, e Geraldine Chaplin interpretava Tonja, e con Alec Guinness e Rod Steiger.
Il dono dell’amore è come ogni altro dono. Può essere grande quanto vuoi, ma non si rivelerà mai senza illuminazione. Con noi invece, è come se ci avessero insegnato a baciarci in cielo e poi, ancora fanciulli, ci avessero mandati a vivere sulla terra, contemporaneamente, perché mettessimo alla prova l’uno con l’altro questa capacità. È l’apice di una compatibilità senza gradazioni, in cui nessuno è superiore o inferiore, un’equivalenza di tutto l’essere, con tutto che genera gioia, con tutto che si rianima.
Il Dottor Zivago
Julie Christie (Lara) in Il Dottor Zivago (1965)
Il romanzo di Boris Pasternak è ambientato tra gli anni della Prima Guerra Mondiale e la rivoluzione russa di ottobre fino ad arrivare alla Seconda Guerra Mondiale. È interessante come le vicende del protagonista si intreccino con lo scenario storico politico appena citato. Lo scrittore esalta la Storia attraverso la storia del dottor Jurij Andrèevič Živago; sono due protagonisti indissolubili che camminano di pari passo.
Per capire la storia, che già molti conosceranno, vi lascio la trama.
Il romanzo narra le vicende di un medico russo, il dottor Jurij Andreevic Zivago partendo dalla sua adolescenza e parallelamente da quella della sua futura moglie Tonja Gromeko sullo sfondo della rivolta del 1905.
Dopo gli anni della prima gioventù, la storia prosegue, alternando immagini della guerra e della Rivoluzione del 1917, con il matrimonio del dottore e la fuga della coppia dalla Rivoluzione in Siberia.
Qui, il dottore, obbligato a una certa inattività, comincia a frequentare le biblioteche locali dove incontra Larisa Antipova (che aveva già conosciuto come crocerossina durante la guerra, quando il marto di lei era disperso sul fronte). I due diventano amanti, ma Zivago (uomo sostanzialmente debole) vive con un sentimento contrastante questa relazione, amando ancora la moglie.
Decide così di confessare tutto alla consorte, ma viene aggregato di forza – prima di poterlo fare – da un gruppo di partigiani rossi capitanato proprio da Pavel Antipov (marito di Larisa) che combatte contro i distaccamenti “bianchi”. Zivago scoprirà questa identità solo più tardi perché Antipov si fa chiamare Strel’nikov.
Dopo qualche mese Zivago, finalmente libero, può tornare a Mosca, ma nel frattempo la sua famiglia è stata espulsa in quanto anti-sovietica e vive a Parigi.
Trovato un lavoro come medico, Zivago – che convive con la figlia del suo ex portinaio, Marina Capova – spera di riuscire a far rientrare i suoi cari o partire egli stesso per la Francia.
Negli stessi mesi Tonja Zivago sta combattendo dal suo esilio per ottenere il visto di rientro in patria. Ma quando ci riuscirà sarà troppo tardi: Zivago sarà già morto d’infarto.
Una lettura molto interessante che incrocia in maniera impeccabile i sentimenti con la rivoluzione e la storia.
La pubblicazione in Italia
Il primo Stato a pubblicare Il Dottor Zivago è stato proprio l’Italia, grazie alle abilità di Giangiacomo Feltrinelli. A causa della non adesione dell’Urss alla Convenzione di Berna del 1886, se un editore straniero pubblicava un libro nei trenta giorni successivi all’uscita dello stesso in Unione Sovietica, ne guadagnava l’esclusiva per il mercato occidentale: bastava un solo giorno oltre i trenta e l’opera poteva essere stampata da tutti, senza esclusiva o obbligo di royalties.
E proprio Feltrinelli, grazie al suo talent scout Sergio D’Angelo, viene a conoscenza del manoscritto dello scrittore Boris Pasternak. L’opera, con il consenso dell’autore, fu consegnata all’editore nell’estate del 1956 a Berlino. Tornato a Milano, lo inviò subito al suo slavista di fiducia, Pietro Zveteremich che, dopo averlo letto, concluse: “Non pubblicare un romanzo come questo costituisce un crimine contro la cultura”.
Sia lo scrittore russo che l’editore italiano rischiarono molto con questa pubblicazione. Lo scrittore non poteva pubblicare con editori stranieri senza la previa autorizzazione delle autorità letterarie censorie del proprio Paese. Mentre Feltrinelli avrebbe smosso le coscienze Pci, e di conseguenza rischiava di scontrarsi con il partito.
Le autorità russe, che vennero a conoscenza degli accordi tra Pasternak e Feltrinelli, chiesero la restituzione del manoscritto. Dopo lunghe trattative, le autorità sovietiche chiesero a Feltrinelli di ritardarne l’uscita così da permetterne la pubblicazione, in anteprima, nell’Urss. In realtà il loro era un semplice tentativo di prendere tempo per evitare che il romanzo uscisse, da qualsiasi parte. Feltrinelli comunque accettò e il termine posto fu settembre 1957.
Il 22 novembre 1957 Il dottor Živago uscì per la prima volta in libreria e il successo fu straordinario. Nell’arco di due o tre giorni vennero vendute seimila copie e la tiratura dovette essere aumentata. Il primo best seller era nelle librerie italiane.