Quante volte abbiamo parlato di movida, pensando a serate in discoteca, a divertirsi all’aperto o seduti a sorseggiare diversi drink senza alcun pensiero per la testa. Ma ti sei mai fermato a pensare a cosa significa in realtà “movida”? Sai qual è la sua origine?
Qual è l’origine della parola movida?
Dopo le tante limitazioni, finalmente, quest’estate torniamo a sentire parlare di movida. Termine ormai di uso comune nella lingua italiana, in realtà è un prestito della lingua spagnola.
Viene ripreso in Italia il nome spagnolo per la peculiarità di diverse città iberiche, note per la loro animazione nelle ore tarde. In alcuni dizionari, la parola movida, viene tradotta letteralmente con il termine animazione.
Come ben documenta il vocabolario di neologismi Le parole degli anni Novanta di Andrea Bencini ed Eugenia Citernesi (Le Monnier, 1992), s.v. movida, l’ispanismo, appena accolto in italiano, fu usato, oltre che nel significato proprio, in una serie di accezioni estensive che lo portarono tra l’altro a designare, specialmente nella lingua a effetto dei giornali, una qualsiasi persona che per vivacità ed estroversione sembrasse in sintonia con la stessa movida spagnola; poi la squadra di calcio rinnovata e vincente del Real Madrid; infine, scherzosamente, ‘mossa’.
Nel linguaggio giovanile degli anni Novanta, il termine ha assunto il significato generico di animazione, situazione, ambiente piacevolmente movimentati. Nella lingua comune, col tempo, si è depositata stabilmente una sola accezione estensiva, tra le tante fiorite al primo apparire del vocabolo nella nostra lingua: quella di ‘intensa e vivace vita artistica e culturale notturna’, propria in particolare di tutti i grandi centri urbani, spagnoli e di altre nazioni.
Alcune curiosità storiche
Questa parola ha anche un significato storico. In particolare, la Movida madrileña fu un movimento sociale ed artistico che partì da Madrid negli anni ’80 del Novecento. Il movimento si affermò alla fine della dittatura di Francisco Franco, durante i primi anni della Transizione spagnola.
Gli anni Ottanta in Spagna furono il tempo della liberazione sessuale, della cultura alternativa, punk-rock, della rinascita dei movimenti femministi, in una società ancora fortemente cattolica e rigida. Si parlava di omosessualità, di contraccettivi, di secolarismo, postmodernismo e droghe.
Durò per tutti gli anni Ottanta e oltre, toccando molte altre città spagnole. Il movimento madrileno faceva riferimento ad ideologie libertarie di sinistra e si concretizzò nella rivista La Luna.
I maggiori esponenti di tale movimento furono, tra gli altri, Joaquín Sabina (musica), Alberto García Alix (fotografia), Pedro Almodóvar (cinema). Le notti madrilene erano molto movimentate a causa di un interesse culturale inusuale verso la cosiddetta cultura alternativa, le droghe, la cultura underground e la controcultura. Il movimento presto si diffuse alle altre realtà spagnole, grazie anche alle spinte di alcuni politici, principalmente socialisti, tra i quali l’allora sindaco di Madrid, Enrique Tierno Galván.
Grazie a questo movimento e alla fine della dittatura di Francisco Franco, i giovani spagnoli si riappropriarono delle piazze e di tutti i luoghi aperti. Una rivincita che si potrebbe paragonare alla attuale voglia di vita che hanno i giovani italiani, chiusi in casa e limitati nelle attività da circa due anni.
Quindi, potremmo ricondurre tranquillamente, il termine spagnolo, non solo ad un atto di ribellione contro la dittatura spagnola, ma alla voglia di libertà. Voglia di tornare ad esprimersi liberamente.